26 apr 2011

PICASSO GUERNICA - Commento


Quando Pablo Picasso dipinse quest’opera che diventò uno dei quadri più famosi dello stesso artista, era il 1937. In questo periodo la Germania, fece un grave bombardamento aereo durante la guerra civile spagnola, che durò più o meno dal 1936 al ‘39, sulla piccola città, dal quale derivò un massacro violentissimo.
Il governo repubblicano spagnolo decise che il quadro poteva stare a decorare il padiglione spagnolo durante l’Esposizione mondiale di Parigi, del 1937.
Sulla base dei principi fondamentali del Cubismo, Picasso esprime in Guernica la sua opposizione ai regimi totalitari dell’ Europa nel XX secolo.
La rappresentazione è un terribile evento bellico, quindi Picasso si schiera dalla parte degli oppressi.
Nulla nelle figure, però, ci indica che si è trattato di un bombardamento.
Appare soprattutto una protesta contro la violenza, la distruzione, la guerra in generale.
Sono presenti figure simboliche che descrivono e racchiudono tutto quello che è stato detto sopra.
L’interpretazione che si può dare al toro nella parte sinistra del quadro, è che esso rappresenta il Minotauro, ( la bestialità storica, mitologica, e questo offre all’osservatore una chiave di lettura chiara ed universale).
La lampada ad olio al centro dell’opera, sta a significare la ragione, e allo stesso tempo la speranza che l’uomo migliori il suo istinto incontrollabile.
Il cavallo agonizzante, racconta il popolo spagnolo distrutto.
Il terrore e la violenza sono leggibili sulla sinistra del quadro,dove appare una madre che grida al cielo, tenendo il figlio morto tra le braccia.
Nella parte inferiore del quadro c’è un cadavere, che tiene un fiore nella mano destra, e che ha, forse, una stigmate sulla mano sinistra come simbolo di innocenza verso la crudeltà
nazi- fascista.
Il fiore può simboleggiare gli stessi contenuti della lampada.
Importanti sono gli aspetti dei personaggi, composti da linee deformanti e dall’ andamento veloce.
Le lingue fuori dai volti sono praticamente aguzze, e fanno pensare a urli assurdi.
L’alternarsi dei bianchi, grigi, neri, accentua le forme violente e il piombare inevitabile della morte a Guernica.
Non sono da dimenticare le dimensioni dell’opera (3,5×7.82 metri), che accentuano i contenuti gettandoli sulla coscienza di chi ci si trova davanti.
Probabilmente, questo, poteva stare a sostituzione di un grande manifesto che denunciasse la guerra, qualunque essa fosse.

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