mercoledì 6 giugno 2012

Colpevoli di voler lavorare

Alcune Procure della Repubblica hanno dato corso a dei procedimenti penali in relazione ai crolli di capannoni che si sono verificati dopo l’ultima scossa di terremoto dei giorni scorsi che ha provocato anche delle vittime. Se le indagini hanno per oggetto la verifica se i capannoni sono stati costruiti nel rispetto delle norme, bene fanno le Procure ad indagare; discorso diverso si deve fare se le indagini riguardano gli imprenditori che hanno riaperto la propria attività, ma all’ultima e violenta scossa i loro capannoni sono crollati e purtroppo alcuni dipendenti che lavoravano all’interno hanno perso la vita.
Dopo le prime devastanti scosse di terremoto, numerose aziende avevano chiesto che fossero fatte le verifiche del caso e al loro esito avevano riavviato gli impianti e ad operare in quanto, come si suol dire, il mercato non aspetta neppure quando c’è il terremoto.
Più di questo un imprenditore che cosa poteva fare?
Si può pensare che la colpa della morte di questi poveri lavoratori sia da attribuire ai loro datori di lavoro?
Che cosa dovevano fare gli imprenditori: sedersi come hanno fatto in passato in molti e attendere che altri lavorassero per loro?
Se a tutto questo si aggiunge che il terremoto , anche in zone prettamente sismiche, è del tutto imprevedibile, e che l’Emilia Romagna e la bassa Lombardia non sono ritenute zone sismiche, il cerchio si chiude.

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