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Aprile 24, 2024
Di seguito un estratto dell’incontro tra il pacifista palestinese Aziz Abu Sarah e il pacifista israeliano Maoz Inon a cura di Ted. Aziz Abu Sarah e Maoz Inon discutono delle incommensurabili tragedie che hanno vissuto crescendo nella regione e di come scelgano la riconciliazione piuttosto che la vendetta, ancora e ancora. Con una forte convinzione [...]
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Aprile 22, 2024
Parlano di armi perché vogliono la guerra
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Aprile 22, 2024
Dimmi che faccia hai e ti dirò chi voti
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Aprile 19, 2024
La finestra sul parlamento, Episodio 20
ULTIMI POST DELLA SETTIMANA
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- Aprile 9, 2024
Una sentenza storica e ottime notizie per il clima: con una maggioranza di 16 voti contro 1, la Corte europea dei diritti dell’uomo (EDU), con sede a Strasburgo, ha ufficialmente connesso la crisi climatica alla tutela dei diritti umani. La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo segna un punto fondamentale per la climate litigation (contenzioso climatico) in Europa. Si apre una nuova fase che presto potrebbe coinvolgere anche l’Italia, dove tutte le norme interne devono rispettare i diritti e i principi garantiti dalla Corte EDU e dove la Corte costituzionale è tenuta a pronunciarsi sul rispetto dei predetti principi, la cui violazione è incostituzionale. È auspicabile, quindi, che l’orientamento della Corte EDU possa fornire un nuovo stimolo perché l’Italia al più presto conformi[...]
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- Aprile 7, 2024
di Ferdinando Boero - Le grida d’allarme sull’inverno demografico si basano su ragionamenti distinti che meritano di essere collegati. Ad esempio, molti dicono che non sia un problema se siamo otto miliardi: ci stabilizzeremo a dieci miliardi. Domanda: come facciamo a stabilizzarci se continuano a dirci che dobbiamo fare più figli? Che ragionamento! “Loro” devono fare meno figli, noi ne dobbiamo fare di più! In Italia siamo un po’ meno di 60 milioni: dobbiamo aumentare! Quanti abitanti può contenere il nostro paese? Cento, duecento milioni? Nessuno è così matto da auspicarlo: siamo già troppi. L’unico modo per non aumentare è figliare meno. E questo vale anche a livello globale. Ma così siamo un paese di anziani! Beata l’Africa: tanti giovani e pochi anziani![...]
DA APRILEIN TOUR
LA VIGNETTA DIDAVIDE CHARLIE CECCON
DALL'ARCHIVIO DELBLOG
VERSO IL2050
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- Marzo 12, 2024
Ne “L'Isola dei senza memoria" , libro della scrittrice giapponese Yoko Ogawa, si narra di un luogo misterioso e senza nome, tormentato da strani eventi che sconvolgono gli abitanti. Gli oggetti, insieme ai ricordi ad essi legati, scompaiono misteriosamente, lasciando le persone nell'incertezza più totale. La scrittrice dipinge un quadro di un regime totalitario che vuole cancellare dalla memoria collettiva non solo gli oggetti, ma anche i ricordi stessi. Gli abitanti dell'isola vivono in un perpetuo inverno di oblio e privazione. Coloro che osano cercare di preservare i ricordi vengono perseguitati e arrestati dalla polizia dei ricordi. L'idea del libro si presta ad una esatta analogia con il nostro presente. Oggi, le cose scompaiono incessantemente senza che neppure ce ne rendiamo conto. E scompaiono i ricordi, scompare la memoria, per la quale ci distinguiamo dagli animali. La proliferazione di oggetti ci illude, simulando un'abbondanza che non esiste. Ed è la nostra immersione nell'era della comunicazione e dell'informazione a far svanire le cose. Le informazioni, considerate "non-cose", si ergono davanti agli oggetti, facendoli gradualmente svanire. Viviamo in un mondo in cui il predominio dell'informazione viene scambiato per libertà. Contrariamente alla distopia di Ogawa, la nostra società dell'informazione non è però cosí monotona. Le informazioni simulano eventi. Si fondano sul brivido della sorpresa. Ma questo brivido non dura a lungo: ben presto emerge il bisogno di nuovi stimoli. Noi ci abituiamo a percepire la realtà in termini di stimoli e sorprese. In veste di cacciatori d'informazioni diventiamo ciechi nei confronti delle cose silenziose, poco appariscenti, vale a dire abituali, secondarie o ordinarie cui manca qualsiasi capacità di stimolare ma che sanno ancorarci all'essere. Ci troviamo nel passaggio dell'era delle cose all'era delle “non-cose”, ovvero le informazioni.[...]
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