Roma

IL CASO 

"La creatività combatte i tumori"
All'Idi corsi di pittura in corsia

Una ricerca per la prima volta misura i benefici sull'organismo. Il trattamento creativo o, come la chiamano i ricercatori, la terapia artistica, diventa una medicina in più da reinvestire nel ciclo della salute

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Farmaci e pennello. Perché la cura dei tumori è più efficace se il paziente è impegnato in un'attività artistica. Parola di un gruppo di ricerca dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata (Idi), che alle terapie tradizionali ha associato un corso sperimentale di pittura. E i benefici, misurati dalle macchine, interessano non solo la sfera psichica sedando ansie e paure, ma le stesse condizioni cliniche dei pazienti. Il trattamento creativo o, come la chiamano i ricercatori dell'Idi, la terapia artistica, diventa insomma una medicina in più da reinvestire nel ciclo della salute.
 
"Accanto ai soliti questionari", spiega il ricercatore Antonio Facchiano, oncologo sperimentale, "abbiamo messo a punto alcuni misuratori che consentono di valutare scientificamente il miglioramento delle condizioni cliniche dei pazienti". Già, mentre il questionario misura lo stato soggettivo del benessere, "noi  -  spiega Facchiano  -  abbiamo individuato anche alcune funzioni che possono essere misurate con attrezzature biomedicali". Quali funzioni? "La postura, la pressione arteriosa e l'elasticità delle pareti di arterie e altri vasi sanguigni".
 
Ancora Facchiano: "Le persone acquistano posture diverse a seconda della loro salute psicofisica: se si è provati dallo stress o dalla paura, per esempio, ci si curva in avanti quasi chiudendosi al mondo". Le posizioni del corpo, insomma, raccontano lo stato delle condizioni psicofisiche di ognuno. E la postura può essere misurata. "I nostri fisioterapisti", prosegue Facchiano, "lo fanno all'inizio e alla fine del corsoterapia per valutare con rigore misurabile l'effetto benefico del trattamento artistico". La rilevazione della pressione arteriosa (che sale anche in ragione dello stress o dell'ansia e scende quando ci si rilassa) è l'altro strumento di misurazione insieme con l'osservazione dell'elasticità delle pareti dei vasi sanguigni che si induriscono di fronte al crescere delle preoccupazioni. L'ormone dello stress, il cortisolo, inibisce l'elasticità delle arterie: chi è più affaticato è maggiormente esposto al loro ispessimento.
 
"Non sappiamo", spiega Facchiano, "se per questa strada sarà possibile cambiare la prognosi per i malati oncologici, intanto però, siamo sicuri di migliorarne la qualità di vita". Così, con dieci lezioni, una a settimana, il corso di pittura sta a metà del viaggio e i risultati già li tocca con mano il team di medici e psicologi coordinati dal primario oncologo del Sant'Andrea, Paolo Marchetti (Giancarlo Antonini, Francesca Morelli, Alba Zappalà, Eva Mazzotti, Francesco Serranò, Claudia Sebastiani) e dello stesso pittoretutor del corso e coideatore del progetto, Davide Cecilia, ex paziente oncologico.
 
Il decorso dello stesso tumore, si sa, è diverso da persona a persona. La novità della ricerca in corso è di aver messo a punto una strategia di misurazione scientifica dell'evoluzione clinica delle patologie dei pazienti valutando gli effetti dell'attività artistica svolta sul loro benessere. Insomma, se si sapeva già che la psiche influenza le difese del nostro codice immunitario, ora c'è un supporto scientifico in più per tentare di migliorare anche il trattamento terapeutico tradizionale.