venerdì 2 marzo 2012

Birra doppio malto: cosa si intende?


Cosa si intende per "birra doppio malto"? L'argomento è un po' trascurato, forse perchè si dà per scontato che gli appassionati della materia conoscano già la risposta. All'interno dei Forum di settore, invece, non è poi così difficile imbattersi in domande del tipo: "Vorrei preparare una birra doppio malto, avete consigli?" 

Quella di "birra doppio malto" è una definizione prettamente italiana, sconosciuta all'estero, usata per stabilire l'importo dell'accisa che il birraio dovrà versare allo Stato su quella birra. Secondo la legislazione del nostro paese si definisce birra doppio malto una birra ottenuta da un mosto con tenore saccarometrico superiore ai 14,5 P° (gradi Plato), sarebbe a dire, per somme approssimazioni, un grado alcolico di circa 6°. Altre bislacche convenzioni legislative italiane, meno conosciute, sono le definizioni di "birra analcolica" (3<P°<8), "birra leggera" (5<P°<10) e "birra speciale" (P°>12,5), tutte finalizzate al calcolo dell'accisa.

Il termine "doppio malto" non ci fornirà dunque particolari indicazioni sulle caratteristiche di una birra, se non che il mosto da cui è stata prodotta era molto zuccherino e avrà, di conseguenza, un tenore alcoolico elevato. E' una definizione poco usata dai birrai artigianali che solitamente appongono il termine sull'etichetta come semplice e formale adempimento legislativo (spesso è sul retro della bottiglia, in piccolo). Chi non lo fa rischia salate sanzioni. Il "triplo malto", invece, è semplicemente una furberia pubblicitaria, assolutamente priva di senso, da non confondere con lo stile "Tripel".


Difficilmente cavereste un ragno dal buco ordinando una "double malt" nella celtica Dublino. Mandate invece a cagare chi cerca di vendervi una triplo malto come fosse una sciccheria da intenditori. 

A tal proposito anche gli Amici hanno la loro storia da raccontare. Quando eravamo ancora alle prime armi e ci giostravamo con kit e barattoli di estratto, decidemmo di produrre una birra da inciuccata, una bella "doppio malto" che facesse girare la testa. Insomma, una birra con i controcosiddetti. Ci recammo dal rivenditore degli estratti, un povero diavolo che di mestiere faceva tutt'altro, ma che sapeva vendere assai bene i propri prodotti. "Quale barattolo ci consigli per preparare una doppio malto?", chiedemmo ingenuamente. "Semplice", ripose. "Ne comprate due e per una stessa quantità di acqua ne mettete il doppio!"

Tutto sommato raggiungemmo il nostro scopo, ma il ragionamento alla base non era proprio ortodosso...

Nessun commento:

Posta un commento

Scrivi un commento: siamo aperti a nuovi punti di vista birrai!!

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...