lunedì 16 aprile 2007

INSULINA. Ma a tavola il rischio cancro non si riduce certo con la macrobiotica.

Gli oncologi e i cardiologi ormai dettano legge in cucina. Ne siamo contenti, perché hanno la responsabilità di fronteggiare in tempo reale le due più diffuse malattie al mondo. E, a differenza di nutrizionisti e dietologi che in tv o sui giornali sparano banalità o si mostrano inadeguati in modo imbarazzante, hanno l'obbligo dell'aggiornamento e sono abituati a esibire validi "risultati". Fatto sta che i ricercatori clinici spignattano peggio di vecchie casalinghe di provincia, e di alimenti ne sanno molto più di nutrizionisti, dietologi e alimentaristi.

L'oncologo milanese Franco Berrino, molto interessato da anni all'alimentazione naturale (lo troverò come collega relatore al Convegno di Bari "Le medicine negate", dal 9 al 10 giugno) è al centro d'un articolo di Antonella Sparvoli sul Corriere della Sera, che fa il punto, purtroppo con una coda di esempi gastronomici  orientalizzanti non troppo felici o poco salutari (cotture “saltate” in padella, alghe, salse salate di soia come il tamari ecc., tratte dalla dieta macrobiotica o dalla cucina del Giappone) dello chef “di successo” Giovanni Allegro, sulla dieta preventiva dei tumori. Lo riportiamo qui di seguito. L'obiettivo è ridurre l'insulina, collegata quando è in eccesso al maggior rischio tumori.

Ma, o perché Berrino è macrobiotico e potrebbe essersi lasciato influenzare da questa sua tendenza personale (e la macrobiotica non è affatto anti-cancro, come si dimostra in questa monografia corredata di molti studi scientifici, anzi è una dieta sbagliata e a rischio, anche perché stracuoce tutto, ha troppo sale e riduce al minimo proprio i cibi più protettivi: frutta e verdura specialmente crude), o perché la giornalista non ha capito o si è persa un capoverso del documento, o perché si tratta d'una fase parziale o mirata dello studio (appunto, l'ipotesi di lavoro dell'insulina), fatto sta che appare curiosa e scandalosa tra le “regole” proposte l’assenza della raccomandazione di consumare più frutta e verdura, le cui famose 5 o 6 porzioni al giorno sono ormai un must ineliminabile in prevenzione.

E invece, verdure e frutta, cibi protettivi fondamentali, sono citati di sfuggita, e per di più accompagnate da un messaggio profondamente sbagliato e diseducativo perché spinge alla cottura: "anche fritte" vanno benissimo, sostiene l'articolo. Incredibile! Che cos'è, un residuo mnemonico del famigerato nituké macrobiotico? Certo, i polifenoli antiossidanti restano, ma che dire degli inevitabili grassi cotti e degli idrocarburi cancerogeni che si aggiungono, del sale, e della mancanza di altrettanto cibo crudo? C’è di che essere meravigliati e anche scandalizzati. Meno male che si dà spazio ai cereali integrali! (Nico Valerio).

Ed ecco il contestato articolo del Corriere della Sera, seguito dalle discutibili ricette orientalizzanti a base di alghe e cotture in padella dello chef Giovanni Allegro che non riportiamo (ma leggibili nel link):

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DIETA ANTICANCRO IN QUATTRO MOSSE
L' ha formulata l'Istituto dei tumori di Milano che da anni studia le relazioni tra cibo e malattia. Le regole alimentari scientifiche studiate dagli specialisti

Corriere della Sera, 15 aprile 2007

Le ricerche parlano chiaro: migliorando l' alimentazione si potrebbe prevenire più di un terzo dei tumori. Lo sanno bene gli esperti del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell' Istituto dei tumori di Milano, che da anni studiano le relazioni tra dieta e cancro. Il risultato? Una serie di raccomandazioni alimentari mirate a modificare in modo favorevole alcuni parametri sanguigni associati a un maggior rischio di malattia. L' obiettivo principale della dieta per la prevenzione del cancro è ridurre i livelli di insulina nel sangue. "L'insulina - spiega Franco Berrino, direttore del Dipartimento - fa aumentare i livelli di ormoni sessuali e di IGF-I (fattore di crescita insulinosimile di tipo 1) e alti livelli plasmatici di questi fattori sono associati ad un più alto rischio di vari tipi di cancro, tra cui quello al seno. L' insulina aumenta normalmente dopo ogni pasto; se questo è abbondante o particolarmente ricco di zuccheri semplici rapidamente assimilabili l' insulina aumenta di più. La sua funzione è infatti quella di favorire l' ingresso del glucosio nelle cellule e il pancreas la produce ogni volta che i livelli di glucosio nel sangue (glicemia) aumentano. Questa funzione dell' insulina è ostacolata dalla presenza di troppi grassi saturi nelle membrane cellulari, a sua volta dipendente da troppi latticini e carni rosse nella dieta. Anche le proteine, soprattutto quelle di provenienza animale, favoriscono una produzione abbondante di insulina e di IGF-I". Su un piano pratico che cosa bisogna fare per tener bassi i livelli di insulina? "Occorre innanzitutto mangiare poco e ridurre l' introito di cibi che fanno alzare rapidamente la glicemia [zuccheri semplici, cereali raffinati, farinacei]. Non solo: è importante limitare il consumo di grassi saturi e di proteine animali" riferisce Berrino. Vediamo, allora, le 4 regole principali della dieta anti-tumori.
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Un taglio alle calorie.
Numerosi studi hanno dimostrato che un elevato apporto calorico favorisce lo sviluppo dei tumori, mentre la restrizione calorica sembra ridurne il rischio. Tra i tumori in qualche modo associati a sovrappeso e obesità ci sono quelli al seno. "Per cercare di ridurre l' apporto calorico il consiglio è quello di privilegiare i cibi che saziano molto: i cereali integrali, frutta e verdura, che fanno volume e hanno il pregio di contenere pochi grassi" dice Berrino. Un' alimentazione incentrata sui vegetali avrebbe infatti un ruolo protettivo nei confronti di diversi tumori, tra cui quelli del cavo orale, del polmone (contrastando gli effetti negativi del fumo di sigaretta) e quelli dell' apparato gastrointestinale. "Un grande studio prospettico denominato EPIC, in corso in dieci Paesi europei e al quale partecipiamo - prosegue Berrino - ha confermato il ruolo protettivo delle fibre vegetali per il cancro dell' intestino, della frutta per quello del polmone, di frutta e verdura per i tumori della bocca e della gola, mentre non ha evidenziato protezione da parte dei vegetali per i tumori della mammella e della prostata". Molti studi suggeriscono, infine, un' associazione inversa tra consumo di crucifere (broccoli, cavolini di Bruxelles, cavolo) e il rischio di sviluppare alcuni tumori. Come conseguenza, fin dal 1982 il National Institute of Health statunitense ha stilato linee guida per l' aumento del consumo di crucifere da parte della popolazione.
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Ridurre dolci e pane bianco. "I cibi che fanno aumentare molto la glicemia, cioè ad alto indice glicemico, causano un innalzamento maggiore dei livelli di insulina post-prandiale, che a sua volta fa aumentare i livelli di ormoni sessuali e di IGF-I associati ad un più alto rischio di vari tipi di cancro" spiega l' esperto. Cautela, quindi, con: prodotti preparati con farine raffinate (tipo 00), ad esempio la pasta fresca o le torte (va bene invece la normale pasta industriale di grano duro); pane bianco, in particolare se fatto con farine di grano tenero (via libera a pane integrale a lievitazione naturale); prodotti di pasticceria commerciale (biscotti, paste, brioches); patate, purè, patatine fritte (vanno bene invece tutte le altre verdure di stagione, anche fritte); no al riso brillato (sì al riso integrale e agli altri cereali); zucchero (saccarosio); bevande gasate e zuccherate (preferire tè verde, tisane, caffè d' orzo senza zucchero).
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No ai grassi, sì al pesce. Negli ultimi anni diverse ricerche hanno indicato un' associazione tra il consumo di grassi e il rischio di alcuni tumori, legame confermato anche da uno studio appena pubblicato sul Journal of National Cancer Institute, condotto su più di 180mila donne di età compresa tra i 50 e i 71 anni. Dalla ricerca emerge che le donne in postmenopausa che seguono un dieta ricca di grassi hanno più probabilità di sviluppare il tumore al seno. "I grassi animali si trovano soprattutto nelle carni bovine, nel latte e derivati, nelle carni suine e nelle uova. Per cucinare e per condire è meglio utilizzare grassi vegetali, in primo luogo l' olio extravergine d' oliva; per friggere, l' olio di sesamo - consiglia Berrino -. Le carni sono anche ricche di grassi insaturi che converrebbe limitare". Meglio, quindi, ridurre la carne rossa e mangiare più pesce. "Lo studio EPIC dimostra che il consumo di carni rosse, specialmente se conservate, aumenta il rischio di tumori dell' intestino, mentre il pesce sembra proteggerlo" puntualizza l' esperto.
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Meno carne, più legumi. "Secondo stime dell' Organizzazione mondiale della sanità il consumo abituale di proteine, soprattutto animali, delle popolazioni occidentali è circa doppio di quello necessario (16% delle calorie totali, rispetto a un fabbisogno medio di 8) - sottolinea Berrino -. Mangiarne meno non espone a carenze e può avere solo effetti positivi. Un piatto di cereali con un pò di legumi fornisce tutti gli amminoacidi (che formano le proteine) di cui abbiamo bisogno, senza sovraccaricare l' organismo con quelli di provenienza prevalentemente animale".

AGGIORNATO IL 28 NOVEMBRE 2014

10 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Qualche mese fa un nutrizionista mi ha detto che sono un soggetto insulino-resistente e leggendo questo articolo ho ritrovato le stesse indicazioni che mi ha dato il medico.Vorrei però sapere se è possibile avere un elenco completo degli alimenti che aumentano l'insulina.Grazie.

5 settembre 2007 alle ore 16:43  
Anonymous Anonimo said...

sono insulino-resistente e per questo nn posso diventare mamma. seguendo l'alimentazione riuscirò ad avere un figlio?

27 ottobre 2007 alle ore 21:20  
Anonymous Anonimo said...

per la mia insulino-resistenza dovrei assumere metformina, ma accausa di una depressione non posso curare il mio problema perchè non posso associare l'antidepressivo alla metformina. come posso risolvere i miei problemi? sono molto giù perchè ho problemi di peso, di fertilità e ipertricosi grave.... vorrei diventare mamma, che probabilità ho? spero che qualcuno possa rispondermi. DA VALE

27 ottobre 2007 alle ore 21:24  
Anonymous Anonimo said...

c'è qualche medico che possa rianimarmi riguardo al mio problema? ho 30 anni e cicli quasi inesistenti accausa di insulino-resistenza e non tollero nessun farmaco. vorrei comunque diventare mamma, come devo comportarmi per avere più possibilità? e senza metformina quante possibilità ho di risolvere i miei problemi di fertilità?

27 ottobre 2007 alle ore 21:28  
Anonymous Anonimo said...

Ci scrivo per quanto concerne la mia esperienza, confermo la validità dei consigli di questa pagina, in due anni ho perso circa trenta chili di peso (30!), il tutto facendo una dieta PRIVA di zuccheri con molte, moltissime verdure ed un piatto principale composto da proteine oppure pasta integrale cotta pochissimo. Devo ammettere che è dura per chi come me è insulino-resistente ma si può fare! Coraggio!

3 aprile 2008 alle ore 01:19  
Anonymous Anonimo said...

salve sig mi hanno detto che troppa insulina provoca dermatite seborroica. mi potete dare un alimentazione corretta. GRAZIE

6 aprile 2010 alle ore 09:18  
Blogger Nico Valerio said...

CASI PERSONALI. Ai vari lettori che chiedono diete personali o terapie o soluzioni ai propri casi specifici: ma non sapete che il caso concreto deve essere valutato dal medico personale o altro professionista della salute abilitato, dopo visite dirette e semmai richieste di analisi? Come specificato nel colonnino e più volte ripetuto, questo è un sito scientifico, divulgativo, educativo, culturale, dove si trattano temi di alimentazione e nutrizione generale per tutti, specialmente i sani, e dove si riferisce sulle questioni dibattute o pubblicate dalla scienza. Anzi, guardatevi da chi - medico o non medico, nutrizionista o no - si permette di fare diagnosi o terapie a distanza

6 aprile 2010 alle ore 11:30  
Anonymous Anonimo said...

Ha ragione Nico di dire non si possono chiedere o dare diagnostici via web sulla base di cosi poche informazioni. Ma ad un livello di giudizio magari un gradino sotto, vorrei dire che queste richieste sono tutte valide e richiedono un approfondimento con esperti anche via web (tramite tecnologie Voip, trasmissione della voce su canali come Skype). Poi un altra cosa, alle donne anonime e a Vale che si chiedono sulle intolleranze e le associazioni di medicinali ci sarà un momento nella vita dove non ci sarano più bisogno dei farmici e il figlio anche lui arriverá in questo momento, ovviamente dopo suo arrivo ci sará bisogno sempre meno di medicinali per la gioia che porta con se. Benedetta Spada.

15 novembre 2014 alle ore 08:35  
Anonymous Anonimo said...

Uffffff

18 novembre 2014 alle ore 14:55  
Anonymous Anonimo said...

Io dico solo questo una corretta alimentazione ed una sana meditazione . Eviterebbe molti farmaci e problemi .

28 novembre 2014 alle ore 10:28  

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