sabato 22 maggio 2010

Il "Granchio del Cocco"




Considerato il più grande artropode terrestre, il "Granchio del cocco" deve il suo nome alla capacità di spaccare, con le sue possenti chele, il cocco per nutrirsi del suo contenuto. In realtà non si tratta di un vero e proprio granchio, ma di un paguro che si è adattato alla vita terrestre indurendo il suo addome (formato in questa specie da chitina abbondantemente calcificata) che gli conferisce una maggiore difesa contro i predatori e soprattutto preserva l'animale dalla disidratazione. Mediamente, ogni 30 giorni (tale periodo dipende anche dall'alimentazione) l'animale compie una muta periodica e trovandosi momentaneamente privo di protezione, in quanto l'addome per indurirsi necessita di qualche giorno, va a nascondersi, finché il suo esoscheletro non si sarà nuovamente e completamente indurito; tuttavia, i piccoli della specie, così come i più noti "paguri normali", ricorrono alla protezione di conchiglie per difendere l' addome che non si è ancora sufficientemente calcificato e che abbandoneranno accrescendosi. E' un organismo estremamente longevo per essere un crostaceo, infatti riesce a vivere mediamente fino a 30 anni e in alcuni casi ha raggiunto l'età massima dei 60. Ha un ampio areale di distribuzione, tra l'Oceano Pacifico e l'Oceano Indiano. Nei luoghi dove è presente, negli alberi del cocco vengono installati dei larghi pannelli metallici per impedire all'animale di arrampicarsi e raggiungere il suo cibo preferito; si nutre anche di frutta marcia, foglie, uova di tartaruga, animali in decomposizione e di alcune conchiglie (pare che l'alimentarsi di conchiglie serva al crostaceo per recuperare i sali calcarei che andranno a rinforzare ulteriormente la sua robusta corazza). L'organo respiratorio è costituito da un apparato branchiostegale, un intermezzo tra delle branchie molto evolute e dei polmoni rudimentali, che permette all'animale la respirazione aerea. Il Granchio del cocco possiede anche delle branchie che consistono in un residuo evolutivo testimoniante l'esclusiva precedente esistenza marina di questa specie. Nonostante conduca vita terrestre, le femmine mature rilasciano le uova in ambiente marino. Da queste uova schiuderanno delle larve (zoee) che trascorreranno la loro esistenza in quello stadio per 4 settimane, dopodiché, con una serie di mute, raggiungeranno forma simile all'adulto. Questo crostaceo viene consumato dall'uomo; inoltre, gli abitanti delle aree in cui è presente conferiscono alle carni di tale animale proprietà afrodisiache ed ha inoltre un ottimo sapore paragonabile a quello del nostro decapode mediterraneo, l'Aragosta (Palinurus elephas). Nonostante la specie non sia considerata a rischio di estinzione e non sia protetta in alcune zone, ne è proibita la cattura. Le femmine che posseggono gonadi in evidente stadio maturativo non possono essere catturate.

Nome comune: Granchio del cocco, granchio ladro, granchio delle palme
Nome scientifico: Birgus latro
Dimensioni: 4 Kg di peso corporeo per 40 cm di lunghezza
Dimensioni massime: 17 Kg di peso corporeo per 1 metro di lunghezza
Nomi locali: unga, kaveu, ayuyu
Distribuzione: Oceano Indiano e Pacifico occidentale
Habitat: terreni sabbiosi o suoli coperti da vegetazione morta, fenditure del suolo, buche
Alimentazione: cocco, frutta varia, foglie morte, animali morti, uova di tartaruga, conchiglie varie.
Riproduzione: da maggio a settembre, l'età adulta viene raggiunta mediamente dopo 6 anni dalla schiusa

In foto esemplare adulto del granchio del cocco (Birgus latro)

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