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ARMENIA
                                                                                                                                             
L’Armenia costituisce la patria di uno dei popoli più antichi della Penisola Anatolica. Le radici di questo popolo affondano già nel primo millennio a.C. quando, nel VII secolo gli armeni giunsero dalla Frisia, anche se la loro presenza nella regione anatolica è testimoniata da documenti storici già verso il 3000 a.C.
Il popolo armeno si è da sempre contraddistinto e ha sempre mantenuto una distinta e propria fisionomia etnica, religiosa, linguistica, politica e culturale, con una storia di più di venticinque secoli e un patrimonio culturale e artistico ricchissimo considerandolo in proporzione ai circa 3 milioni di armeni che ad oggi vivono nella Repubblica di Armenia.

L’attuale Repubblica di Armenia, (arm. Հայաստան, Hayastan) comprende pressapoco un decimo del territorio dell’Armenia Storica. La capitale Jerevan chiamata anche Erivan o Erebuni (arm. Էրեբունի) è dominata dalla vista del monte biblico Ararat. Secondo un censimento del 2005 gli Armeni (arm: Հայեր, Hayer) che popolano la Repubblica ammontano a 2.982.984 abitanti. La Repubblica di Armenia si estende principalmente su di un altopiano nel Sud del Transcaucaso dell’ Asia Occidentale, compreso tra i due mari Nero e Caspio. Ha circa un’estensione di 29.800 kmq (paragonabile alla Regione Piemonte) dominata dall’Altopiano Armeno che si snoda lungo la catena del Caucaso raggiungendo altezze che vanno dai 1.000 ai 2.500 m. s.l.m. Il monte più alto (4.090 mt) è l'Aragatz. Nella parte settentrionale del paese si colloca il Lago Sevan con una superficie pari a 1360 kmq. I fiumi più importanti del territorio sono l'Hrazdan (Zangù), unico emissario del lago Sevan, lungo 141 km, Vorotan, di 178 km, Debed, di 178 km ed il Kasakh, di 89 km. L'Armenia viene definita da molti come una "isola cristiana nell'islam" per il fatto che confina a Sud con l'Iran, a Ovest con la Turchia, a Est con l'Azerbaigian, paesi tutti di fede musulmana. L'unico stato cristiano (ortodosso) confinante con l'Armenia (a nord) è la Georgia.

L'Armenia Storica, chiamata anche "Grande Armenia" era delimitata a Nord e ad Est dai possenti bastioni dei Monti Pontici e dal Piccolo Caucaso e allungandosi verso Est, si congiungeva con le catene dell'Elbrus-Khorasan. Parallelamente a queste catene montuose, corrono verso Sud i monti del Tauro Armeno, allineati allo Zagros iranico, mentre ad Ovest si elevano l'Anti-Tauro e l'Anti-Ponto che si prolungano dalla Cilicia verso Nord-Est per formare, unendosi ai sistemi del Menjure del Menjan, il nodo dei monti della zona di Erzerum. Da questa piattaforma ondulata, massiccia, rialzata e dislocata tra gli altopiani iranici, l'Asia Minore e l'Asia Maggiore, affiorano alture di notevoli dimensioni come il monte Ararat composto dal Grande Masis, 5.156 mt (Azat-libero Masis), il Piccolo Sis, 3.914 mt (Pokr-piccolo Sis), il monte Aragatz, 4.090 mt, il Nemrut, 3.050 mt, il monte Sipan, 4.434 mt, il Pachr, 3.282 mt ed infine il Menzur, 3.188 mt.
I fiumi principali erano il Tigri (Tigris), lungo 1.950 km.; l’Eufrate (Jeprat), con i suoi due rami: (L'Eufrate Orientale o l'Aratzanì (500 km.) e l'Eufrate Superiore, lungo 2.700 km.; l'Arax (Jeraskh), lungo 913 km. e, infine, il fiume Kura (Kur), lungo 1.364 km. Tre bacini dei laghi: Sevan (storicamente chiamato Geghark'unyats Tzov-Mar Splendido), Van (o lago di Beznunyats) e Urmia (o Kaputan Tzov- Mare Blu), situati in posizione triangolare tra il Mar Nero e il Mar Caspio.

Cenni storici
Delineare un preciso profilo storico dell’Armenia, sia pure di estrema sintesi, diviene un'operazione ardua e quanto mai complessa, data la travagliata alternanza di periodi di relativa pace e conflitti, durante i quali si sono succedute numerose dinastie e governi diversi. Gli Armeni si sono da sempre trovati a convivere e ad interagire con le grandi civiltà del tempo: a partire dai romani, persiani, turchi, arabi fino ai russi, quando nel 1991 in seguito alla dissoluzione dell'URSS, l'Armenia dichiara la sua indipendenza, sancendo in tal modo la nascita della Repubblica Indipendente di Armenia.
Data la complessità della tematica e la vastità dell'argomento, qui di seguito si  preferisce delineare quelli che sono alcuni degli aspetti storici più rilevanti e lasciare spazio, sempre in questo sito, a diverse possibilità di approfondimento per i lettori più curiosi.

Partendo dal periodo precedente al cristianesimo, è importante sottolineare il fatto che si sono succeduti sul territorio dell’Armenia Storica varie occupazioni, con una parentesi di indipendenza sotto il Re Tigrane il Grande, fondatore dell’Impero Armeno, ricordato da Cicerone come “colui che fece tremare la Repubblica Romana”.
La tradizione fa risalire il primo annuncio del Vangelo in Armenia, terra che è stata infatti la prima nella storia ad aver accolto ufficialmente il cristianesimo. Alcune fonti storiche affermano che gli apostoli Taddeo e Bartolomeo furono i fondatori della Chiesa Armena e illuminatori d’Armenia. La conversione della corte armena però, è dovuta all’apostolato di S. Gregorio Illuminatore che nel 301 battezzò il re Tiridate III e la sua corte, proclamando il cristianesimo come religione ufficiale del regno. Questa scelta  e la posizione geografica di frontiera dell’Armenia sono state causa di molte persecuzioni e guerre.

La fine del IV secolo si caratterizza dalla divisione dell’Armenia tra i due imperi romano e persiano (387), mentre il 405.d.C costituisce una data fondamentale della storia degli armeni: il monaco predicatore (Vardapet) Mesrop Mashtots (361-440.d.C.) inventa l'alfabeto della lingua armena per tradurre la “Regina delle traduzioni” cioè la Bibbia; tale invenzione segna l’inizio di un periodo d’oro nella letteratura e nella vita spirituale della Chiesa.

La conversione al cristianesimo non tarda a dare le sue conseguenze tanto che, verso la metà del V secolo, la Persia, per la sicurezza e la compattezza politica dell’impero, cerca di assimilare gli armeni tentando di imporre il mazdeismo (particolare religione arcaica). Gli armeni pagano un prezzo molto alto per il loro rifiuto con la battaglia di Avarayr nel 451 e con il martirio del comandante Vardan Mamikonian ed i suoi compagni (Vasn Kroni jev Hayreniatz – Per la fede e la patria). 
Tra occupazioni e guerre, il popolo armeno conosce varie fioriture culturali:
 - il VI e VII secolo  vedono rifulgere l’architettura armena.
 - il IX secolo è fortemente segnato dalla figura di Gregorio di Narek, il più grande poeta mistico, vissuto tra il 945-1003.
 - il IX secolo si contraddistingue per la fioritura della città di Anì – centro economico e culturale di tutta la regione.

Dal secolo XI e per quasi 300 anni, gli Armeni danno vita sulle coste del mediterraneo al Regno di Cilicia, con capitale SIS, che rimarrà anche sede secondaria del Catholicos dopo la primarziale di Edjmiadzin. In questo periodo si assiste al primo gemellaggio della storia tra la Serenissima e la Cilicia, ovvero Venezia con Layazzo. Il fiorente commercio, la condivisione politica e gli scambi culturali tra armeni e veneti si rafforzano inoltre grazie al matrimonio della veneziana Caterina Cornaro con il re d’Armenia della dinastia dei Lusignani celebrato in Palazzo Ducale il 31 luglio del 1468 a Venezia.

Nel XV secolo tutta l’Armenia viene invasa dagli ottomani, mentre nel 1800 i Russi occupano il Gharabagh e le altre regioni dell’Armenia orientale. L’Armenia in questo periodo conosce un risveglio culturale che ha come centri Costantinopoli e Tiblisi dove vivevano un gran numero di armeni.

Alla fine del XIX secolo quando l’Impero Ottomano comincia la sua agonia, con l’arrivo al potere dei Giovani Turchi, esplode l’ideologia nazionalistica ed il panturanismo: dal 1809 al 1920 viene messo in atto un genocidio che comporta lo sterminio di oltre un milione e mezzo di armeni. Si tratta del primo genocidio del XX secolo, ideato dall'allora governo turco a danno di  un popolo fortemente legato al perdono evangelico. "Il Grande Male - Metz Yeghern", termine con il quale gli armeni chiamano il genocidio, è stata la causa della formazione di una vasta diaspora armena in tutto il mondo.

L'Armenia oggi
La storia recente vede l'Armenia pagare, inevitabilmente, le conseguenze del crollo dell'URSS, di cui era una delle repubbliche più avanzate dal punto di vista tecnologico, scientifico ed economico. L'economia dell'Armenia, così saldamente legata al sistema di produzione industriale dell'ex Unione Sovietica, dal dissolvimento di questa ha ricevuto un duro colpo.
L'indipendenza del 1991 seguiva inoltre un periodo molto difficile dovuto al violento terremoto (6,9 gradi della scala Richter) del dicembre 1988 che colpì la seconda città armena, Gyumrì provocando la morte di 30 mila persone e lasciando senza tetto più di 400mila armeni. Ad aggravare ulteriormente la situazione, nel 1992 tra Armenia e Azerbaigian esplode un conflitto per il possesso del Nagorno-Karabach, enclave armena in Azerbaigian, assegnata all'Armenia dal Soviet supremo sovietico nel 1989. Tale conflitto, che ha coinvolto gli armeni di questa regione e l’Azerbaigian, si è concluso con un cessate il fuoco nel maggio 1994 ed una auto-proclamata Repubblica Indipendente del Gharabagh Montano (in italiano: Alto Gharabagh), non ancora riconosciuta a livello internazionale. Da allora, più di dieci anni di sterili tentativi di negoziati, hanno visto una chiusura totale dei confini con l’Azerbaigian e quindi l’impossibilità di accedere alle risorse energetiche, specie petrolifere, di questo paese limitrofo. Anche i confini con la Turchia (alleato azero) rimangono chiusi, e resta ancora aperta la dolorosa e spinosa questione del riconoscimento del genocidio del 1915.

Oggi l'Armenia è un paese che sta progressivamente e con fatica costruendo il proprio futuro con un percorso tutto in salita verso uno sviluppo che guarda sempre da più vicino l'occidente.
A Jerevan l’edilizia ha conosciuto negli ultimi 10 anni una crescita del 700%, fatto testimoniato dai numerosi cantieri a cielo aperto che stanno cambiando il centro cittadino, rimasto invariato da decenni.
Tra l'Opera e Piazza della Repubblica, una delle piazze più grandi e monumentali della città (tipico esempio di neoclassicismo "socialista" abbinato ad una nostalgica architettura medioevale armena), dove si affacciano musei, alberghi e palazzi ministeriali, si sta infatti materializzando l'ampio viale pedonale e commerciale della Northern Avenue, la prima grande opera urbanistica avviata dopo il tracollo dell'Unione Sovietica, mentre ovunque sono in corso lavori di restauro e ammodernamento per rendere la città degna dell'appellativo di "Parigi del Caucaso" con cui è ormai nota al di fuori dei confini del Paese.

Per il resto, Jerevan conserva intatto l'impianto in stile socialista impostato negli anni Venti dall'architetto e accademico Alexander Tamanian, con il centro racchiuso in un cerchio di ampi viali circolari e ingentilito dalle tonalità rosate del tufo con cui sono stati edificati i palazzi più rappresentativi.  Tamanian fu anche l’artefice del piano regolatore di Jerevan approvato nel 1924 che costituì il primo progetto urbanistico moderno della città, trasformandola da centro rurale di provincia a metropoli industriale e culturale. L'architettura moderna non deve però trarre in inganno: Jerevan è una delle città più antiche del mondo, abitata ininterrottamente da oltre 2700 anni e, per la sua posizione strategica, da sempre oggetto delle mire espansionistiche dei popoli confinanti, Persiani e Ottomani in testa.
Anima vitale della città sono da sempre state le innumerevoli fontane e in particolare nel 1968 venne creato uno spazio cittadino, chiamato "La Strada delle Fontane" con 2.750 bocche per ricordare i 2.750 anni dalla fondazione della città.
Il notevole sviluppo urbanistico degli ultimi anni non ha potuto che accentuare le notevoli contraddizioni che da sempre caratterizzano la capitale: da un lato periferie degradate e mostri di cemento, contrapposte ad un centro, ricco di monumenti e chiese bellissime da una parte e lo sviluppo a volte poco controllato, dei palazzi moderni dall’altra.  I contrasti sociali sono evidenti anche nei mezzi di trasporto: a fianco delle vecchie Lada di fabbricazione russa sfrecciano i modernissimi SUV dei nuovi ricchi.

Si può affermare quindi che il futuro a Jerevan è già cominciato e le forti contraddizioni che la caratterizzano sono testimonianza dell’importante periodo di cambiamento e di transizione che sono possibili grazie anche ad una società armena che al contempo ha dato prova di considerevole compattezza etnica e culturale, e ha negli ultimi tempi evidenziato una progressiva apertura ideologica verso l’Occidente e l’Europa.
L’enorme vitalità del tessuto sociale è evidente sin dalle prime ombre della sera, quando folle di giovani sciamano dai quartieri periferici verso il centro di Jerevan, con destinazione i caffè all'aperto che circondano la piazza del Teatro dell'Opera e le storiche vie Mashtots e Abovyan, scenario della movida armena. C’è una sorta di esplosione della vita notturna che da qualche anno travolge la capitale della più piccola delle ex-repubbliche sovietiche.
Come la Madrid post-franchista degli anni Ottanta, anche Jerevan reagisce alla fine dell'epoca sovietica con un fervore degno di nota. Le decine di caffè all’aperto e gli impensabili locali jazz nascosti tra le basse palazzine, sui marciapiedi tra una fila di tavolini e l’altra, fanno capolino le prime boutique alla moda che espongono i soliti marchi apripista in regioni emergent. Le strade del centro hanno visto il fiorire di ristoranti internazionali, dal sushi alle spezie thailandesi, e negozi di alimenti occidentali, dai dolci di Sak alla pasta del Panino. 

Ci sono tracce di ricchezza e riscatto ovunque nella capitale armena e negli occhi dei giovani si legge la voglia di cambiamento, la voglia di divertirsi e di gettarsi definitivamente il passato alle spalle e progettare un futuro alle pendici della montagna sacra che domina alta e maestosa, vicina e lontanissima Jerevan con la sua presenza arcana e le sue nevi perenni.


Cartina dettagliata dell'Armenia e Gharabagh
Cartina dettagliata di Jerevan
Bibliografia sugli armeni




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