BACI, SESSO E LONGEVITÀ

L'OMS ha definito il sesso come fondamentale per la salute e il benessere dell'uomo e della donna. E non solo il sesso. Bastano i baci, espressione di un amore, di una passione, stimolo di piacere, a rendere più forti le difese immunitarie di una coppia. L'io si disgrega e si rifonde e confonde con quello della persona amata. Il bacio, atto di intimità fisica e psichica, è anche il momento dell'esplorazione chimica e biologica dei due partner. E dalla bocca, dalle labbra partono terminali nervosi, tattili e sensitivi, complessi che innescano a livello cerebrale quei neurormoni, le endorfine in particolare, che in parole povere cambiano una vita. In meglio. Molto meglio.

Un organismo innamorato diventa più "bello" e più forte in ogni sua cellula. Fino a combattere in modo più efficace lo stato di malattia. Parafrasando un noto proverbio si potrebbe dire: "Un bacio al giorno leva il medico di torno". L'importante è che il bacio sia coinvolgente, innamorato, fonte di piacere.

Eppure quando la medicina si trova di fronte a guarigioni impreviste la cui causa potrebbe proprio essere un forte amore o una rinnovata vita di coppia tende a negarle. O, comunque, a non studiarle nella giusta dimensione. Lo stesso Pauling, premio Nobel per la scoperta della vitamina C, in un suo libro racconta della "miracolosa" guarigione di un malato di tumore in fase molto avanzata (la prognosi era un anno di vita al massimo) che per non lasciare nulla in eredità ai suoi diretti parenti si mise a mangiare i limoni delle sue tenute (chili al giorno). Ad una prima lettura, e secondo l'interpretazione di Pauling, furono i grandi quantitativi di vitamina C fresca assunti a determinare la svolta nella malattia. Ma esiste un'altra verità: il settantenne, ricco ma malato e depresso, si innamorò perdutamente della giovane infermiera e ritrovò sia la voglia di vivere, sia un vivificante rapporto di coppia, sia una benefica ondata emotiva. E, dopo l'incomprensibile guarigione, un nuovo erede. Leggenda?

«Forse - dice Roberto Orecchia, radioterapista oncologo dell'IEO di Milano -. Ma la storia di cui sono stato testimone io è simile, al di là della guarigione. Un sessantenne con tumore al fegato con sei mesi di vita nel 1998, trapiantato di fegato oltre un anno dopo a Londra, oggi con un tumore alla prostata e il fegato da ritrapiantare perchè il donatore di allora aveva l'epatite C. E lui che non vuole farsi operare alla prostata per non rischiare l'impotenza, innamorato com'è della moglie trentenne sposata dopo il trapianto a Londra. Risultato? Vedremo come andrà a finire. Intanto i sei mesi di vita sono diventati sei anni. Quasi incomprensibili per la medicina».

«I cinesi contemporanei di Cesare Augusto la pensavano diversamente», racconta Claudio Corbellini, neurologo di Pavia ed esperto di medicina tradizionale cinese. «Per i loro medici il sesso rappresentava una fonte di energia e la sessuologia era scienza da coltivare, ovviamente al servizio dell'Imperatore e dei ricchi Mandarini. Sono stati i primi a studiare il modo di trasformare il rapporto sessuale in una sorta di elisir di lunga vita per l'Imperatore. Mogli e concubine erano fonte di energia vivificante: una sorta di vampirismo sessuale la cui prescrizione medica avrebbe garantito benessere e longevità al Signore Celeste». Le concubine, innanzitutto, dovevano essere giovani, inesperte, "prede" e l'atto sessuale aveva regole ben precise affinchè avvenisse il trasferimento di energia all'Imperatore.

«In Tibet, invece - continua Corbellini -, già allora si attribuiva all'amore una grande importanza come scambio di energia tra i due partner: l'amplesso accumula e aumenta le energie in campo e poi arricchisce entrambi gli innamorati. È la visione tantrica del sesso in cui anche la sfera emotiva ha una sua importanza. E certi massaggi dei muscoli pelvici, delle zone che oggi preferiamo definire eroticamente stimolanti, avevano una loro logica ai fini dell'accumulo di energie finalizzate al successivo benessere».

Scientificamente è stato visto, prima sui ratti poi sui primati (ricerca apparsa su Nature), quale meccanismo scateni un rapporto sessuale a tutti i livelli dell'organismo. Dall'ossitocina sviluppata a livello degli organi genitali parte l'input per le zone del cervello (ipotalamo in primis) deputate a comandare un'ondata di endorfine, neuro-ormoni del benessere: annullano il dolore, inducono piacere e ottimismo, innalzano le difese dell'organismo. Quest'ultimo punto è la chiave. L'unico appiglio scientifico a guarigioni inspiegabili o a stupefacenti immunizzazioni.

«Un curioso recente studio sembra confermare tutto ciò anche per l'uomo - dice Corbellini - È stato visto che avere 2-3 rapporti sessuali alla settimana protegge dal raffreddore». E il virus del raffreddore è uno dei più "tosti". Un vaccino per bloccarlo non è stato ancora creato nonostante il sicuro ritorno economico per chi riuscisse a metterlo a punto. Quindi sulle difese dell'organismo il sesso sembra proprio avere un effetto stimolante.

«Non credo proprio sia in grado di guarire da un tumore - dice Umberto Veronesi - Senz'altro ha un effetto protettivo per tutti gli ormoni e i neurotrasmettitori che chiama in causa. Per una donna per esempio avere un primo figlio in giovane età ed averne più di uno durante l'età fertile, e allattarli, è un valido scudo contro il tumore al seno. Poi l'amore di coppia, un'attività sessuale normale sono fondamentali nella riabilitazione dopo un tumore sia della donna sia dell'uomo. Per questo allo IEO abbiamo aperto un ambulatorio di sessuologia diretto da Alessandra Graziottin».

L'oncologa e sessuologa del San Raffaele di Milano entra nei dettagli del perchè l'amplesso e lo stato di innamoramento sono biologicamente efficaci nel rafforzare uno stato di salute: «Perché esista una corretta funzione sessuale è necessaria l’integrità anatomica del sistema limbico, o diencefalo, la zona del cervello più arcaica. Alcune aree (ipotalamo, talamo, amigdala, ippocampo) che compongono questa zona producono neurotrasmettitori implicati nel complesso gioco tra desiderio e soddisfazione».
Si deve creare un equilibrio tra tutta una serie di ormoni: da una parte androgeni, DHEA (meglio noto negli Stati Uniti come l'ormone della longevità), dopamina e ormoni tiroidei, tutti “motori” del desiderio, dall'altra la prolattina, la vasopressina, che “spengono” i motori. Ma al vertice della cascata di ormoni che attivano o spengono il desiderio e quindi l'amplesso ci sono due neurotrasmettitori, l'ossitocina e le endorfine (gli oppioidi naturali) che sono il vero trait d'union con il benessere e la maggiore efficienza del sistema immunitario. L'ossitocina e le endorfine raggiungono il loro picco al momento dell'orgasmo. E contrastano l'eccesso di sintesi di cortisone (l'ormone della stress) che abbassa le difese immunitarie e favorisce uno stato di depressione.
«A parte gli ormoni – spiega la Graziottin – tra uomo e donna vi sono notevoli differenze a livello di desiderio ed eccitazione. L'eccitazione femminile è in gran parte legata al dialogo amoroso, alle parole, e assai meno alla stimolazione visiva che è, invece, importante per l'eccitazione maschile. L'altra differenza anatomica importante riguarda alcuni nuclei dell'ipotalamo che regolano la secrezione degli ormoni sessuali, ciclica nella donna, continua nell’uomo. Questa diversità spiega la variabilità del desiderio sessuale femminile e l'altrettanto variabile recettività ai ferormoni (molecole che eccitano e selezionano il partner agendo sull’olfatto) della donna, rispetto alla continuità del desiderio maschile».

Gli ultimi studi hanno poi individuato nell'amigdala, una regione del sistema limbico del cervello, un centro chiave dell'inibizione e la modulazione dello stimolo sessuale. Se manca o non funziona, la persona è affetta da "bulimia" sessuale. Il che però, in questo caso, non corrisponde ad uno stato di maggior benessere e anzi mette a rischio la selezione della specie.

E quale malattia è più evocativa del sesso in senso negativo come l'Aids?
«Io mi sono salvato grazie all'amore del mio compagno, un amore vero, completo. Prima di ammalarmi avevo solo rapporti con partner occasionali. Poi quando il mondo mi è crollato addosso ho trovato uno stimolo talmente forte nell'amore da non aver nemmeno più paura di morire. È stato sufficiente a farmi sopravvivere dopo che da sieropositivo sono diventato malato conclamato. A differenza di altri ho resistito bene fino all'arrivo dei nuovi farmaci»: G., 42 anni, pianista, è convinto che l'amore l'abbia aiutato molto a combattere il male: gli ammalati che conosceva sono morti tutti. Lui c'è ancora.

Forse però il sesso non fa troppo bene al cuore e alle coronarie?
«E chi l'ha detto? – risponde Antonio Bartorelli, direttore della cardiologia invasiva del Monzino di Milano – Chi muore di infarto tra le braccia della partner ha le coronarie già ostruite ma non sa cosa rischia. In realtà l'attività sessuale fa bene al cuore. E l'amore in quanto sentimento ed evento emotivo è protettivo. Al contrario una forte arrabbiatura, l'ira, mettono in pericolo l'apparato cardiovascolare. Come? Innescando nell'organismo il sistema d'allerta: il corpo si prepara alla fuga o allo scontro, la pressione del sangue sale, i muscoli si contraggono, i vasi sanguigni si chiudono e l'eventuale placca arteriosa si può rompere provocando una trombosi. Il cuore se non è più che in forma va in tilt».

Ma quanto l'amore aiuta la ripresa dopo l'infarto?
«Fino a vent'anni fa era vietato nel periodo di convalescenza. Oggi non più, ma è meglio farlo con il partner abituale per evitare stress maggiori».

E quanto un coinvolgimento emotivo aiuta a sopravvivere?
«Non riesco a valutarlo. Posso solo raccontare un episodio che mi ha segnato. Una notte, alle tre, mi arriva d'urgenza un sessantenne con un infarto massivo in atto. Ha un arresto cardiaco durante l'angioplastica. Per 50 minuti tentiamo di rianimarlo senza successo. I miei mi guardano facendomi segno che non c'è più nulla da fare. Esco e vedo una giovane donna che, quasi dandomi un ordine mi dice “aspetto un bambino da quell'uomo, lei deve rientrare e farlo vivere”. Impossibile. Ma torno sui miei passi e faccio quello che sarebbe illogico fare… E oggi quell'uomo è ancora vivo. L'amore in questo caso ha dato una forza particolare al medico».

Ma se è vero che sesso e amore sono fonte di benessere e forieri di buona salute, per l'Italia una riflessione è d'obbligo. Il nostro Paese guida la classifica mondiale della longevità, tra 4 anni avremo un 40 per cento della popolazione anziana e secondo le previsioni in buona salute, eppure nel menage di coppia sembra scoppiata un'evidente crisi.
Natalità bassa e tanta insoddisfazione. Lo dicono i numeri. Quelli statistici integrati con sondaggi più o meno attendibili. Uno, però, è stato valutato scientificamente corretto dal British Medical Journal che lo ha pubblicato. È l'inchiesta condotta dalla SIMG, da cui è emerso che o gli italiani mentono anche in regime di anonimato, in virtù di una storica pudicizia sulle cose di sesso, oppure la vita sotto le lenzuola del Bel Paese è in una crisi preoccupante. Su quasi seicento persone (279 donne e 270 uomini) che hanno risposto al questionario, più della metà ha confessato di essere insoddisfatta della propria vita sessuale. Per la precisione, risulta tale il 53,7% degli uomini e il 58,8% delle donne.
Per il maschio italiano questa ricerca è il colpo definitivo alla fama di amante focoso, in effetti già appannata da tempo; per la donna emerge un sommerso di insoddisfazione che lascia sorpresi in un'epoca di conquiste femminili consistenti nella sfera pubblica. Ma il privato è, evidentemente, altra cosa se è vero, come suggerisce lo studio, che quasi il 50% delle intervistate confessa di non riuscire a raggiungere l'orgasmo. Per l'uomo il problema più frequente sono le difficoltà di erezione (non a caso l'Italia è al terzo posto in Europa nel consumo del Viagra, preceduta da Germania e Gran Bretagna), ma una quota non trascurabile degli intervistati fatica, comunque, a raggiungere l'orgasmo o si blocca al momento della penetrazione.
Ma questo popolo di scontenti a letto è un campione attendibile dell'italiano e dell'italiana medi? «Credo di sì - risponde Raffaela Michieli, medico di famiglia veneziano, responsabile dell'area salute della donna della SIMG, coordinatrice dell'inchiesta insieme con Aurelio Sessa -, le persone alle quali abbiamo offerto il questionario erano in buona salute e nel 54% dei casi sotto i cinquant'anni, nell'età in cui teoricamente si è raggiunta la maturità sessuale e la si dovrebbe vivere pienamente. Per di più, nel 70% dei casi si trattava di coppie sposate; soltanto l'11% erano single senza una relazione stabile. Non abbiamo, perciò, motivi per dubitare dell'attendibilità dell'indagine».
Non è la prima volta che viene alla ribalta l'insoddisfazione sessuale degli italiani. Nel 2000 un'indagine del Censis aveva rivelato che nel nostro Paese il 60% degli uomini è preoccupato del proprio rendimento a letto e che il 37% delle coppie stabili ha rapporti una volta alla settimana. Perché così poco? Per stanchezza (43,9% del campione) oppure per stress (35,9%). Un bel disastro, insomma. Ma quali sono le cause di tanta frigidità? «Prima di dare spiegazioni affrettate e generiche, quali i ritmi di lavoro, la crisi dei ruoli e altre amenità del genere - risponde la dottoressa Michieli - dobbiamo analizzare i dati in modo approfondito. Il nostro scopo non è "fotografare" le prestazioni sessuali degli italiani, ma avviare una ricerca seria sul problema, che ci consenta di mettere a fuoco i punti critici e dare una mano ai pazienti. Che oggi, molto più che in passato, chiedono aiuto al medico di famiglia anche su questa sfera intima della loro vita». Giustamente, se utile anche a guarire.

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