2007-01-30

INDIANI SECONDA (parte)


STORIA
Non esistono stime attendibili sul numero degli indiani che abitavano l'America settentrionale prima dell'arrivo degli europei: alcuni studiosi hanno ipotizzato la presenza di decine di milioni di individui, ma vi sono notevoli dissensi in proposito. Quando vennero eseguiti i primi censimenti, le popolazioni indigene erano già state decimate da guerre, carestie e schiavitù. Alle violenze perpetrate dagli europei si aggiunsero le infezioni importate dal Vecchio Continente, che provocarono vere e proprie epidemie: si diffusero soprattutto il vaiolo e varie infezioni polmonari e gastrointestinali, contro le quali le popolazioni indigene non avevano mai sviluppato anticorpi. Probabilmente le infezioni non furono sempre letali in Canada, dove la popolazione indigena, costituita in gran parte di cacciatori-raccoglitori, conduceva vita nomade; gli uroni del lago Ontario furono tuttavia decimati da malattie trasmesse dai gesuiti che avevano fondato missioni in quell'area. Le popolazioni indigene del Canada mantennero una relativa indipendenza grazie al fatto che i coloni francesi, perlopiù commercianti di pelli, apprezzavano la loro abilità di cacciatori e avevano inoltre bisogno della loro alleanza nella guerra con l'Inghilterra. Gli inglesi considerarono invece la presenza delle popolazioni indigene come un ostacolo ai loro insediamenti sulla costa atlantica dell'America settentrionale, forzando gli indiani ad abbandonare i propri territori. L'arrivo dei coloni portò inoltre guerre e malattie che decimarono gli indigeni, costringendoli a cercare rifugio a ovest dei monti Appalachi.
Relazioni con gli Stati Uniti
La politica degli Stati Uniti d'America verso gli indiani fu spietata: guerre indiane, deportazioni, massacri, devastazioni dei territori e delle risorse, spoliazione (Indian Removal Act del 1830, Homestead Act del 1862), alleanze non rispettate (l'Oklahoma, riconosciuto ufficialmente alle “cinque nazioni” nel 1834, fu aperto alla colonizzazione nel 1889 e divenne stato dell'Unione nel 1907). La condizione delle popolazioni indiane superstiti all'inizio del XX secolo era segnata dalla povertà e dall'emarginazione. Soltanto nel 1924 fu loro accordata la cittadinanza statunitense.
Gli indiani d'America oggi
Dall'inizio del XX secolo gli indiani d'America degli Stati Uniti, compresi gli aleuti e gli inuit, hanno registrato un progressivo incremento demografico, raggiungendo nel 1990 i due milioni di persone, circa lo 0,8% della popolazione statunitense. Un terzo della popolazione indiana vive nelle riserve, situate in 35 diversi stati; i rimanenti nelle aree urbane, spesso contigue alle riserve. In Canada gli indiani costituiscono circa il 2% della popolazione e appartengono ai gruppi linguistici algonchino, irochese, athabasko, inuit; un gruppo consistente è costituito da popolazioni miste, soprattutto meticci di lingua francese. Nel 1999, in seguito a un accordo con il governo canadese, una vasta regione di 2 milioni di km2 è stata affidata a un'amministrazione autonoma inuit; il territorio è stato chiamato Nunavut (“nostra terra” in inuit).

INDIANI SECONDA (parte)

INDIANI D'AMERICA - parte 2 -

LA SOCIETÀ INDIANA
L'organizzazione sociale degli indiani d'America era quasi ovunque incentrata sulla famiglia. Dove il procacciamento del cibo era particolarmente arduo (perché le risorse erano scarse o difficilmente raggiungibili), si svilupparono le società più ristrette; dove era invece possibile l'agricoltura, le comunità erano più ampie, arrivando a contare da qualche centinaio ad alcune migliaia di individui. 1 Organizzazione politica e sociale Le popolazioni vivevano in villaggi spesso alleati tra loro; ogni villaggio era governato da capi che per decisioni importanti si riunivano in consiglio. In molte aree, le famiglie erano legate in clan, che condividevano la terra da coltivare e i diritti di pesca.
Economia
La maggioranza degli indiani d'America viveva in origine di caccia, raccolta e pesca; l'agricoltura fu introdotta a partire dal 3000 a.C.: la coltura più diffusa era quella del mais, seguita dalla patata, l'arachide, il cotone, il cacao, l'avocado. Il commercio ebbe una notevole importanza: nell'America nordoccidentale i prodotti di scambio erano costituiti in primo luogo da salmone essiccato, olio di pesce e canestri, in quella nordorientale da pelli e oggetti in rame.
Abitazioni
Gli indiani d'America vivevano in tende fatte di pelli nei climi più miti e in quelli più rigidi facevano ricorso a vari tipi di riparo, tra cui capanne costruite con blocchi di ghiaccio o di terra e rifugi interrati. Dove abbondava il legname venivano costruite case di legno, altrove si utilizzava la paglia per coprire semplici capanne. Abitazioni caratteristiche sono il tepee degli indiani delle praterie, il chikee dei seminole della Florida, gli hogan dei navajo. Apparentemente semplici, queste strutture erano il frutto di sapienti tecnologie. Negli stati sudoccidentali, sono tuttora visibili gli insediamenti rocciosi dei cliffdwellers, antenati degli odierni pueblo.
Religione
Gli indiani d'America coltivavano una grande varietà di credenze religiose. La maggior parte delle popolazioni venerava un'entità spirituale, origine di tutte le cose, che veniva identificata in diverse realtà o eventi: come luce e forza vitale (era allora rappresentata dal sole); come fertilità (e quindi aveva sede nella terra); come conoscenza e potere, di cui erano depositari principalmente alcuni animali, quali il giaguaro, l'orso, il serpente. Per provocare visioni venivano spesso somministrati allucinogeni, tra cui il peyote, all'interno di cerimonie caratterizzate da canti e digiuni. Importante era il culto dei morti, di cui erano ministri gli sciamani. Risalgono al 1000 a.C. le prime tombe coperte da tumuli sepolcrali, diventate in seguito centri di culto, tipiche della prima civiltà hopi. Presso alcune popolazioni potevano rivestire occasionalmente funzioni sacerdotali diverse persone, a seconda delle contingenze; non esistevano inoltre luoghi di culto fissi. Le popolazioni meridionali e della costa nordoccidentale del Pacifico avevano invece santuari o templi e sacerdoti permanenti.
Le lingue
Esistono circa un migliaio di lingue indiane d'America tuttora parlate dalle popolazioni indigene e si ritiene che diverse migliaia di idiomi si siano estinti dopo la colonizzazione europea. In molte aree non si parla solo la lingua nativa, ma anche quella delle popolazioni vicine e in molti casi si utilizza una lingua comune compresa da tutti i gruppi stanziati in una regione. In alcune zone si sono sviluppate lingue commerciali o pidgin, costituite da un gergo semplificato attinto spesso da idiomi diversi.
Arti e tecniche
Tra le prime arti sviluppatesi presso i nativi americani vi fu il taglio della selce, che si affermò quasi ovunque tra il X e il VI millennio a.C. Nella zona centroccidentale il rame venne usato fin dal periodo arcaico per forgiare strumenti e oggetti ornamentali, ma la lavorazione dei metalli a partire dal minerale fu importata dal Perù solo dopo il 900 a.C. e il bronzo venne introdotto quasi 2000 anni più tardi, intorno all'XI secolo d.C. Le prime ceramiche risalgono al 3500 a.C. e ancora più antica è l'arte di lavorare il giunco, che raggiunse i livelli più alti nelle regioni occidentali. La tessitura era praticata con varie tecniche, spesso insieme al ricamo (con piume, perle e conchiglie); le popolazioni di cacciatori utilizzavano pelli di daino per realizzare abiti, tende e contenitori. Molto praticato era l'intaglio del legno: nella costa pacifica settentrionale venne elaborato uno stile particolare, di cui i totem costituiscono l'esempio più noto.
Musica e danza
Il relativo isolamento degli indiani d'America ha consentito la conservazione delle loro tradizioni musicali. Il canto è l'espressione musicale dominante, con accompagnamento ritmico di strumenti quali tamburi, sonagli, flauti e zufoli. Le melodie e i testi sono generalmente brevi, ripetuti o combinati in serie. Le danze più note sono quelle degli indiani delle praterie, che comprendevano assolo per uomini e danze rituali di coppia o di gruppo.

2007-01-29

INDIANI D'AMERICA (prima parte)

Il Gran Bacino
e la California Nell'area comprendente le catene montuose e le vallate dello Utah, del Nevada e della California, si sviluppò a partire dal IX millennio a.C. una civiltà arcaica con un'economia basata sulla caccia, la pesca e la raccolta di piante e frutti selvatici. Le popolazioni più conosciute sono i paiute, gli ute e gli shoshoni, insieme ai klamat, ai modoc e agli yurok.
L'altopiano
Nelle foreste sempreverdi e sulle montagne di Idaho, Oregon orientale, Washington, Montana occidentale e dell'adiacente Canada vivevano, tra gli altri, i nez percé (nasi bucati), i wallawalla, gli yakima, i flathead e i cayuse. La loro cultura arcaica durò a lungo; l'economia si fondava sulla pesca al salmone e sulla coltivazione della camas, una pianta dal bulbo commestibile.
L'area subartica
Comprendente la maggior parte del Canada (dall'Atlantico al Pacifico e dalla tundra fino a 300 km dal confine con gli Stati Uniti), la rigidità del clima rende impossibile l'agricoltura: le popolazioni della regione vivevano allo stato nomade, praticando la pesca e la caccia (principalmente di alci e caribù). A est vivevano popolazioni di lingua algonchina, tra cui i cree e gli ojibwa o chippewa; a ovest, gruppi di lingua athabaska. Molte etnie, diventate sedentarie, continuano tuttora a vivere di caccia e pesca.
La costa nordoccidentale
Presenta un'area abitabile ridotta, stretta fra le montagne a est e l'oceano Pacifico. La ricchezza dell'ambiente marino e le fertili colline costituirono condizioni favorevoli all'insediamento umano: si stanziò qui una numerosa popolazione, organizzata in grandi villaggi, che diede vita a una cultura relativamente elaborata (vi sono notevoli testimonianze circa le fastose cerimonie che scandivano la vita delle comunità e reperti che provano lo sviluppo di un raffinato artigianato del legno). Tra i gruppi di quest'area, sono da segnalare i tlingit, gli tsimshian, gli haida, i kwakiutl, i nootka e i chinook.
La regione artica
Lungo le coste dell'Alaska e nel Canada settentrionale non si ebbero stanziamenti umani fino al ritiro dei ghiacci, avvenuto verso il 2000 a.C. Poiché anche qui l'agricoltura non è possibile, le popolazioni locali vivevano cacciando foche, caribù e, in alcune zone, balene. In Alaska vivono gli inuit (eschimesi), una parte dei quali emigrò intorno al 1000 d.C. in Groenlandia; la zona sudoccidentale è abitata dagli yuit, presenti anche in Siberia; gli aleuti, infine, vivono nelle isole Aleutine. Grazie all'isolamento cui furono sempre costrette, tutte queste popolazioni mantengono vive molte antiche tradizioni.

INDIANI D'AMERICA (prima parte)


INDIANI D'AMERICA - parte prima -

E' con questo nome che vengono comunemente definite le popolazioni indigene degli Stati Uniti, del Canada e di parte del Messico. L'appellativo di “indiani” fu loro attribuito da Cristoforo Colombo, erroneamente convinto di essere approdato nelle Indie asiatiche, nell'anno 1493. Essi sono detti anche amerindi o amerindiani (abbreviazioni di American Indians), oppure nativi d'America. Viene calcolato che prima della colonizzazione europea le popolazioni indigene del continente americano ammontassero a circa 90 milioni di individui, la cui gran parte abitava nel Messico e nella regione delle Ande. Ma, non tutti gli studiosi concordano con questa stima.

DA DOVE VENIVANO
Gli indiani d'America discendono da popolazioni asiatiche giunte in Alaska dalla Siberia nordorientale nel periodo glaciale: gruppi piuttosto numerosi avrebbero attraversato lo stretto di Bering, allora coperto di ghiacci, in successive ondate migratorie. Alcuni studiosi fanno risalire le prime migrazioni a 30.000 anni fa, sulla base di studi comparati tra i diversi linguaggi e di analisi delle caratteristiche genetiche; prove più dirette, basate su ritrovamenti archeologici, si riferiscono tuttavia a epoche posteriori, in particolare al 22.000 a.C. per il Canada, al 21.000 a.C. per il Messico e al 18.000 a.C. per il Perù. Pescatori e cacciatori nomadi, i primi abitanti del continente, spostandosi alla ricerca di cibo, diedero vita a una pluralità di gruppi etnici, con culture e tradizioni differenti.

LE AREE GEOGRAFICHE
La civiltà indiana si sviluppò in tutto il continente americano, producendo una notevole quantità di culture, di tecniche, di lingue, a volte molto diverse tra loro. Tuttavia, nell'ambito di definite aree geografiche, si diffusero comuni sistemi economici, politici e culturali. Il sud-ovest I primi insediamenti umani nell'area comprendente l'Arizona, il New Mexico, il Colorado meridionale e il Messico settentrionale risalgono al 9500 a.C. Dapprima cacciatori del mammut e poi del bisonte, gli abitanti dell'area sud-occidentale impararono a cacciare il cervo e la piccola selvaggina, dedicandosi anche alla raccolta di piante selvatiche; per macinare i semi utilizzavano strumenti di pietra. Verso il 7000 a.C., con la fine delle grandi glaciazioni e l'instaurarsi di un clima più caldo e asciutto, queste popolazioni iniziarono a praticare un'agricoltura arcaica. Intorno al 3000 a.C. cominciarono a coltivare il mais, già conosciuto in Messico. Verso il 300 a.C. alcune popolazioni messicane, dedite alla coltivazione del mais, di fagioli e cucurbitacee in terreni irrigati, emigrarono nell'Arizona meridionale. Chiamati hohokam, furono gli antenati degli odierni pima e papago. Il commercio con gli hohokam ebbe nei secoli importanti effetti sulle popolazioni che vivevano più a nord: ebbe un ruolo probabilmente determinante nella nascita della civiltà anasazi (verso il 700 d.C.), da cui discendono gli attuali pueblo. Nel XV secolo d.C. arrivò nell'area un popolo di cacciatori nomadi provenienti da Nord. Da questo popolo, che apprese l'agricoltura dai pueblo e l'allevamento di pecore e cavalli dagli spagnoli, discendono gli attuali navajo e molti gruppi apache. L'estremità occidentale della regione è abitata da gruppi etnici meno numerosi, fra cui gli havasupai, insediati a sud del Grand Canyon, e i mojave, lungo le sponde del Colorado. Le foreste orientali Questa vasta area, comprendenti le regioni temperate di Stati Uniti e Canada orientale, è delimitata a ovest dal Minnesota e dall'Ontario, a est dall'oceano Atlantico e a sud dal North Carolina. In origine era coperta da fitte foreste e abitata da cacciatori; intorno al 7000 a.C. si sviluppò una cultura arcaica e verso il 3000 a.C. le popolazioni dell'area raggiunsero un alto livello di civiltà, non più uguagliato fino al XIII secolo d.C. Risale all'VIII millennio a.C. l'introduzione dell'agricoltura, della pesca, della lavorazione della pietra e, nella zona dei Grandi Laghi, del rame. Agli indiani di quest'area appartengono gli irochesi e alcune popolazioni di lingua algonchina, tra cui i lenape o delaware, i micmac, i narragansett, gli shawnee, i potawatomi, i menominee, gli illinois. Alcune di queste popolazioni emigrarono a ovest nel IX secolo d.C., altre rimasero nella regione, generalmente raccolte in piccole comunità. Il sud-est Gran parte della regione a nord del golfo del Messico, dalle coste dell'Atlantico al Texas centrale, era un tempo coperta da foreste di pini: i numerosi daini che le popolavano costituivano la fonte di sostentamento di una popolazione di cacciatori ivi stanziata. Nel 3000 a.C. l'introduzione dell'agricoltura determinò un incremento demografico. Risale al XV secolo a.C. la costruzione delle prime città: questa civiltà si sviluppò fino al XVI secolo, quando, con l'arrivo degli europei, le epidemie cominciarono a decimare la popolazione. Le popolazioni di questa regione, che includevano i cherokee, i creek e i seminole, erano conosciute anche come le “cinque nazioni” e resistettero a lungo alla colonizzazione europea. Nella stessa area erano insediati anche i natchez, caratterizzati da un complesso sistema culturale, distrutto dagli europei alla fine del XVIII secolo. Le Grandi Pianure Nell'area delle grandi praterie che si estendono dal Canada centrale fino al Messico e dal Midwest alle Montagne Rocciose, la caccia al bisonte costituì la principale risorsa economica fino all'estinzione dell'animale, avvenuta attorno al 1890 per mano dei bianchi. La maggior parte delle popolazioni locali viveva in piccoli gruppi nomadi che si spostavano seguendo le grandi mandrie. Forme di agricoltura stanziale si svilupparono lungo il Missouri e altri fiumi delle pianure centrali a partire dall' 850 d.C., epoca a cui risalgono anche le prime città. Tra i primi abitanti delle praterie vi furono i piedi neri (cacciatori), i mandan e gli hidatsa (agricoltori); quando poi i coloni europei conquistarono le foreste orientali, molte popolazioni del Midwest si spostarono nelle Grandi Pianure: tra questi i sioux, i cheyenne e gli arapaho, preceduti dagli shoshoni e dai comanche.

CODA GIALLA 2

Quando stiamo nella Capanna del Sudore, la porta chiusa, tutto è buio, si vede solo il bagliore rosso delle pietre incandescenti. L'aria è impregnata dell'odore dell'incenso. E' come se fossimo dentro un altro mondo, al di là della nostra dimensione fisica. Quando l'acqua viene versata sulle pietre, il calore non ci purifica solo esteriormente, ma arriva anche nel profondo del nostro cuore. E sappiamo che è necessario sopportare il calore opprimente, se desideriamo essere purificati. In questo modo, alla fine del rito, possiamo uscire dalla capanna come uomini nuovi, che hanno visto la luce della saggezza, attraverso la propria eredità spirituale. Tutto ciò ci aiuterà ad andare incontro alla vita con una nuova consapevolezza del nostro stare sulla terra e dei doveri quotidiani che dobbiamo affrontare, grazie all'eredità spirituale che ci è stata tramandata.
(Coda Gialla) - Crow

CODA GIALLA

Tutti gli Indiani sanno che anche l'animale più piccolo ha una grande importanza e può insegnarci molto, esattamente come sono importanti tutte le piccole nozioni che impariamo giorno dopo giorno. Del resto, qualsiasi giornata e ogni attimo della nostra vita sono pieni di cose piccole. Per questo motivo non dobbiamo concentrare la nostra mente sui grandi possibili avvenimenti del futuro, ma dobbiamo agire per svolgere meglio che possiamo i nostri doveri quotidiani. Solo in questo modo dimostreremo rispetto nei confronti del Grande Spirito e di tutto ciò che Lui ha creato.
(Coda Gialla) - Crow

2007-01-28

GLI INDIANI





GLI INDIANI
Fieri e coraggiosi,in sella ai vostri cavalli maestosi,correte sulle praterie, difendendovi da soprusi e birbanterie,del coraggio e liberta' portatealta la bandiera,lealta' e onore son per voi una cosa seria.Non volete sottostare, a un padrone che come un bieco ladrone,rapinato vi ha delle cose a voi piu' care,dandovi in cambiocome sorte, fame, malattia e morte.






TATANGA MANI ASSINIBOINE (STONEY)
Nascere uomo su questa terra è un incarico sacro. Abbiamo una responsabilità sacra, dovuta a questo dono eccezionale che ci è stato fatto, ben al di sopra del dono meraviglioso che è la vita delle piante,
dei pesci, dei boschi, degli uccelli e di tutte le creature che vivono sulla terra. Noi siamo in grado di prenderci cura di loro.



LA DEVOZIONE QUOTIDIANA

La devozione quotidiana
è più necessaria del cibo d'ogni giorno.Un Indiano si alza presto,calza i suoi mocassini e va al fiume.Si bagna il viso con l'acqua fredda,quindi si tuffa completamente.Dopo il bagno, rimane erettodavanti allo spuntare dell'alba, il visoal sole che danza sopra l'orizzonte,ed offre la sua preghiera muta.La sua compagna può averlo precedutoo può seguirlo nella sua devozione,ma non l'accompagna mai.Ogni anima deve incontrarsi da solacon il sole del mattino,il grande silenzio !Davanti alla bellezza della natura,l'indiano si ferma in contemplazionee non vede il bisogno di distinguereun giorno tra i sette per farlo santo,poiché per lui tutti i giornisono di Dio.- OHIYESA, SANTEE

Preghiera per il grande spirito TATANKA MANI




Oh Grande Spirito, la cui voce ascolto nel vento, il cui respiro dà vita a tutte le cose. Ascoltami; io ho bisogno della tua forza e della tua saggezza, lasciami camminare nella bellezza, e fa che i miei occhi sempre guardino il rosso e purpureo tramonto. Fa che le mie mani rispettino la natura in ogni sua forma e che le mie orecchie rapidamente ascoltino la tua voce. Fa che sia saggio e che possa capire le cose che hai pensato per il mio popolo. Aiutami a rimanere calmo e forte di fronte a tutti quelli che verranno contro di me. Lasciami imparare le lezioni che hai nascosto in ogni foglia ed in ogni roccia. Aiutami a trovare azioni e pensieri puri per poter aiutare gli altri. Aiutami a trovare la compassione senza la opprimente contemplazione di me stesso. Io cerco la forza, non per essere più grande del mio fratello, ma per combattere il mio più grande nemico: Me stesso. Fammi sempre essere pronto a venire da te con mani pulite e sguardo alto. Così quando la vita appassisce, come appassisce il tramonto, il mio spirito possa venire a te senza vergogna". Preghiera per il Grande Spirito Tatanka Mani


(Bisonte che Cammina) (1871 - 1967)





2007-01-27

La Grande Roccia

La grande roccia
Molto tempo fa nel mondo non esistevano storie, la vita era dura per gli uomini, specie quando il gelido fiato dell'inverno soffiava sulla terra livida, ammucchiando alta la neve sulle pareti della capanna comune, eretta al centro del villaggio. Un mattino un ragazzo andò a cacciare, era abile per quanto giovane e quel giorno nel suo carniere raccolse diverse pernici. Mentre tornava verso casa camminando svelto nella neve sentì improvvisamente un'insolita e grande stanchezza che lo costrinse a sedersi nei pressi di una grande roccia che aveva, curiosamente, la foggia di una testa umana. Ti racconterò una storia, disse una voce squarciando con uno schiocco secco il cupo silenzio di ghiaccio. Il ragazzo trasalì, balzando in piedi allarmato. Ma per quanto rivolgesse il suo sguardo tutt'intorno non riuscì a scorgere alcun'anima viva. Calma il tuo cuore, riprese la voce sconosciuta con un suono simile allo scroscio della pioggia di primavera. Sono la Grande Roccia e ti racconterò una storia. Fu allora che il ragazzo si accorse che a parlare era la grande pietra alla quale si era appoggiato per riposare. Avanti, allora, replicò spavaldo, palesando un coraggio che non era sicuro di dominare. Prima devi darmi qualcosa, rispose la Grande Roccia. E allora il giovane cacciatore estrasse dal suo carniere una delle pernici e la pose con cura sulla pietra. La Grande Roccia cominciò a parlare, dipanando davanti al ragazzo tutti gli straordinari avvenimenti che avevano portato alla creazione della Terra. Fu una storia lunga, complessa e splendida. Quando il racconto s'interruppe, il ragazzo si alzò in piedi. Il suo cuore era tanto caldo che non avvertiva il morso crudele del gelo e della neve. Grazie Nonno, gli disse. Corro subito a casa per fare conoscere questa magnifica storia a tutta la mia famiglia. Tornerò domani. Il ragazzo Navajo si affrettò verso il villaggio. Entrato nella capanna annunciò a gran voce che gli era capitato qualcosa di straordinario. Tutti si radunarono intorno al fuoco e il giovane allora ripeté esattamente il lungo racconto della Grande Roccia. Le parole del ragazzo scacciarono il gelo dell'inverno, ravvivando le fiamme del focolare e riscaldando le anime dei suoi ascoltatori. Quella notte tutti dormirono in pace e molte visioni visitarono gli uomini e le donne del villaggio. Il giorno seguente, il ragazzo si recò nuovamente dalla Grande Roccia, offrendogli una pernice che aveva cacciato durante il cammino. Siediti, ti racconterò una storia, disse la pietra. Il ragazzo si sedette ad ascoltare. Andò avanti così per giorni e giorni, nel corso di tutto il lungo tragitto invernale, quando il gelo cerca di mordere il cuore degli uomini. Grande Roccia gli raccontò dei tempi antichi, quando il cielo e la terra erano nuovi e il sole e la luna dei giovani amanti. Tutti racconti splendidi e straordinari, il ragazzo ascoltava con attenzione e ripeteva tutto davanti al suo popolo, radunato di notte davanti al fuoco della grande capanna. Poi, un mattino in cui già albeggiava la primavera, la Grande Roccia non parlò. Nemmeno quando il ragazzo ebbe deposto la sua offerta. Nonno, ti prego, disse il giovane cacciatore, raccontami una storia. Allora Grande Roccia parlò per l'ultima volta. Ti ho raccontato tutte le mie storie. Ora dovranno essere custodite dal tuo popolo. Le racconterete ai vostri figli e altre se ne aggiungeranno ad esse con il passare degli anni. Dove esistono delle storie, altre verranno. Ho parlato. Torna dai tuoi e vivi nella pace. Fu così che le storie entrarono nel mondo degli Indiani delle grandi pianure e delle foreste e sono raccontate ancora oggi davanti al fuoco durante la lunga notte invernale, per riscaldare il cuore degli uomini. E ogni volta che il narratore termina la sua storia, tutto il popolo lo ringrazia. Come fece la prima volta il giovane uomo con la Grande Roccia.

ARAPAHO


ARAPAHO
Gli Arapaho erano una popolazione delle praterie e quindi dei cacciatori nomadi. Con l´arrivo degli europei e la diffusione del cavallo queste loro abitudini si accentuarono. Conosciuti anche con il nome di Kananavich essi chiamavano se stessi Hinanaeina ed erano di lingua Algonchina. I loro territori si estendevano nei dintorni del fiume Missouri nel attuale stato del Wyoming. Gli Arapaho non erano fra le tribù più numerose, infatti il loro numero era di circa 3000 membri divisi in due rami, settentrionale e meridionale. Gli Arapaho erano in rapporti amichevoli con i Sioux ed i Cheyenne di cui furono alleati in alcune delle battaglie più famose del west (Little Big Horn). Durante queste battaglie si misero in luce numerosi capi quali Piccolo Corvo, Mano Sinistra ed Abito Giallo. Intorno al 1865 vennero confinati nelle riserve dopo avere firmato uno dei tanti trattati truffaldini con gli Americani

2007-01-26

VIVI LA TUA VITA

l'immagine mi è stata regalata da un amika (presa dal web)
Vivi la tua vita in maniera tale che la paura della morte non possa mai entrare nel tuo cuore. Non attaccare nessuno per la sua religione; rispetta le idee degli altri, e chiedi che essi rispettino le tue. Ama la tua vita, migliora la tua vita, abbellisci le cose che essa ti da. Cerca di vivere a lungo e di avere come scopo quello di servire il tuo popolo. Prepara una nobile canzone di morte per il giorno in cui ti incamminerai verso la grande separazione. Rivolgi sempre una parola od un saluto quando incontri un amico, anche se straniero, in un posto solitario. Mostra rispetto per tutte le persone e non umiliarti davanti a nessuno. Quando ti svegli al mattino ringrazia per il cibo e per la gioia della vita. Se non trovi nessun motivo per ringraziare, la colpa giace solo in te stesso. Non abusare di niente e di nessuno, per farlo cambia le cose sagge in quelle sciocche e priva lo spirito delle sue visioni. Quando arriverà il tuo momento di morire, non essere come quelli i cui cuori sono pieni di paura, e quando arriverà il loro momento essi piangeranno e pregheranno per avere un 'altro poco di tempo per vivere la loro vita in maniera diversa. Canta la tua canzone della morte e muori come un eroe che sta tornando alla casa."
Capo Tecumseh

LA PIOGGIA

La Pioggia
Poi i maestri della pioggia manderanno il loro alito vaporoso e da lontano giungeranno fino a noi grandi nuvole gonfie d'acqua che coccoleranno il mais: scenderanno e lo abbracceranno con la loro acqua fresca con la loro pioggia viva. E là dove finisce il loro sentiero la pioggia sarà come un torrente: trascinerà sabbia e fango, laverà le valli delle montagne, trasporterà i tronchi fino alla pianura. Scorrerà acqua da tutte le montagne. I solchi di nostra madre, la terra, saranno colmi d'acqua. La mia preghiera è che accada così. Preghiera degli Zuni Amico, guardami! Sono qui a supplicarti per la tua veste. Sono qui per te: per il tuo legno, i tuoi rami, la tua corteccia, le tue radici. Sono qui perché tu abbia pietà di noi. Tu ci dai generosamente la tua veste e io sono qui a implorarti per questo, tu che dai lunga vita. Per te io farò un cesto con le tue radici. Ti imploro, amico: non provare collera per quello che farò. E dillo ai tuoi fratelli perché sono qui. Amico, proteggimi! Amico, allontana la malattia da me e la morte in guerra.
( Preghiera a un giovane cedro ) - Kwakiut

2007-01-25

DETTI INDIANI


Quando la terra fu creata con tutti gli esseri viventi, l'intenzione del Creatore non era di renderla vivibile solamente agli uomini. Siamo stati messi al mondo assieme ai nostri fratelli e sorelle, quelli che hanno quattro zampe, quelli che volano e quelli che nuotano. Tutte queste forme di vita, anche il più sottile filo d'erba e il più possente degli alberi, formano con noi una grande famiglia. Tutti siamo fratelli e allo stesso modo importanti su questa terra.
HAUDENOSAUNEE (IROCHES)




C'è una grande differenza tra il comportamento degli indiani e quello dei bianchi per quanto concerne il rapporto con la natura: l'uno divenne difensore e protettore della natura, l'altro il suo distruttore.
ORSO IN PIEDI, LAKOTA (SIOUX






La primavera è tornata, il sole ha abbracciato la terra. Presto vedremo i figli del loro amore. Ogni seme, ogni animale si è svegliato. Anche noi siamo stati generati da questa grande forza. Per questo crediamo che anche gli altri uomini e i nostri fratelli animali abbiano il nostro stesso diritto a vivere su questa terra.
TATANKA YOTANKA (TORO SEDUTO)

HUNKPAPA LAKOTA (SIOUX)






Sapete che gli alberi parlano? Essi lo fanno! Parlano tra di loro e loro vi parleranno se solo voi li ascoltate. Il guaio dei bianchi è che loro non ascoltano! E così non hanno mai ascoltato gli indiani come non ascoltano le altre voci della natura. Ma vi assicuro, gli alberi mi hanno insegnato molto: sul tempo, sugli animali, sul Grande Spirito.
TATANGA MANI ASSINIBOINE (STONEY)





Nascere uomo su questa terra è un incarico sacro. Abbiamo una responsabilità sacra, dovuta a questo dono eccezionale che ci è stato fatto, ben al di sopra del dono meraviglioso che è la vita delle piante, dei pesci, dei boschi, degli uccelli e di tutte le creature che vivono sulla terra. Noi siamo in grado di prenderci cura di loro.
SHENANDOAH (ONONDAGA)

Non conosco alcuna specie di pianta, uccello o animale che non si sia estinta dopo l'arrivo dell'uomo bianco. L'uomo bianco considera la vita naturale degli animali come quella del nativo su questo continente: come un fastidio. Non c'è alcun termine nella nostra lingua con il significato di "fastidio".
ORSO IN PIEDI, LAKOTA (SIOUX)
















PREGHIERA TATANKA MANI

Oh Grande Spirito, la cui voce ascolto nel vento, il cui respiro dà vita a tutte le cose. Ascoltami; io ho bisogno della tua forza e della tua saggezza, lasciami camminare nella bellezza, e fa che i miei occhi sempre guardino il rosso e purpureo tramonto. Fa che le mie mani rispettino la natura in ogni sua forma e che le mie orecchie rapidamente ascoltino la tua voce. Fa che sia saggio e che possa capire le cose che hai pensato per il mio popolo. Aiutami a rimanere calmo e forte di fronte a tutti quelli che verranno contro di me. Lasciami imparare le lezioni che hai nascosto in ogni foglia ed in ogni roccia. Aiutami a trovare azioni e pensieri puri per poter aiutare gli altri. Aiutami a trovare la compassione senza la opprimente contemplazione di me stesso. Io cerco la forza, non per essere più grande del mio fratello, ma per combattere il mio più grande nemico: Me stesso. Fammi sempre essere pronto a venire da te con mani pulite e sguardo alto. Così quando la vita appassisce, come appassisce il tramonto, il mio spirito possa venire a te senza vergogna".
Preghiera per il Grande Spirito Tatanka Mani
(Bisonte che Cammina)
(1871 - 1967)

CI FU UN TEMPO.....

CI FU UN TEMPO IN CUI IL NOSTRO POPOLO
COPRIVA LA TERRA TANTO QUANTO LE ONDE DI UN MARE
INCRESPATO DAI VENTI COPRIVANO I LORO FONDALI
COPERTI DI CONCHIGLIE. ORA, PERO' QUESTO TEMPO
E' PASSATO E DA MOLTO. E CON ESSO E' SVANITA
ANCHE LA POTENZA E LA FORZA DI QUESTE TRIBU'.
OGGI QUESTE COSE SONO TRISTI RICORDI E BASTA
(Seattle)
DARE LA DIGNITA' ALL'UOMO
E' ALL'ORIGINE DI TUTTE LE COSE.
(Proverbio nativo)


2007-01-24

Evitate di avvicinarvi negativamente alla vita



"Evitate di avvicinarvi negativamente alla vita. Perché abbassare lo sguardo verso le fogne, quando c'è tanta bellezza attorno a noi? Si possono trovare dei difetti persino nei più grandi capolavori dell'arte, della musica, e della letteratura. Ma non è meglio godere del loro fascino e della loro gloria? La vita ha un lato fulgido ed un lato oscuro, perché il mondo della relatività è composto di luci e di ombre. Se permettete ai vostri pensieri di trattenersi a lungo sul male, voi stessi diverrete moralmente repellenti. Cercate soltanto il bene dappertutto, perché possiate assorbirne la qualità e la bellezza."

GODASIYO la Donna Capo

Godasiyo la donna capo
Al principio del tempo, una donna capo di nome Godasiyo governava un villaggio indiano accanto a un grande fiume nell'Est.In quei giorni tutte le tribù parlavano una stessa lingua e vivevano in pace.Poichè Godasiyo era un capo saggio e moderno, molti venivano anche da lontano per vivere nel suo villaggio. Alla fine il villaggio diventò così grande che metà della gente viveva sulla riva settentrionale del fiume e metà sulla riva meridionale.trascorrevano molto tempo andando in canoa da una parte all'altra del fiume per scambiarsi visite, partecipando a danse e scambiandosi vicendevolmente doni di caccaigione, pelli, pellicce frutta secca e bacche.La casa del concilio della tribù era sulla riva meridionale , il che costringeva la popolazione a compiere frequenti traversate per consultare il capo.Per rendere più facile l'attraversamento del fiume Godasiyo fece costruire un ponte con dei tronchi e questo rese di nuovo unita la popolazione. Non molto tempo dopo un cane bianco fece la sua apparizione al villagio e Godasiyo lo volle per sè.La gente che abitava nella sponda settentrionale cominciò ad essere gelosa dell'animale e mise in giro chiacchiere, inventando che il cane era posseduto da uno spirito maligno che avrebbe causato sciagure alla tribù.Un giorno una delegazione della sponda settentrionale attraversò il fiume e andò dalla casa del concilio a chiedere che il cane fosse ucciso.Quando Godasiyo si rifiutò, i delegati tornarono alla loro riva e distrussero il ponte. Da quel momento gli abitanti della sponda settentrinale e della sponda meridionale cominciarono a guardarsi di malocchio.La tribù si divise in due fazioni: quella che rifiutava il potere di Godasiyo e quella che lo sosteneva.Il malanimo fra loro si fece così profondo che Godasiyo previde che il prossimo passo sarebbe stato la guerra. Sperando di evitare spargimenti di sangue convocò i membri della tribù che la sostenevano.Fece presente la pesante situazione della tribù e propose loro di seguire a occidente per costruire un nuovo villaggio. Quasi tutti quelli presenti alla riunione la seguirono. Preparandosi alla migrazione, costruirono molte canoe di corteccia di betulla.Quando tutto fu pronto Godasiyo, con il cane accanto, prese posto su una piattaforma appositamente costruita, collegata a due canoe, e tutte le altre canoe la seguirono.Questa flotta di canoe si perdeva a vista d'occhio lungo il fiume. Dopo che ebbero remato per un lungo tratto, arrivarono ad una biforcazione del fiume.Tutta la popolazione si mise a discutere sulla direzione da prendere, ma non riuscirono a mettersi d'accordo.Alla fine una metà si diresse a destra, l'altra metà a sinistra.Così la tribù cominciò a dividersi.Anche i due giovani che conducevano la piattaforma di Godasiyo non si misero d'accordo: uno pagaiò verso destra,l'altro verso sinistra e fu così che la piattaforma precipitò nel fiume con il suo carico.Udendo il tonfo nell'acqua la gente sui due lati volse le canoe e tutti cercarono di salvare il loro amato capo.Ma Godasiyo ,il so cane, la piattafornma con tutti i suoi averi erano andati a fondo. Sconvolta dal tragico avvenimento, la gente delle due fazioni cominciò a cercare di parlarsi, ma quelli di destra non capirono le parole di quelli di sinistra e viceversa.Quando Godasiyo era annegata,la lingua del suo popolo si era trasformata in più lingue.Questo fu il modo in cui gli indiani si divisero in molte tribù, ciascuna con una lingua diversa.
(mito degli indiani seneca)

POESIA INDIANA


ALL'ALBA, SEDUTA NELLA CASA PATERNA

Siedo tranquilla, nell'alba; una piccola casa alle dighe del Missouri. Un coyote muove furtivo verso il bosco, come me insonne, colpevole e guardingo. Gli uccelli commentano il suo passaggio. Giovani cavalieri Indiani sono qui per prendere il ronzino di mio padre, da usare come cavallo da soma al locale rodeo. Sto bene. Il sole si leva.

preghiera cheyenne


Ho nugoli di frecce per il mio arco,braccia forti per la mia ascia,occhio veloce,un cuore duro e liscio come un ciottolo di fiume. Eppure basterà, al falco della morte, posare il suo sguardo su di me, semplicemente.La morte è fatta così.
Concedimi, o Grande Spirito, di impararela lezione che hai nascosto in ogni foglia in ogni sasso. Io voglio essere forte, non per dominare il mio fratello, bensì per combattere il mio più grande nemico: me stesso. Fai in modo che io possa essere sempre pronto a venire da Te con le mani pulitee lo sguardo leale.Così che, quando la mia vita finirà al calare del tramonto, il mio spirito si presenti a Te senza onta.


(Preghiera Cheyenne)











Ho nugoli di frecce per il mio arco,braccia forti per la mia ascia,occhio veloce,un cuore duro e liscio come un ciottolo di fiume. Eppure basterà, al falco della morte, posare il suo sguardo su di me, semplicemente.La morte è fatta così.
Concedimi, o Grande Spirito, di impararela lezione che hai nascosto in ogni foglia in ogni sasso. Io voglio essere forte, non per dominare il mio fratello, bensì per combattere il mio più grande nemico: me stesso. Fai in modo che io possa essere sempre pronto a venire da Te con le mani pulitee lo sguardo leale.Così che, quando la mia vita finirà al calare del tramonto, il mio spirito si presenti a Te senza onta.


(Preghiera Cheyenne)







2007-01-23

NINNA NANNA



Le ninnananne del mio popolo sono state tramandatedi generazione in generazione ele cantiamo ancora oggi. Molte raccontano di animaliche si occupano affettuosamente dei loro piccoli,altre descrivono la terra d'origine del mio popolo equella in cui vivevamo. Attraverso queste canzonivogliamo insegnare ai nostri figlisoprattutto una cosa:profondo rispetto. Profondo rispetto e grande attenzione per tutto il creato. Solo quando avranno imparato a rispettare gli altri,potranno avere rispetto per se stessi. E solo così otterranno il rispetto degli altri. Per il mio popolo il rispetto di sé è una cosa importantee noi lo coltiviamo e lo sosteniamo. Una persona non può vivere senza avere rispetto per se stessa.

(Henry Vecchio Coyote) - Crow

SONO NATO.....

Sono nato nella prateria, dove il vento soffia liberamente e nulla nasconde la luce del sole. Sono nato in una terra dove non ci sono recinti e ogni cosa respira libertà. Là voglio morire e non dentro delle mura. Conosco ogni fiume e ogni bosco tra il Rio Grande e l'Arkansas: in questa terra ho cacciato e vissuto. Come i miei padri prima di me, io vivevo là e vivevo felice.
( Dieci Orsi, Comanche)

TOTEM DI NASCITA




TOTEM DI NASCITA
I DODICI PERIODI NATALI SONO RAPPRESENTATI DA TOTEM, RAFFIGURANTI L'AN1MALE CHE MEGLIO ESPRIME LE CARATTERISTICHE DI QUELLA PARTICOLARE STAGIONE.
FALCO
21 marzo -19 aprile (Emis. N)22 settembre - 22 ottobre (Emis. S.)
I nati sotto il segno del falco sono pieni d'iniziativa ma spesso, nella loro irruenza, prendono decisioni che poi rimpiangono. Pieni di vita ed estroversi si lanciano con entusiasmo in ogni avventura, ma a volte difettano di tenacia.
CASTORO
20 aprile - 20 maggio (Emis. N)23 ottobre - 22 novembre (Emis. S.)
Pratici e giudiziosi, i nati sotto il segno del castoro sanno essere preservanti e tenaci. Ottimi padroni di casa, sono affettuosi e teneri ma se mancano loro pace ed armonia diventano facile preda dell'irritabilità. Possiedono un acuto senso estetico.
CERVO
21 maggio - 20 giugno (Emis. N)23 novembre - 21 dicembre (Emis. S.)
Gli appartenenti al segno del cervo sono sempre pronti a sacrificare il vecchio per fare posto al nuovo. Odiano la routine ed amano le novità. La loro irrequietezza li porta spesso a passare da una situazione o da una relazione all'altra.
PICCHIO
21 giugno - 21 luglio (Emis. N)22 dicembre - 19 gennaio (Emis. S.)
Sensibili ed emotivi, i nati nel picchio sono pronti a rinunciare ai loro desideri per soddisfare quelli delle persone che amano.Hanno una vivace immaginazione ma a volte possono anche risultare un po' fastidiosi.
SALMONE
22 luglio -21 agosto (Emis. N)20 gennaio - 18 febbraio(Emis. S.)
Entusiasti e sicuri di sè, i nati sotto il segno del salmone amano dirigere. Non scendono a compromessi e la loro forte personalità a volte li fa apparire arroganti verso gli altri. Non sopportano la negligenza.
ORSO BRUNO
22 agosto -21 settembre (Emis. N)19 febbraio - 20 marzo (Emis. S.)
I nati sotto questo segno sono grandi lavoratori, oratici e sicuri di sè. Non amano i cambiamenti e preferiscono restare fedeli a ciò che è familiare. Sono profondi osservatori, generosi, amici e compagni fedeli.
CORVO
22 settembre -22 ottobre (Emis. N)21 marzo - 19 aprile (Emis. S.)
Io corvo detesta la solitudine e si sente più a suo agio in compagnia. Sebbene sia abitualmente gentile e disponibile, se si trova in ambienti negativi ne subisce l'influsso divenendo così scontroso ed irritabile.
SERPENTE
23 ottobre -22 novembre (Emis. N)20 aprile - 20 maggio (Emis. S.)
I nati sotto il segno del serpente sono reticenti e misteriosi e nascondono i loro sentimenti dietro ad una fredda esteriorità. Adattabili, determinati e fantasiosi, sanno riprendere in mano la loro vita anche dopo periodi difficili e drammatici.
GUFO
23 novembre -21 dicembre (Emis. N)21 maggio - 20 giugno(Emis. S.)
Il gufo ha bisogno di libertà di espressione. Vivace, sicuro di se, è un grande osservatore. Curioso ed adattabile, ha la tendenza ad immischiarsi negli affari altrui. Generalmente, lo sforzo fisico non lo spaventa.
OCA
22 dicembre - 19 gennaio (Emis. N)21 giugno - 21 luglio (Emis. S.)
I nati sotto il segno dell'oca sono grandi idealisti, smaniosi di esplorare tutto ciò che è sconosciuto. Vivono con entusiasmo ogni istante della vita, decisi a realizzare i loro sogni. Sono dei perfezionisti e possono sembrare troppo seri.
LONTRA
20 gennaio - 18 febbraio (Emis. N)22 luglio -21 agosto (Emis. S.)
Gli appartenenti al segno della lontra sono sensibili, aperti, pieni di vita; insofferenti a regole e restrizioni, spesso vengono giudicati eccentrici. Amano la pulizia e l'ordine e possiedono uno spirito arguto.
LUPO
19 febbraio - 20 marzo(Emis. N)22 agosto -21 settembre (Emis. S.)
I nati sotto questo segno sono originali, sensibili, intuitivi; il genere di persone alle quali ci si rivolge per chiedere un'aiuto. Danno molta importanza alla libertà e al loro spazio vitale, ma sono anche influenzabili. Sono idealisti, fiduciosi e sinceri.

IndianiBlu-Art



BUON GIORNO NAVIGATORI




IL VECCHIO - Sandoval, Hastin Tlo'tsi hee, Navajo
da: "Il Grande Spirito parla al nostro cuore" Ed. RedVoi mi guardate e voi non vedete in me che un brutto vecchio, ma interiormente, io sono colmo di una grande bellezza.Sono seduto in cima a una montagna e guardo al futuro.Vedo il mio popolo e il vostro popolo che vivono insieme.In avvenire il mio popolo dimenticherà il modo di vivere dei suoi antenati, a meno che non l'apprenda dai libri dell'uomo bianco.Quindi voi dovete scrivere ciò che vi dico e farne un libro affinché le generazioni a venire possano conoscere questa verità.

notte