venerdì 18 gennaio 2008

CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO ( D. Grossman )

Romanzo epistolare: un vero e proprio viaggio nella psicologia e nell’uso della parola.
...."Perchè a volte nei momenti più impensati, per strada, puoi sentire l'anima lacerarsi, catturata nella storia di qualcuno che ti è appena passato accanto..."
******************************
Sarei felice di poter dire a me stesso: "Con lei ho stillato la verità". Sì, è questo quello che voglio. Voglio che tu sia per me il coltello, e anche io lo sarò per te, prometto. Un coltello affilato ma misericordioso - parola tua. Non ricordavo nemmeno che fosse lecita. Un suono così delicato e ovattato. Una parola senza pelle (se la si ripete più volte a voce alta si può sentire come terra riarsa, e non è facile il momento in cui l'acqua s'infiltra fra le crepe).

*********************************

Solo un momento ok?

Anni fa pensavo di sottoporre ogni donna attraente a un particolare esame per stabilire se sarebbe stata la "donna della mia vita". Pensavo che l'avrei guardata profondamente negli occhi, avvicidandole il viso. Più vicino, sempre più vicino, finchè il mio occhio avrebbe toccato il suo. Proprio toccato. Non solo le ciglia o le palpebre, ma i globi oculari, liride e i dotti lacrimali. Naturalmente sarebbero subito sgorgate le lacrime. Il corpo è fatto così. Ma noi non avremmo ceduto, non ci saremmo arresi ai riflessi condizionati e alla burocrazia del corpo finchè non fossero emerse le immagini più offuscate e remote delle nostre anime. Questo voglio ora. Vedere l'oscurità che c'è nell'altro. Perchè accontentarsi Myriam? Perchè non chiedere, per una volta, di poter piangere con le lacrime di un altro?


Nessun commento: