Sabbadin al top per la sua rivoluzione dei vini

FIRENZE.Spieghiamolo meglio questo premio al miglior sommelier d'Italia, perchè Padova se lo aggiudica per la prima volta e, soprattutto, perchè Angelo Sabbadinè personaggio cosi schivo che ci voleva proprio un «premione» di tal prestigio per scaraventarlo sotto i riflettori. 42 anni, nativo di Borgoricco, Sabbadin è approdato alle Calandre, dopo esperienze a Milano, al Belle Parti di Padova (di cui è stato socio), da «Giorgio alle Piazze» e al «Viale 19» dell'Arcella. Dagli Alajmo, con la complicità di Raffaele, ha rivoluzionato la carta dei vini, organizzandola per vitigno senza più distinzioni di regione o stato. Se uno cerca, ad esempio, un Sauvignon vi trova elencati i suoi Sauvignon preferiti del Collio come della Francia, con notizie sul vitigno stesso. Sabbadin cura anche il sito www.angelodelvino.it che è una sorta di grosso quaderno sull'universo del vino. Ogni giorno registra 150 visite. Lo champagne per festeggiare il premio «Duca di Salaparuta» attribuitogli ieri a Firenze è pronto, ma stavolta a servirlo non sarà lui... Una volta tanto Angelo sarà il festeggiato.
La guida «Ristoranti d'Italia» tratta bene Padova. La provincia registra 27 presenza, terza in Veneto solo alla «solita» Vicenza con 38 e alla sorprendente Venezia, che quest'anno dall'alto dei suoi 39 locali segnalati porta via il primato veneto ai berici. Treviso segue a 25, Verona a 20, Belluno a 11 e Rovigo a 4.
Presenza folta, ma anche di qualità, con tanti ristoranti nell'elite. Dietro all'inavvicinabile Calandre(19,5), sale La Montecchiain solitudine (15,5) distanziando di mezzo punto La Meridianadi Piove di Sacco che conferma comunque il suo lusinghiero 15/20. Come pure il Lavitdi Rubano, anche dopo l'avvento in cucina del titolare Elian Layousse, conferma il suo 14,5. Con lo stesso punteggio irrompe in scena lo Storie d'amore, ristorante di Borgoricco, di cui sono anima lo chef Davide Filippetto e il suo socio Massimo Foffani. A 14 un'altra piacevole novità: il Lazzaro 1915di Pontelongo, portato in alto dall'estro di Piergiorgio Siviero, giovane cresciuto alla corte di Ducasse. A quota 14 sale anche il Letiziadi Due Carrare, un «tutto pesce» di tradizione, che raggiunge l'altro locale della famiglia Cesaro: il Barettodi Albignasego. Confermano il 14 pure il Sassodi Castelnuovo di Teolo e il Boccadorodi Noventa Padovana. A 13,5 troviamo altri capisaldi della ristorazione padovana: La Montanelladi Arquà Petrarca, la Torredi Monselice e i più giovani Tavernettadi Cinto e Pepe Rossodi Mestrino. Seguono a 13: Tavolozzadi Torreglia, Stelladi Tombolo, Cappa d'Orodi Stanghella, Montegrandedi Rovolon, Officinae Ai Porteghidi Padova, Mariodi Montegrotto, Hostaria San Benedettodi Montagnana; a 12,5: Valpomarodi Arquà Petrarca e Ballottadi Torreglia, a 12 i Tre Caminidi Calaone di Baone. Fra le enotavole il Godendadi Padova e il Centraledi Mestrino. Padova città registra pure sei segnalazioni flash: Bastioni del Moro, Cicheto, Dotto di Campagna, Piccola Trattoria, Vecchia Enotecae Zafferano. (re.mal.)