domenica 5 ottobre 2008

MEMBRANE OSMOTICHE QUESTE SCONOSCIUTE

Accanto ai suoi notevoli pregi, l'osmosi inversa presenta anche una serie di problemi,legati soprattutto al cosiddetto FOULING, nonchè alla durata delle membrane. Per FOULING si intende lo sporcamento delle membrane, dovuto alle sostanze in sospensione presenti nell'acqua da depurare anche solo in tracce, a microorganismi, a sostanze oleose o grasse, nonchè alla precipitazione dei sali contenuti nell'acqua(in primo luogo solfato di calcio e carbonato di calcio.
Inoltre le membrane sono soggette ad un deterioramento accelerato in presenza di sostanze ossidanti, come il cloro.
Per questa ragione l'acqua da depurare deve essere perfettamente limpida e priva di sostanze che possono sporcare o danneggiare le membrane.Se necessario l'acqua deve subire un pretrattamento tale da permettere di alimentare le membrane con acqua molto pulita.
In tutti i casi in cui è necessaria una clorazione, o in cui l'acqua di cui si dispone è clorata. è indispensabile ricorrere ad una declorazione, ad esempio su carbone attivo.
Anche se si dispone di acqua perfettamente pulita, o ritenuta tale, è sempre meglio proteggere le membrane inserendo un filtro a cartuccia a monte dell'impianto di osmosi:se l'acqua è veramente pulita il filtro a cartuccia non si sporca, se invece l'acqua contiene sostanze in sospensione,anche solo in determinati momenti, queste vengono rimosse dal filtro a cartuccia.Quandole perdite di carico del filtro a caruccia superano il valore indicato dal costruttore, le cartucce risultano sporche, e quindi da lavare o da sostituire.

Durante il processo di depurazione,l'acqua depurata esce da una parte (PERMEATO), mentre l'acqua che rimane dall'altra parte della membrana si concentra (REIETTO).
Se tale concentrazione viene spinta oltre il limite di solubilità di una delle sostanze che essa contiene, questa precipita sulla membrana bloccandone i pori.
Ciò avviene soprattutto con il carbonato di calcio e il solfato di calcio.Per combattere questo fenomeno in acque ad elevata salinità si ricorre normalmente ad un condizionamento dell'acqua da trattare, mediante appositi prodotti sequestranti del calcio e del magnesio,che tendono a mantenere in soluzioni questi sali, analogamente di quanto si fa nei circuiti di raffreddamento.

La prima generazione di membrane utilizzabile per grandi impianti era a base di acetato di cellulosa.Tali membrane erano caratterizzate da una bassa resistenza al cloro, una resistenza alla temperatura limitata al massimo a 35° C, un basso coefficiente di reiezione, una resa in permeato limitata, un campo di PH piuttosto ristretto.
Negli anni settanta vennero introdotte la seconda generazione di membrane, in poliammide aromatica, ed i permeatori costruiti con una miriade di fibre cave,agenti da membrana.
Tali membrane erano molto vulnerabili al cloro, avevano una limitata resistenza alla temperatura e una bassa resa di permeato,ma erano caratterizzate da elevati coefficienti di reiezione e da una buona stabilità in un vasto campo di PH.Per quanto riguarda i permeatori a fibre cave, il cui rendimento era in un certo semso soddisfacente,essi si rivelarono particolarmente vulnerabili nei confronti delle precipitazioni e del fouling, difficiliu da rimuovere.
Gli anni ottanta videro infine l'affermazione di una terza generazione di membrane, costituite da un robusto supporto di tessuto non tessuto di poliestere, ricoperto da uno strato intermedio di polisulfone microporoso e da una membrana sottilissima e molto resistente.
Queste ultime membrane composite sono molto resistenti al fouling, sono stabili in un campo di PH da 2 a 11, resistono a pressioni elevate, a temperature fino a 45°C ed hanno un rendimento
eccellente sia come reiezione dei sali sia come recupero di permeato.
Quando le membrane diventano inservibili, è possibile sostituire, le sole membrane, recuperando il contenitore(mentre le membrane a fibra cava rendevano necessaria lasostituzione del modulo completo.)

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