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MARIA MADDALENA
II grande
trittico della resurrezione era appoggiato alla parete dello
studio del pittore Antonio Di Noia.
Era quasi completato e si vedeva Cristo risorto, 1' angolo
che annunciava la Resurrezione.
C'era Maria la madre di Gesù, in attesa. Mancava soltanto
il volto di Maria Maddalena. Ero lì per posare. Dovevo
prestare il mio volto, appunto, per Maria Maddalena, la peccatrice.
Ero seduta, mentre il pittore lavorava, intenta a pensare
intensamente che espressione dovevo dare a questa raffigurazione.
La peccatrice, una donna che aveva venduto il suo corpo, una
donna additata dalle finestre socchiuse dalle madri alle loro
figlie, una donna usata dagli uomini, pagata per un attimo
di piacere, una donna di cui non si doveva parlare, una donna
che doveva strisciare al buio fra i vicoli del villaggio,
una donna che non poteva sostare in piazza alla luce del giorno.
Maddalena la peccatrice, la vergogna della comunità,
Maddalena il peccato, Maddalena il vizio, Maddalena la corruzione,
Maddalena il guadagno facile, Maddalena la prostituta.
Maddalena ! Quante Maddalene ci sono fra di noi oggi. Chi
siamo noi donne oggi? Quante Maddalene si sono trasferite
dalle pagine del vangelo alle soglie del 2000?
Noi che ammiriamo nello specchio del mattino il nostro volto,
che usiamo il colore, il carminio, il belletto, per apparire,
per provocare, per piacere, per conquistare un posto di lavoro,
un uomo, una posizione, una lira in più.
Noi costrette ad essere come ci vogliono, non come siamo,
noi che soffochiamo il nostro corpo per indossare un vestito
alla moda, noi | che esibiamo le nostre voglie per dare l1
illusione del piacere, noi che ci sediamo alla mensa di un
uomo soltanto dopo che abbiamo saputo quanto vale in potere,
in ricchezza, in possedimenti.
Noi costrette a dire si, soltanto perché quel si ci
porterà del guadagno.Maddalena non è più
lungo la strada.
Maddalena è fra di noi, nei salotti, nelle cattedrali,
nei laboratori, al senato, nei supermarket, negli autobus,
nella metropolitana. Maddalena frequenta gli atelier, la scuola,
gli istituti di bellezza, viaggia in aereo, frequenta gli
ippodromi, le feste di beneficenza, recita le bugie in tutte
le lingue. Maddalena è il nostro sìmbolo, la
nostra bandiera, il nostro Vangelo.
La menzogna usata per apparire, per piacere, per guadagnare,
per essere "in", è la prostituzione del 2000.
Maddalena, la prostituta perdonata, protagonista di uno dei
momenti più alti del cristianesimo! Il perdono!
L' arma più grande, più moderna, più
folgorante, 1' arma che stermina masse enormi di eserciti,
1' arma che annienta il nemico senza spargimento di sangue.
Il perdono!
La mano di Cristo sui lunghi capelli della peccatrice, la
mano che purifica, la mano che con pazienza cancella dopo
ogni carezza le piaghe di una colpa, che cancella le macchie
di un peccato, la mano calda sulla fronte che entra nell'
anima di Maddalena per far rinascere quel giglio che non è
stato mai macchiato.
E noi oggi dove troveremo il perdono? Dove potremo fare quel
bagno purificatore? Dove sarà la mano di Cristo che
cerca la nostra fronte? In quale parte del nostro corpo potrà
nascere il giglio, il simbolo della purezza?
Quella mano purificatrice dì Cristo un giorno calerà
su di noi come una condanna. Ci troveremo nude sulla strada,
senza belletti, con la nostra verità, con le nostre
bugie, con i nostri artifizi, con 1' oro guadagnato con V
inganno che sarà diventato piombo, con i compagni conquistati
con arte tramutati in manichini di creta, con le nostre viscere
che non ospiteranno i figli nati dall' onore, con il nostro
seno che non potrà dare più latte.
Il quadro era terminato.
I mie pensieri sono rimasti li, fra il rosso carminio delle
labbra e
il fondo dorato della cornice.
Ogni tanto vado a vederlo, alla periferia di Roma, in questa
chiesetta, dove soltanto vecchie e poveri pregano in silenzio.
Mi siedo fra i banchi deserti, io non so pregare! Però
sento con gioia, come un incanto, come una musica, come un
miracolo che una mano calda accarezza la mia fronte.
Soltanto allora so pregare, con una parola sola: Grazie!
Grazie per aver capito, meditato, osservato.
Grazie se nei giorni di dolore ho trovato la forza di reagire,
grazie per questi grandi momenti di intimità.
Grazie, ma intanto, fra poco, fra un attimo devo tornare alla
vita, devo salire i gradini del mio destino, devo per forza,
così mi vuole la gente, così sono obbligata
a comportarmi nella società.
Questa commedia recitata con arte, però, non mi fa
più paura, non mi fa cedere, i mie nervi non crolleranno.
So che questa faccia da pagliaccio piace alla gente del circo,
so che le smorfie scatenano gli applausi, ormai so come mi
vuole la platea.
Ed io vado avanti, senza paura, verso la meta che il destino
mi ha assegnato, combatterò con tutte le mie forze,
e se durante la battaglia tremerò so dove trovare l'energia
per ricaricarmi.
In quella piccola chiesetta alla periferia della città,
nel silenzio dei banchi, dove si compra il pane per i poveri,
dove ho imparato la grande lezione del perdono.
Il mondo che ho lasciato fuori non mi tocca più, fra
i banchi ritorno la ragazza del carrubo.
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