Acqua della Vita News > Intorno a noi

15 Marzo 2009

 

Dopo le direttive del vescovo

anti-paganesimo

Il popolo di Pizzo insorge: “Vogliamo le processioni!”. 

L’opinione degli altri cristiani.

___________________________________________________________________________________________

 

Riassumiamo il fatto: nel mese di febbraio il direttorio cattolico della diocesi di Nicotera, Tropea, Mileto ha emanato nuove regole per limitare, durante le feste, le espressioni popolari religiose (processioni, ecc.) che niente hanno a che spartire con il vero cristianesimo.

Si leggeva testualmente sulla Gazzetta del Sud del 23 febbraio 2009: “C’è l’esigenza di ben orientare ed evangelizzare” la religiosità popolare per farla diventare un vero incontro con Dio e in Gesù Cristo, senza correre il rischio di finire in forme di devozione che sconfinano nella superstizione e nella magia.”

Così il vescovo Luigi Renzo, il quale, riprendendo anche i consigli di Karol Wojtyla ai calabresi, miranti a “liberare il fenomeno della religiosità popolare dalle incrostazioni superstiziose e paganeggianti”, sottolinea ancora  “la necessità di ben interpretare le feste non riducendole a sopravvivenza arcaica di paganesimo ma piuttosto purificare l’ispirazione religiosa di fondo dagli elementi spuri e devianti per riavvicinare la coscienza popolare alla Parola di Dio, ricollocando tutto nell’alveo della religione pura e genuina.” “Occorre uscire – ribadisce ancora il vescovo Di Renzo - dalle sabbie denunciate dalla Sacra Scrittura…(e qui la dichiarazione si fa forte con la citazione del profeta Amos: 5:21,23): “Io detesto, respingo  le vostre feste e non gradisco le vostre riunioni… lontano da me il frastuono.”  (Sacra Bibbia, versione CEI)

.

A questa direttiva-denuncia seguiva, nei giorni successivi, l’adesione dei parroci di Pizzo, i quali, nel recepire le direttive della diocesi, abolivano alcune processioni della “settimana santa” pasquale per rimpiazzarle con la “celebrazione dell’ufficio delle letture e delle lodi.”

Apriti cielo! Molti hanno gridato subito allo scandalo denunciando le perdite religiose, economiche, turistiche e commerciali a cui andrebbe incontro la comunità. Subito si sono formati comitati e delegazioni (Gazzetta del Sud, 4 marzo 2009), per contrastare la tendenza riformista…

Come andrà a finire? Ancora Pasqua non è arrivata.  Staremo a vedere.

Intanto, a beneficio dei cristiani amanti del confronto e della verità può essere utile trarre qualche spunto di riflessione ascoltando l’opinione del pastore Marco Ielo, responsabile della Chiesa Cristiana Evangelica della città napitina .

“Si può notare innanzitutto” - esordisce il pastore – “che il popolo si preoccupa delle parole e dei desideri del vescovo… mentre sarebbe meglio interrogarsi sul desiderio di Dio e scoprire cosa dice la Sua Parola  intorno a queste cose.”

“Certamente i cristiani evangelici hanno registrato con piacevole sorpresa questo tentativo di “purificare” la religione cattolica da alcuni elementi di paganesimo, anche perché tutta l’opera di evangelizzazione condotta da ogni vero cristiano, ed anche la nostra, mira a riportare la fede popolare alla semplice verità biblica dell’evangelo, liberandola da rituali e tradizioni in contrasto aperto con la volontà di Dio. In modo particolare il tentativo di evitare processioni  con statue che non hanno alcun potere di rappresentare la divinità di Gesù Cristo ci fa riflettere sulla necessità di rispolverare, oltre alle opportune esortazioni dei profeti, anche il famoso 2° comandamento ormai dimenticato (volutamente?):

“ Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire perché io sono un Dio geloso… (Esodo 20: 4,5)”

 

Portare in giro per la città statue ed immagini non è forse un "servire" elementi materiali in contrasto con il comandamento?

“Per il resto” - continua Marco Ielo – “è sempre la vecchia solita storia. Anche al tempo dell’apostolo S. Paolo, nella città di Efeso, accadevano cose simili. Nel primo secolo dopo Cristo infatti la predicazione biblica dell’ apostolo portò gli efesini, devoti all’idolatria (…una parola composta che significa: “culto delle immagini”) della dea Diana, a convertirsi a Gesù Cristo, con l’effetto che smisero di comprare oggetti sacri legati al culto suddetto.(1) Il popolo insorse. Ma se ricordiamo chi  fu a ribellarsi, anche in quel caso noteremo che non furono certo quelli che trovarono ristoro e salvezza nella Verità proclamata da S. Paolo. Si ribellarono i commercianti, gli artefici delle statuette, dei tempietti , quelli, insomma, che traevano lauti guadagni dalla vendita di oggetti e servizi legati all’ignoranza ed alla superstizione della religione popolare!

“Ancora oggi, come si può osservare fra le righe della polemica napitina, il problema è lo stesso. Facendo leva sull’ ignoranza biblica dei cattolici di buona volontà la massa si oppone al cambiamento positivo solo in virtù di un calcolo spicciolo, senza interrogarsi sul vero problema creato da una religione che spesso di Cristo ormai ha solo il nome.

Il cristianesimo, che per definizione stessa dovrebbe essere rappresentato dai seguaci del pensiero e delle azioni di Cristo, in molti casi è ormai formato da un insieme di credi sincretistici che mirano ad esaltare varie figure  mistiche attraverso forme di culto mutuate direttamente dal paganesimo. Cambiano i nomi ma non la sostanza. Nell’olimpo moderno le varie madonne, (ma Maria era una!) i vari santi (tutti rappresentati da statue e figure ben disegnate e ben omaggiate nelle varie processioni), ed i culti ad essi connessi hanno purtroppo preso il posto della vera e semplice adorazione a Dio offerta in “Spirito e Verità”(2)   e indicata da Gesù come Via maestra per raggiungere il Padre celeste (3) attraverso il solo mediatore fra uomo e Dio: Cristo Gesù. (4)

Del resto, oltre al già citato (dal vescovo Renzo) profeta Amos, anche il più famoso Isaia denunciava non solo il problema ma anche le conseguenze di una religione vuota e rituale:

“L’anima mia” - scrive Isaia facendosi portavoce di Dio – “ odia le vostre feste stabilite, mi sono un peso che sono stanco di portare…quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; imparate a fare il bene, cercate La giustizia…” (4)   

Il nostro plauso, in conclusione, al vescovo coraggioso con la speranza che vinca la sua battaglia e trovi la forza di affermare sempre più la verità biblica del cristianesimo, per giungere tutti  presto al tempo in cui ogni cristiano sincero cercherà la verità esclusivamente nella Parola di Dio e nella adorazione del Vero e invisibile Dio rivelato in Gesù Cristo.

In conclusione, vorremmo fosse prossimo il tempo in cui molti,  mettendo da parte interessi e speculazioni commerciali a sostegno della falsa religione, si dedicheranno alla sincera ricerca di Dio e della Sua salvezza perché il ritorno del Signore Gesù  Cristo è vicino e le processioni non salvano nessuno, anzi allontanano dalla verità”.

 

                     (Redazione  ACADV)

 

Note (citazioni bibliche da leggere per approfondire il tema):

1 – Atti 19:24-41

2 – Evangelo di Giovanni 4:21-24

3 – Evangelo di Giovanni 14:6

4 - I lettera a Timoteo: 2:5

 

 

Leggi le altre News - Commenta l'articolo
     
 
 

HOME

CHI SIAMO AGENDA NEWS CONTATTI

DOVE SIAMO

   

Sei il visitatore N°

www.acquadellavita.it © 2008 - 2011 Tutti i diritti riservati

Powered by anc