Bauscia Cafè

A Filippo

Caro Filippo,
nel ridicolo delirio mediatico che ti ha sommerso, ti confesso che la cosa più difficile per me è stata capire quanti anni hai.
Nove. Tu hai nove anni, Filippo. Il che significa, ad occhio e croce, che il 5 maggio 2002 non eri neanche nato.
Alla tua età io vedevo arrivare all’Inter Gianluca Festa e Massimo Paganin, oltre a Jonk e Bergkamp. “Gli olandesi dell’Inter”, già…non ne hai mai sentito parlare, vero? Immagino. Mi colpisce il fatto che il primo nitido ricordo che ho del giornale inutilmente rosa risale proprio a quando avevo la tua età. Era un titolone a nove colonne e recitava così: “Inter e Reggiana: salve!”. Salve dalla Serie B, Filippo. Per un punto, sul Piacenza retrocesso. Quello stesso anno avevamo vinto la seconda Coppa UEFA, poi aggiungi uno Scudetto e una Supercoppa Italiana: avevo visto l’Inter alzare al cielo quattro titoli in tutta la mia vita, alla tua età. Se penso a quello che hai vinto tu in questi nove anni mi vengono i brividi: 5 Scudetti, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe Italiane, 1 Champions, 1 Coppa del Mondo per Club, persino una (l’unica) Coppa per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Roba che altre squadre avrebbero tappezzato la maglia di toppe e scritte celebrative da qui ai prossimi 150 anni.
Il Triplete, Filippo: tu hai visto il Triplete. Una cosa che nè i tuoi amichetti nè i loro poveri genitori hanno mai neanche sognato di vedere, una cosa che non vedranno mai. E tu l’hai vista.
E ora “ti prendono in giro” per una sconfitta contro il Novara? Andiamo, Filippo.
Cosa te ne frega di una sconfitta contro il Novara? Questi sono discorsi da juventini, da milanisti. Non te l’ha insegnata papà la differenza tra noi e loro? Ripeti con me, Filippo: noinonsiamoquellarobalà. Mai.
Sono loro quelli che misurano tutto con vittorie e sconfitte, sono loro quelli per i quali “il fine giustifica i mezzi”, sono loro quelli che sarebbero disposti a vendere gli affetti più cari per uno scudetto in più. Loro, non noi. E’ così che funziona il calcio italiano, Filippo: noi da una parte, e tutti gli altri dall’altra. E’ così che è sempre funzionato.
Stiamo facendo cagare, in questo periodo. Stiamo perdendo tantissime partite, stiamo giocando malissimo e ben al di sotto di quelle che sono le nostre possibilità, di quella che è la storia dell’Inter. Verissimo. Ma è tutto qui, ed è un problema nostro. Non dei tuoi compagni.
Ti prendono in giro? E perchè? Perchè sei abituato ad ottenere dal campo esattamente i risultati che meriti? Perchè dopo una sconfitta contro il Novara non senti il tuo allenatore frignare perchè “non ci hanno dato un rigore”, come un Conte qualsiasi? Perchè Lucio o Ranocchia hanno fatto un errore?
E prendono in giro TE perchè Lucio o Ranocchia hanno fatto un errore?
Prendono in giro TE perchè l’Inter non vince?
L’Inter non è una squadra di calcio per cui tifare, Filippo. L’Inter è una storia d’amore.
Tu ancora sei piccolo, ma crescendo capirai che una storia d’amore cresce e si nutre dei momenti di difficoltà. Ci saranno momenti brutti nella tua vita in cui tutto quello che potrai fare sarà entrare allo stadio o accendere la tv e guardare la tua Inter: e lei sarà lì a consolarti e a starti vicino con l’ennesima vittoria, l’ennesima impresa, l’ennesima Coppa alzata al cielo. Allo stesso modo la tua Inter passerà momenti brutti come quello attuale, e sarai tu a doverle stare vicino. Ad incitarla, ad amarla, oggi più che mai.
Ti prendono in giro? Lasciali fare. Loro non capiscono il legame che c’è fra te e l’Inter, non possono neanche immaginarlo. Per loro è solo una gara a chi fa più punti e a chi alza più Coppe: per te, che ne hai alzate tante quante loro neanche possono immaginare, è molto di più.
Per te è amore, Filippo.
Per te è onestà. E’ raccogliere sul campo esattamente quanto si merita, non un punto di più nè uno di meno. E’ superare insieme le difficoltà, è restare uniti, felici e perdutamente innamorati tanto nella vittoria quanto nella sconfitta. Non ci piace perdere, non piace a nessuno. E non siamo tanto patetici come certi giornalisti che arrivano a glorificare la sofferenza e la sconfitta, tutt’altro. Noi vogliamo vincere, ma sappiamo che non sempre è possibile. E sappiamo che è proprio quando non è possibile che bisogna stringerci strettissimi intorno alla nostra squadra e aiutarla a superare questo momento.
Tu ed io siamo interisti oggi più di quanto lo eravamo il 22 maggio 2010.
Li vedi questi qui?

Questi sono degli sfigati, Filippo. Davvero vuoi essere come loro?

Nessuna vittoria ha più valore della lealtà e dell’onore.
Tu sei Interista, Filippo: vedi di non dimenticarlo mai.
E se proprio continuano a prenderti in giro, mandali a cagare e continua per la tua strada.
A testa altissima.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

PODCAST

Twitter

Instagram

Instagram has returned empty data. Please authorize your Instagram account in the plugin settings .

Archivio