sabato 30 giugno 2007

ARTETEATRO E...GIULIO SCARPATI IN WEB

Son contenta, per me ma soprattutto per Giulio, che il blog stia...camminando, con vari passaparola nonché tra siti 'amici'!

Ora la segnalazione è anche su un sito che, per tutti gli appassionati di teatro ,segnalo:
qui si dà anche spazio a nuove drammaturgie, pubblicazioni tesi, e tanto, tanto altro fa "teatro".

http://www.teatrodinessuno.it/comunicati/siti/comunicatisiti.htm

(basta scorrere la pagina e troverete questo blog sotto il nome: Scarpati Giulio)

.........io ci provo, a dare quanta più 'visibilità' possibile all'amico e all'attore!
Attendo che lo si faccia in tanti!

venerdì 29 giugno 2007

Aspettando "APPUNTAMENTO A ORA INSOLITA"

Da ricerche fatte, il film dovrebbe essere pronto dalla metà di giugno...


Per ora posto qui un articolo e una foto.

Da "Il Corriere della sera" Spettacoli del 4/01/2007
IL GRANDE FREDDO ALL'ITALIANA.

Ideali del '68 in svendita con Tognazzi e Scarpati
di Giuseppina Manin


TORINO - Metti una sera a cena i soliti amici. Tre coppie, tre uomini di mezza età con le rispettive compagne, che si ritrovano, come d'abitudine, che si conoscono come le proprie tasche. Forse si vogliono anche un po' bene, forse si sopportano solo... A rassicurarli c'è il gusto degli altri, così simile al proprio, così sconvenientemente pronto a spettegolare, a sferrare sorridendo qualche coltellata. Killeraggi a buon mercato, quando tutti sanno tutto degli altri, segreti e bugie compresi. E un segreto "uno bello forte", come annuncia baldanzoso uno dei commensali, dà il via ad una serata davvero particolare. Dove, tra antipasto e dessert, le forchette infilzano domande e risposte inattese e iopportune. E alla fine qualcuno riuscirà persino a dire la "verità. Inizia così "Appuntamento a ora insolita", storia d'amori e disamori, illusioni e disillusioni di una generazione che pensava di cambiare il mondo e invece si ritrova, con i primi capelli bianchi, sconfitta e delusa.
Sulla scia di titoli di culto, da Il grande freddo a Le invasioni barbariche, Stefano Coletta, direttore della fotografia di autori quali Taviani, Ferreri, Monicelli, Benigni, qui al suo esordio da regista, raccoglie sul set a Torino, con il sostegno della produttrice Donatella Palermo e della Film Commision Piemonte, un cast di attori bravi e sensibili: da Antonio Catania a Maddalena crippa, da Giulio Scarpati a Ricky Tognazzi a Beppe Fiorello. Tutti alle prese con i conflitti e le angosce di chi, trent'anni prima era partito barricadero e oggi si ritrova arenato nella palude di uno stanco conformismo "di tendenza". "L'edificio qui davanti è un po' il sunto della nostra storia" suggerisce Coletta, entrando nel suggestivo e delabre cortile di palazzo Coardi Carpaneto, che fa da sfondo all'elegante piazza Carlina. "Questa era "la casa di Gramsci", vi soggiornò tra il 1911 e il 1921, In una di quelle stanze operò la redazione di Ordine Nuovo. E adesso quell'"ostello" del socialismo, quella fucina di ideali, sta per venir trasformato in un albergo di super lusso. Una cinica, emblematica, svendita della memoria e della storia. Un po' quello che succede al nostro gruppo di amici. Che, buttato alle ortiche l'antico coraggio di sognare e progettare utopie, si ritrovano adagiati nell' acquiescenza al potere, o pronti a darsi gomitate nella corsa al denaro e al successo. Ogni tanto i ricordi di quell'età dell'innocenza riaffiorano, proprio come le parole di Gramsci dentro queste mura abbandonate. Ma solo un attimo,e poi svaniscno". Un film sulla crisi di una generazione? Meglio, suggerisce il regista, "Sulle trappole della vita, sul tempo perduto e mai più ritrovato, su ciò che poteva essere e non è stato, sulla visione del mondo sbiadita in una miopia egoista, incapace di andare oltre l'attimo fuggente. Agli studenti che nel '68 sfilavano a Parigi, Ionesco gridò: "Voi sarete i servi del potere di domani".
Una profezia avverata". I capelli bianchi tagliati a spazzola, il sorriso ironico da ragazzo, ricky Tognazzi racconta Marco, il suo personaggio: "Un avvocato affermato, forse il più schizzato del gruppo ma anche il più consapevole. Sa di avere fatto parte di quella "generazione fortunata" che tanto aveva promesso e che tanto ha tradito e deluso".
Aggiunge Maddalena Crippa: "Laura, la moglie di Marco, è una di quelle donne coraggiose nel silenzio, capaci di amare un uomo anche se non lo sopportano più. Una forza squisitamente femminile, nessun uomo ne sarebbe capace".
Certo non Alfonso, docente universitario, che sfoggia la "schiena dritta", ma è pronto a chinarla tra le braccia di qualche studentessa che, un po' per vanità un po' per tornaconto, gli regala l'illusione di allontanarlo un attimo dall'imbrunire della vita. "Un bisogno di sedurre tipico degli uomini, tanto più di mezza età - conferma antonio Catania - Alfonso, il mio personaggio deve far i conti con la moglie che lo tradisce, la figlia che se la fa con tutti, il figlio gay...
Eppure negli anni Settanta era successo qualcosa: Anzi molto. Per la prima volta si aveva provato a sperimentare l'inaudito: la comune, la coppia aperta, i figli da gestire insieme, la morte della famiglia, il femminismo, l'antipsichiatria... Svolte sbalorditive, sconcertanti, pericolose. Alle prime ferite si è preso paura, si è tornati indietro". Al vecchio fascino clandestino della borghesia. e così Lisa (Karin Giegerich), la moglie di Alfonso, va a letto con Luciano. "Regista di teatro di media tacca ma con le stimmate dell'artista - lo descrive Giulio Scarpati che lo interpreta - Uno di quelli che gigioneggiano, che si divertono a giocare allo Strehler strapazzando gli attori. Un narcisismo a oltranza, specchio di un ambiente dello spettacolo ormai diventato avanspettacolo. Proprio come tutto il resto del mondo".


Novità su altri progetti non ne ho , per il momento ,e per un po' inserirò post con una frequenza...diciamo minore:


vado al mare, nei posti cari a Giulio...(per pura coincidenza, ovviamente: l'ho saputo poi, del suo legame col Cilento!)

giovedì 28 giugno 2007

Tornare a vecchie interviste serve.......

E' DI UN PO' DI TEMPO FA ,quando era a teatro con "Aggiungi un posto a tavola", la ripresa.
IL BELLO E' ..........LA COERENZA E LA TENACIA.

Quanti "cambiano" per...un 'tornaconto'..
Giulio no!


Scarpati ha un sogno, continuare a sognare

«Se sei veramente bravo non hai bisogno di maschere»
(di Fabio Pietrosanti)
tratto da http:///www.ifattidelmese.it


(Roma 16/03/2004) -
«Ho iniziato casualmente a 12 anni a fare l’attore, perché una vicina di casa cercava un ragazzino per un spettacolo teatrale. Ho assaggiato lì il teatro. Poi a sedici anni lessi su un giornale che Elsa De Giorgi faceva una scuola di teatro e mi iscrissi. Ma la mia prima vera esperienza teatrale però fu nella Cooperativa Gruppo TeatroG, dove c’erano altri ragazzi che facevano teatro, mi avvicinai a loro iniziando a fare spettacoli. Nel frattempo studiavo Legge e lavoravo in una rivista di diritto come correttore di bozze ed accompagnavo mio padre in tribunale».
Ecco Giulio Scarpati, il Lele Martini nella serie TV “Un medico in famiglia”, la fiction per la quale la maggior parte della gente lo conosce.
Figlio di un avvocato e di un’insegnante capì da subito che l’aria dei tribunali non era fatta per lei?
«Non lo era, infatti poi dopo i primi spettacoli gettai la maschera e mi tuffai nel teatro».

Il Teatro Stabile dell’Aquila, il Piccolo di Milano, la Contemporanea di Fantoni, molti i palcoscenici che lei ha calcato fin dall’inizio della sua carriera, strizzando però un’occhio anche al cinema .
«Si, tanto teatro, tantissimo all’inizio perché la base solida dell’attore è quella. Dopo uno spettacolo teatrale mi vollero per un film, e due giorni dopo partii per Barcellona dove girai un film Paris- Barcellona, un film sul terrorismo per il quale vinsi il premio Saker di Nanni Moretti. Piccioni mi vide e mi chiamò per Chiedi la Luna. Poi feci Il giudice Ragazzino, lavorai con Scola, arrivarono il Davide di Donatello, l’Efebo D’Oro, molti riconoscimenti che mi hanno gratificato. Continuai però a fare teatro, perché a me piace fare entrambe le cose».
Ad un certo punto della sua vita la televisione, che pure aveva già fatto, entra prepotentemente nella sua vita e con lei il grande successo.
«Si, nel 1997 arriva “Il Medico in Famiglia” e da allora tutto è cambiato, più scelte, maggiori opportunità di lavoro, anche se ho mantenuto i rapporti con il teatro; con la Cooperativa di Napoli Gli Ipocriti ho fatto “Il Lorenzaccio” e, tra la prima e la seconda serie del “Medico In Famiglia” ho fatto “L’Idiota” di Dostoevsky».
Che effetto fa per un attore come lei, con un bagaglio enorme di studio e lavoro, aver dovuto indossare i panni di Lele Martini per arrivare alla grande popolarità ?
«Sa, il cinema italiano attuale non è popolare, non è quello del dopoguerra e degli anni Sessanta. E’ andato deperendo nel corso degli anni. Ho fatto film belli, come quello di Marco Tullio Giordana su Pasolini, ma il bacino di pubblico era irrisorio. Erano gratificanti per i premi ma mancava il rapporto col grande pubblico. La scelta del Medico In Famiglia, senza sapere che avrebbe avuto quel grande successo, l’ho fatta anche perché ero scontento di fare bei film che non vedeva nessuno».
Del grande successo televisivo, ha beneficiato anche la sua attività teatrale successiva?
«Certamente molta gente è entrata in teatro ed ha conosciuto l’Idiota di Dostoevsky per la curiosità di vedere Lele Martini, anche gente che non era mai entrata in teatro, quindi un modo gratificante di utilizzare un credito che hai da spendere».
Giulio Scarpati quanto deve al naturale talento e quanto al grande e duro lavoro svolto negli anni?
«Io credo di aver lavorato bene, di essermi formato pezzo a pezzo, non sono esploso al primo film o spettacolo teatrale. Credo di essere maturato nel tempo e senza tutto quel cinema e tutto quel teatro alle spalle anche il medico in famiglia avrebbe avuto un risultato diverso».
Si sente un po’ imprigionato nei panni di attore di punta della moderna drammaturgia italiana ?
«Sa, il nostro ambiente fa professione di grande amore per il teatro dicendo che è bistrattato ma a conti fatti poi quasi tutto ruota intorno alla televisione e lo spazio teatrale si riduce. I giornalisti dovrebbero imporre uno spazio teatrale e riconoscere che chi ha fatto teatro e continua a farlo nonostante faccia anche televisione, non lo fa per snobbismo né per denaro perché il paragone è improponibile. La cosa più importante è essere più forti dei pregiudizi».
E lei ci sta riuscendo, pare.
«Si ma perché sono tignoso. Molti colleghi quando iniziai a fare il “Medico” mi snobbavano, salvo poi, dopo il successo ottenuto, chiedermi una parte nella seconda serie».
Lei si dedica molto ad insegnare ai giovani, addirittura con una scuola sua. Le è mai capitato durante un provino od altro di capire di avere davanti un grande talento?
«Una grande delusione è stata per me incontrare un giorno all’aeroporto di Roma un ragazzo che lavorava lì e che conoscevo. Quel ragazzo aveva lavorato con me nel film “Compagni di Branco” ed era veramente bravo, ma non avendo i mezzi per poter aspettare il momento giusto aveva dovuto lasciare questo mondo. Purtroppo non sempre nella vita il talento si accoppia con le opportunità».
Il personaggio cui è più legato?
« “Un Giudice Ragazzino” come film ed in teatro un ragazzo malato patologico nello spettacolo “Orfani” con Fantoni e Fantastichini. Ma ho avuto la fortuna di poter fare delle scelte motivate».
Un grande attore recita anche fuori dal set, nella vita?
«Io ho visto che tutte le persone che ammiravo sul set erano le stesse nella vita. Se sei veramente bravo non hai bisogno di vestire nessuna maschera. Nella vita uno è quello che è».
E’ vero che è lunatico e che sua moglie la definisce un rompiballe?
«Se ne dicono tante. Probabilmente».
Un suo pregio ed un suo difetto.
«Un pregio è la sensibilità e la disponibilità che ho. Un difetto è che sono un po’ permaloso e pignolo, ma dipende da come sto con me stesso».
“Aggiungi Un Posto a Tavola”. Come mai ha scelto un musical?
«E’ una scommessa, un attore deve provare a fare cose diverse così eviti di essere catalogato, e comunque vari».
Nostalgia della TV ?
«Si, una buona televisione però, di un bel prodotto, mentre mi pare che ultimamente stia perdendo un po’ di qualità».
Giulio Scarpati ha ancora un sogno nel cassetto?
«Forse il sogno che non si confessa è prolungare questo sogno che stai vivendo, avere sempre la possibilità di stare qui in questo bel camerino a parlare con Lei e fare il mio lavoro».

Articolo inserito il 16/03/2004 nel n. 3 - Marzo 2004

martedì 26 giugno 2007

AUDIO E VIDEO DA SITI NON UFFICIALI

Tratti dai 'primissimi' siti non ufficiali , ancora attivi(in particolare nei forum ) e dedicati a Giulio, quello di Aspy (http://it.geocities.com/giulioplanet ) e quello di Maryrait(http://www.giulioscarpati.mrw.it/),
anche per...divagare un po' e tornare a quel tipo di omaggi ad un artista che, diciamolo, son sempre graditi, ecco due link:
il primo sono vari video con le...tante 'facce' di Giulio.

il secondo è tratto da "Cominciamo bene", su rai 3 e c'è Giulio che canta in "Aggiungi un posto a tavola",il brano "Notte", con una voce calda, impostata,non è un cantante, certo, ma se l'è cavata egregiamente, migliorando nella tecnica .Pensate solo che questo spettacolo , di 3 ore!.(..!!!) ,è stato replicato per due stagioni lunghe 5-6 mesi....
MICA SOLO LELE DI MEDICO, NOOO??????
PERBACCO!!

http://it.geocities.com/giulioplanet/audio.htm

Clip da Aggiungi un posto a tavola

CI SONO INTERVISTE E...INTERVISTE....giudizi e...giudizi...


Ora...per non polemizzare più su diversi fatti 'incresciosi' che riguardano ospitate, interviste, spostamenti di puntate e via dicendo che mi hanno fatto innervosire NON POCO.....

...VI POSTO IL LINK DI UNA BELLA INTERVISTA FATTA A GIULIO NEL 2004...MA, NEI CONTENUTI, VALIDA ANCORA OGGI.

DAL PROGRAMMA "A SCHIENA DRITTA" tratto da NESSUNO.TV

http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Downloads&d_op=getit&lid=1552&ext=_big.wmv


ED ANCORA...DATO CHE HO AVUTO L'ONORE DI INTERVISTARE UNO DEI MIGLIORI CRITICI CINEMATOGRAFICI, ROBERTO SILVESTRI, (a qualcuno un..tantino 'scomodo' per le sue idee innovative!) devo inserire quest'articolo scritto da Silvestri in occasione della XXIV EDIZIONE DEL SULMONA FILM FESTIVAL DOVE SCARPATI E' STATO PRESIDENTE DI GIURIA....
LEGGERE, PER FAVORE...e considerare che i due si conoscono appena....
da uno stralcio ho preso lo spunto per un articolo che si può visionare tra i post precedenti e che porta lo stesso titolo (VOLUTAMENTE..!)

Giulio Scarpati l’anti divo

Non si spiegherebbe il successo del suo personaggio più amato, Lele Martini, il vedovo con tre figli a carico (che più buono e più imbranato non si può) di ‘Un medico in famiglia’, tante serie tv a partire dal 1999 e record assoluto di ascolti Rai, senza un duro lavoro teatrale alle spalle fatto di sfide impossibili: musical e Koltes, Aldo Trionfo e Castri, Vitez e De Bosio, Fantoni e Scaparro, Elsa de Giorgi e Strehler (che nell’89 lo premia come migliore attore emergente)… passando da ‘Ifigenia in Tauride’ a ‘L’idiota’, da ‘Candelaio’ a ‘Lorenzaccio’ e a ‘La notte poco prima della foresta’… Senza una messa in gioco totale di sé e una frequentazione delle proprie ‘zone d’ombra’. Tirar fuori, dalle cantine e dagli Stabili, cromatismi e tonalismi, anche segreti e inquietanti, usare tutte le tinte interiori che solo un attore di razza riesce a trasmettere, con il corpo e la voce, agli spettatori, permette il garbo e la naturalezza di una ‘maschera’ duttile, immediatamente, anche mostruosamente (ha lavorato con Michele Soavi…), comunicativa. Giulio Scarpati, romano e romanista, fantasioso come un napoletano (il nonno) e preciso come uno svizzero anche nella polemica politica (la mamma, insegnante e ambientalista), ricorda paradossalmente, anche per i suoi ruoli (e non solo per quelli più celebri, televisivi) dai complessi chiaroscuri, di svagato intelligente, bravo ragazzo, eroico sacerdote (è Don Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas, nel suo ultimo film, ‘L’uomo della carità’ di Alessandro Di Robilant), giudice incorruttibile, anima bella delle lotte sociali o cineasta antinazista, un collega americano. Con Joel McCrea, grande attore ‘anti divo’ della Hollywood anti ’40, divide: tecnica raffinata, gentilezza d’animo naturale (“secondo me sono un lunatico, ma per mia moglie un rompiballe” si definì però in un’intervista), l’hobby dell’autopromozione zero, l’amore per le sfide professionali continue, un grande rispetto per un lavoro che è collettivo o non è. E poi non un flirt, mai un pettegolezzo… Come nella relazione eterna e perfetta di McCrea con la l’attrice Frances Dee, la complicità sentimentale e professionale di Scarpati con la moglie, la regista Nora Venturini, con la quale dirige a Roma, la scuola di recitazione Esperienze, è totale. Eppure Giulio Scarpati, quando era piccolo, detestava al cinema Cary Grant e Rita Hayworth, e adorava gli indiani. E, se divideva il mondo in buoni e cattivi, stava sempre dalla parte degli ultimi. Il suo segreto? Forse diffondere, come faceva a inizio carriera con la sua cooperativa Gruppo Teatrale G. un repertorio classico interpretato in modo sperimentale, portando nei carceri e negli ospedali i grandi classici. Se i suoi ruoli cinematografici sono sempre stati ‘inattuali’ (“è anche un bene non essere apprezzati dai contemporanei”) perché gettarsi in operazioni commercialmente penalizzanti è stato negli ultimi decenni l’unico modo per non perdere la dignità, ha comunque inanellato parti e trionfi critici non indifferenti: ‘Il lungo inverno’ di Ivo Bernabò Micheli (‘84); ‘Roma, Paris, Barcellona’ di Paolo Grassini e Italo Spinelli (Premio Sacher) e ‘Chiedi la luna’ di Giuseppe Piccioni (‘89); ‘La riffa’ di F. Laudadio (‘91) ‘Tutti gli uomini di Sara’ di G.P. Tescari (‘91), ‘Gangsters’ di M. Guglielmi (‘92); ‘Mario, Maria e Mario’ di Ettore Scola e ‘80 mq’, episodio ‘Ciao amore’ di Luca D’Ascanio (1993) con cui vince l’Ovidio d’argento a Sulmonacinema; ‘Il giudice ragazzino’ di A. Di Robilant (‘94), in cui ha interpretato il ruolo del magistrato Rosario Livatino, assassinato dalla mafia nel ‘91, che gli valse l’Efebo d’oro e il David di Donatello; ‘L’estate di Bobby Charlton’ di M. Guglielmi e ‘Pasolini, un delitto italiano’ di M.T. Giordana (’95), Italiani di M.Ponzi (’96), ‘Cuori al verde’ di G.Piccioni (’96), ‘Figurine’ di G.Robbiano (’97) e l’ultimo, ‘A luci spente’ (2004) di M. Ponzi.

lunedì 25 giugno 2007

IL VIDEO C'E'...MA FA UNA RABBIA...!!

Il sito di LA 7 ha inserito il video che troverete a questo indirizzo:

http://www.la7.it/news/videorubriche/dettaglio.asp?id=1426&tipo=13

Io l'ho postato, l'ho guardato..non è completo...manca la..'ciliegina' finale del conduttore Buttafuoco e le sciocche ma... SCIOCCHE riflessioni della non proprio piacente conduttrice ( scusate ma non era gradevole da NESSUN punto di vista, almeno .."a pelle")!!

Non c'è un giornale(di quelli da me reperiti) che non approvi la 'correttezza' di Scarpati e la pessima impostazione dei conduttori e degli 'spettabili interlocutori'.

Appena mi riesce vi posto il commento dal Corriere della Sera di Aldo Grasso, sempre 'forte' e talvolta impietoso con tutti che stavolta rende merito a Giulio....

Io ...be'..continuo ad essere irritata un bel po' dinanzi a tanto ..."GIRAR LA PIZZA".. come si dice dalle mie parti.
...alla fine: tutti i centoautori cercano soldi....sono COMUNISTI.....magari anche opportunisti e con scarso talento e poche idee!!
grrrrrrrrrrrrr....meglio che stia zitta!

Vedessero i film quelli lì, invece di parlarne solo: forse non sanno che Scarpati, "divora" pellicole da anni, per suo piacere e anche per 'lavoro', nelle sue innumerevoli partecipazioni a giurie per vari Festival di cortometraggi e lungometraggi!!
Molta televisione Giulioo? Soltanto?
Ok. Posterò al più presto il suo Curriculum completo!!

domenica 24 giugno 2007

IO STO CON I CENTOAUTORI!

eccovi il sito dei CENTOAUTORI,intanto.. (creato da poco e dunque ancora non del tutto completo, però...val la pena dare un'occhiata).

http://www.100autori.it/index.html


CREDO CHE LA QUESTIONE NON DEBBA CONCLUDERSI..!!
Giulio ha "dato", nel senso che si è presentato in rappresentanza del Comitato, è riuscito a dire abbastanza ma, ad esempio, non gli hanno dato modo di affrontare il serio problema della distribuzione!!!

Scorrendo in basso in questo blog si parla del film "A luci spente", pronto dal 2003, uscito il 5 agosto 2005... visto da.......pochissimi..e uscito da poco in dvd.
Io l'ho appena visto, infatti, perchè ho acquistato il dvd...
Il film è di tutto rispetto, aveva un "alto valore culturale" e l'avevano 'congelato' come tanti altri che forse sono ancora li', IBERNATI...!

VI POSTO QUESTO LINK DI UN BLOG DOVE CHI LO 'GESTISCE' HA POSIZIONI SIMILI ALLE MIE E A QUELLE DEI CENTOAUTORI:

http://www.matteovitolo.com/sito/

sabato 23 giugno 2007

Lettere aperte su cinema, teatro…ma CHI ne capisce davvero il senso??

Coraggioso, Giulio, a lottare con quegli ospiti lì…!!
Speriamo che almeno Napolitano sappia intendere l’appello dei Centoautori!( rimando alla lettera inserita nel post precedente )

Non sono parole mie…è Italo Moscati che parla e questi son due stralci “significativi”…

Un attore elegante e dolcissimo, bravo: Giulio Scarpati che passa dal teatro al cinema e alla tv senza farsi imprigionare. Lo avevano chiamato a difendere le posizioni del Manifesto dei Cento Autori- Bernardo Bertolucci in testa- in cui si reclama una maggiore attenzione dello stato e del governo per il cinema e le sue necessità. Si è difeso bene dagli attacchi di Oldani e Mancuso, ma poi Buttafuoco gli ha dato un assist fantastico dichiarando con candore il suo "conflitto d'interessi", ossia i soldi sono buoni vengono a te, un pò meno buoni se vanno agli altri.
..................................................
Pierangelo Buttafuoco, il conduttore, è stato nominato presidente dal Teatro Stabile di Catania, teatro in questi ultimi anni presieduto da un uomo della tv, catanese, Pippo Baudo, e comunque luogo dove hanno lavorato grandi attori come Turi Ferro, direttori come Giusti, autori come Fava (il padre di Claudio). Ecco la spiegazione. Ecco la realtà. Tutti buoni a criticare i soldi dello stato dati agli altri ma preoccupati di non riceverli per onorare gli incarichi e accettati.



ORA...SI ACCETTANO COMMENTI!!!!
MAGARI ANCHE GIULIO PASSASSE DI QUI PER LASCIARCENE UNO SUO...!!CONFIDO..

venerdì 22 giugno 2007

GIULIO,OGGI, A LA 7.

STASERA ALLE ORE 20, 30 SINTONIZZATEVI SU LA 7, TRASMISSIONE "OTTO E MEZZO"!!
Tema di questa puntata, la crisi del cinema italiano. "Cento autori" hanno consegnato al presidente Napolitano un appello: la richiesta d'investire sulla cultura e sulla cinematografia italiana. Ma subito sono stati accusati di voler solo "battere cassa" e di essere i "soliti noti" di sinistra. Intervengono: Giulio Scarpati, Mariarosa Mancuso, Tino Oldani e, in collegamento, Tinto Brass.

Se non riuscite a registrarlo o a vederlo... NON PREOCCUPATEVI!!!! Sul sito di La7, dopo qualche giorno, c'è il video in rete!!!!

http://www.la7.it/news/videorubriche/home.asp?tipo=13

QUESTA è LA LETTERA CONSEGNATA A NAPOLITANO:

Centoautori, la lettera a Napolitano
Caro signor Presidente della Repubblica,
in occasione della cerimonia di consegna dei David di Donatello, un vastissimo gruppo di cineasti Le rivolge questa lettera aperta, consapevole della grande sensibilità e attenzione da Lei più volte dimostrate in merito a tutte le questioni culturali.
Sono anni che in Italia la cultura è considerata un valore secondario da relegare in un ambito tutto esteriore e privo di reale importanza. Noi crediamo che tale stato di crisi sia anche il frutto di una strategia politica. L’eccessiva acquiescenza al mercato e la trasformazione di ogni cittadino in teleconsumatore, senza regole certe in grado di difendere il diritto degli spettatori a una fruizione ampia e diversificata, hanno fatto dell’Italia un Paese con poca chiarezza sul suo presente e con poche speranze per il futuro.
Non ci stiamo rivolgendo a Lei, signor Presidente, per questioni di bottega, né tantomeno, per dirla volgarmente coi nostri denigratori, per battere cassa.
Il cinema italiano è assistito dieci volte meno che in Francia e undici volte meno della nostra carta stampata, inclusi i cosiddetti giornali-fantasma.
Ma l’informazione disinformata che racconta sempre di un cinema che fa film ladri e brutti, è solo un altro sintomo della malattia di un Paese che ha sempre meno amore e rispetto per la propria cultura, per i propri artisti e quindi per se stesso. Crediamo che sia venuto il momento di far qualcosa per ribaltare una situazione insostenibile e per far entrare in Italia, a tutti i livelli, dalla politica all’informazione, una benefica ventata di aria nuova.
Il 7 maggio, in un’assemblea gremitissima al teatro Ambra Jovinelli, alla presenza del Ministro dei Beni Culturali, il cinema italiano, per una volta tutto unito, per bocca dei suoi autori più prestigiosi ha parlato di democrazia, di etica, di libertà di espressione, di un autentico allarme civile riguardo al mercato cinematografico e, più in generale, ad un sistema audiovisivo che soffoca la libertà creativa necessaria a tutte le libertà, anche a quella degli imprenditori di rischiare e di investire. Il 7 maggio, per la prima volta dopo molto tempo, noi del cinema abbiamo deciso, in tanti, tutti assieme, che siamo pronti a lottare e ad accendere fuochi anche nelle altre arti e nell’informazione per riaffermare l’idea che la cultura è momento fondante dell’identità del nostro Paese ed elemento strategico del suo sviluppo.
Ci rivolgiamo a Lei, signor Presidente, perché abbiamo la certezza che come noi, e più di noi, senta la necessità di dare nuovo slancio al nostro Paese e far ripartire non solo l’economia, ma anche la cultura. Perché senza cinema, senza musica, senza arte, senza il bello, si spengono le luci, non si immagina più niente, ci si allontana dal resto del mondo e si muore di tristezza.
Roma, 14 giugno 2007

mercoledì 20 giugno 2007

per chi non conosce Koltès...


Mi ha "preso", fin dalla lettura, fatta prima di assistere a "La notte poco prima della foresta", questo scrittore incredibile...
Se avete tempo, leggete:


Bernard-Marie Koltes: il genio e la parola.


Attualità di un autore che raccontava la diversità e l’isolamento.
di Anna Maffei

“Il mio reale milieu è una via di mezzo tra l’hotel per immigrati e l’hotel ad ore. Le mie radici non esistono….”. Questa la confidenza di uno dei più grandi drammaturghi francesi degli anni ’80, Bernard Marie Koltès, nato a Metz nel 1948 e prematuramente scomparso nel 1989, malato di AIDS.
Una voce lancinante e vertiginosa nel deserto della scrittura drammatica contemporanea. Già citando i titoli delle sue opere, “Retour au désert”, “Combat de nègre et des chiens” e “Dans la solitude des champs de coton “, si avvertono i sintomi di un isolamento, in tema con una cultura da Linea dell’Ombra. Le sue collaborazioni artistiche vantano nomi come Chereau, Michel Piccoli,Jacqueline Maillar, personalità sempre un tantino defilate rispetto ala cultura di massa.
Koltès è sempre scappato ma mai per paura: è andato via dal conformismo espressivo; ha contestato il manierismo e minimalismo della parola con affermazioni molto pregnanti. Un vocabolo o una sintesi incidono poco.
Per Koltès una parola prende forma e significato solo attraverso un “tessuto di parole”, un ritmo di altri fonemi, condensato o seriale che sia….la spiegazione tende all’infinito. La grandezza di questo autore è la sottile tensione verso un lirismo letterario quasi classico in cui, tuttavia, temi come la violenza, l’isolamento, il male, l’incomunicabilità si trasformano in poesia. Chi ha potuto assistere ad almeno un’opera di Koltès in teatro ne sarà rimasto sicuramente rapito ed affascinato.
I testi sembrano grondare di letteratura ma qui diventano reali, corporali e i personaggi non hanno altro tempo ed altro luogo se non quello delle parole che dicono:esse “nascono” in quel momento.
E la drammaticità dei lunghi monologhi si concretizza in quello spazio-simbolo che è la scena.
Appassionato lettore di Conrad, pose sempre al centro delle sue opere molti di quei luoghi privilegiati, “metafore della vita o di un aspetto della vita…”: paesaggi sospesi tra i continenti e le razze, oscuri docks, labirinti di metropolitana, un lago ghiacciato, la cavità di un albero,una caverna.
E la Voce che fuoriesce da questi luoghi diventa anch’essa metafora da cui l’autore prende gradualmente, la “sostanza intima”, quel “sibilo del Vento interiore”.
Non importa capire la lingua di un posto dove si sta o si capita per caso: serve piuttosto osservare e sentire ciò che quel posto e chi ci vive comunica con i rumori, i movimenti del corpo, gli odori…
"...ho corso, corso, corso, perché stavolta, svoltato l'angolo, non mi trovassi in una strada vuota di te, perché stavolta non ci fosse soltanto la pioggia, perché stavolta dall'altra parte io potessi ritrovare te e avere il coraggio di gridare: compagno..! il coraggio di prenderti il braccio, compagno!, il coraggio di accostarmi a te, compagno, compagno, fammi accendere..." dice in una delle sue opere più rappresentate in teatro, “La notte poco prima della foresta”,testo insolito dal punto di vista della ‘scrittura’, senza punteggiatura, soste o altro..;qui soprattutto ci dà i “suoni” delle voci più che il “senso” delle parole.
Ed in teatro queste metafore sono vive, corporali, tangibili lasciando però sempre delle domande, l’attesa, la sensazione di un viaggio nell’intimo.
In Koltès, personaggi senza Nome.
Ognuno di loro potrebbe essere “chiunque” di noi:
gente che fatica per riuscire a “nascere”, a ritrovare le proprie radici.
Eravamo negli anni 80 quando questo giovane genio della letteratura e del teatro diffondeva i suoi pensieri,bruscamente interrotti da una precoce morte.
Ora, quanti, ovunque, sono “impegnati” in questa fatica!E quanti sono ricacciati da chi non accetta la loro Voce, fatta di rumori, odori, movimenti ...
Non siamo ancora capaci di ascoltare “i suoni” delle Voci dei tanti che ci attorniano, diversi da noi.
Non abbiamo ancora inteso cosa può essere la “parola”.

martedì 19 giugno 2007

DE L”ORLANDO FURIOSO”: Scarpati ne sara’ di certo contento!

Be’…, dopo che in più interviste Giulio ha affermato di “tenere sempre con sé” questo poema e, di tanto in tanto, leggerlo per rilassarsi, suppongo che lo conosca a memoria……!

Intanto lo “omaggio” con questa critica di Calvino e due ‘passi’ che anche a me piacciono molto.


« L’Orlando Furioso è un’immensa partita di scacchi che si gioca sulla carta geografica del mondo, una partita smisurata, che si dirama in tante partite simultanee. La carta del mondo è ben più vasta d’una scacchiera, ma su di essa le mosse d’ogni personaggio si susseguono secondo regole fisse come per i pezzi degli scacchi. » I.Calvino-

Canto VENTIQUATTRESIMO

Chi mette il piè su l'amorosa pania,

cerchi ritrarlo, e non v'inveschi l'ale;

che non è in somma amor, se non insania,

a giudizio de' savi universale:

e se ben come Orlando ognun non smania,

suo furor mostra a qualch'altro segnale.

E quale è di pazzia segno più espresso che,

per altri voler, perder se stesso?


Vari gli effetti son, ma la pazzia

è tutt'una però, che li fa uscire.
Gli è come una gran selva,

ove la via conviene a forza, a chi vi va, fallire:

chi su, chi giù, chi qua, chi là travia.

Per concludere in somma, io vi vo' dire:

chi in amor s'invecchia,
oltr'ogni pena,si convengono i ceppi e la catena.

domenica 17 giugno 2007

APRIAMO IL SIPARIO!

GIA'...!..IL POST PRECEDENTE MI HA DATO LO SPUNTO PER RIPARLARE DI UNO DEGLI SPETTACOLI DI GIULIO SCARPATI PIU' EMOZIONANTI CUI HO ASSISTITO(rimando, a tal proposito, ad una recensione cui sono molto.....affezionata..... e che troverete nel primissimo post,mese di aprile, di questo blog, dal titolo "Giulio Scarpati in teatro:55 minuti che raccontano una vita").
ED INTANTO,ECCO DUE STRALCI DI UN BELL'ARTICOLO USCITO NEL 2001:
Da “Il Giornale di Vicenza” del 19 novembre 2001

Prosa. “La notte poco prima della foresta” di Koltès ha aperto le 'Astrazioni'.

Disperazione e sentimento.
Scarpati, prova d’attore di indiscutibile maturità.


Di Antonio Stefani.

Vicenza. Come vi piace, Giulio Scarpati è. Il cinema lo annovera tra i sensibili volti che hanno contraddistinto la “nouvelle vague” italiana delle recenti stagioni, per lo meno dall’epoca di Chiedi la luna fino a Cuori al verde, sempre in compagnia di Margherita Buy, passando ovviamente per l’elegia civile de Il giudice ragazzino. In televisione è invece il buon Lele di Un medico in famiglia tanto caro alle nostre nonne, e pure il deamicisiano maestro Perboni dell’attuale versione di Cuore.
A teatro (qualcuno ricorda che già nel 1991 il pubblico del Comunale di Thiene lo premiava per Prima del silenzio di Patroni Griffi?) inanella titoli e ruoli impegnativi, si tratti di Lorenzaccio – portato al debutto proprio qui all’Olimpico con Scaparro – o del principe Myskin de L’idiota. Oppure dello sbandato protagonista di questo La notte poco prima della foresta, rovente testo uscito nel 1977 dalla penna d’un talentuoso quanto “irregolare” Bernard Marie Koltès che allora aveva ventinove anni e non molti altri ancora da vivere, purtroppo condannato a morte dall’Aids nel 1989. Un copione scomodo, il monologo sgradevole di un “diverso” in tutto e per tutto – straniero, emarginato, sessualmente confuso, probabilmente strafatto – gridato in faccia al buio di una assente metropoli odierna…………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………
S’insinua quindi, tra sguaiati brandelli di storie di strada, tra amori bruciati su qualche ponte e scritte vergate sui muri, una corrente disperatamente sentimentale nelle lancinanti parole che Koltès consegna al suo portavoce sul palco, il quale a sua volta dirotta all’invisibile interlocutore – seduto lì, su quella sedia, si sono incontrati da qualche minuto – cui è affidata la speranza nel barlume di una umanità non più soltanto “diversa” ma “simile”, e finalmente in grado di capire, di offrire asilo.
Bravamente disposto a giocare la sua faccia d’angelo negli oscuri meandri di un fallimento esistenziale, Giulio Scarpati – in questo ben assecondato dall’intelligente regia di Nora Venturini – non si limita perciò a condividere febbrilmente il furore del racconto ma ne riscatta lucidamente, quasi sorprendendosene lui per primo, gli squarci lirici. Li sfrutta incorniciandoli in pause sospese di tenerezza pudica, esaltandoli in emozionanti intermittenze, riuscendo nella sfida di indicare in quella inattesa capacità di provare stupore, nella rinnovata ricerca di quel calore, la residua possibilità di una difficilissima ma, forse, non impossibile redenzione.
Al termine dell’atto unico, che sabato ha sancito l’avvio delle AstrAzioni in un’atmosfera di partecipe silenzio, applausi fragorosi e persino un lancio di fiori alla ribalta, significativo tributo a una prova d’attore di indiscutibile quanto sincera maturità espressiva.


Aggiungo volentieri le "impressioni", in versi ,di un'amica che ha assistito allo spettacolo...condivido, infatti, tutte le sensazioni e,per chi non ha avuto la possibilità di vederlo,"illustra" molto che bella cosa è stata!


Disperato, urlavi sommessamente la tua solitudine.
Con rabbiosa dolcezza, cercavi uno sguardo d’amore.
Volevi far capire il vuoto in mezzo alla folla.
Non riuscivi a sfuggire al Male che,incessantemente, pioveva su di Te.

Si sono accese le luci e Tu lì, sfinito,
non sapevi che anche la mia angoscia
si era dissolta,
svanita col buio della sala.

Mi hai lasciato un’ immensa ricchezza
fatta di sentimenti sconosciuti, di sensazioni dimenticate,
di consapevolezze perdute,
di riflettuti, egoistici “io”.

E, dal ricordo del Tuo viso stanco, riaffiora quel Tuo sincero sorriso
che, un giorno, ha improvvisamente,
illuminato il mio cammino.

E.S.

venerdì 15 giugno 2007

UNA LETTERA...perchè il teatro continui ad "essere"!

da "Il trionfo dell'amore"(1985)


STAMANE, SU "REPUBBLICA", HO REPERITO, CON L'AIUTO DI UNA MIA PREZIOSISSIMA "AIUTANTE", NONCHE' AMICA, QUESTA LETTERA CHE PORTA TRA GLI ALTRI, ANCHE LA FIRMA DI GIULIO.
da "La notte poco prima della foresta" 2001


A VOI IL GIUDIZIO....IO LA TROVO BELLISSIMA.
ESPRIME LA VOLONTA'DI 'LAVORARE PER GLI ALTRI' NON RIVENDICAZIONI SALARIALI..
da "La Repubblica"
VENERDÌ, 15 GIUGNO 2007

Pagina 55 - Spettacoli

LA LETTERA

Regole trasparenti anche per il teatro

Caro direttore, abbiamo letto la lettera di Bertolucci sulle responsabilità che ha la nostra classe politica nei confronti della cultura. Condividiamo la sua amarezza e la voglia di reagire.
Anche per il teatro «sembra il momento di richiedere e di pretendere dalla classe politica un progetto culturale articolatissimo» perché cinema e teatro hanno sofferto dello stesso, progressivo e non casuale impoverimento culturale del Paese e dell´indifferenza dei governi. Una classe politica che tollera gli artisti considerandoli degli assistiti. Salvo usarli per quelli che chiamano "eventi" o nelle loro campagne elettorali.La crisi ha diviso in settori gente che fa lo stesso mestiere. Negli anni Settanta non era così: i nostri attori passavano dal teatro al cinema e alla tv. Il nostro lavoro aveva un senso, la politica ci riconosceva la nostra funzione e la libertà.

Oggi, dopo 60 anni di attesa di una legge, il teatro di prosa rischia di essere scaricato alle Regioni dopo aver subito una progressiva riduzione di investimenti da parte dello Stato. Ma non è solo una questione di soldi. Riteniamo che il nostro dissestato sistema culturale e teatrale vada ricostruito sulla base di due principi: il ripristino della distanza critica tra cultura e politica, e la centralità dell´artista. Il Fus non è il solo problema perché rappresenta circa un quarto delle risorse complessive di cui dispone il settore. Il resto è gestito dal clientelismo del «capocomicato» dei politici regionali, provinciali e comunali, ormai i grandi impresari della scena italiana.

Il teatro deve tornare a esistere nel mondo della comunicazione. Il disinteresse dei diversi governi, la mancanza di regole trasparenti hanno costretto gli artisti a praticare più l´arte di arrangiarsi che quella di progettare. Questa lotta per la sopravvivenza ci ha fatto sbandare e disunire.
Torniamo alla luce e riprendiamo le redini del gioco.
Seguono 370 firme (tra cui Attilio Corsini, Mariangela Melato, Giulio Scarpati, Gabriele Lavia,Glauco Mauri).

domenica 10 giugno 2007

GIULIO SCARPATI E LA TV

...fatto è che( ormai me ne convinco…ahimé ..), tanto pubblico televisivo DAVVERO lo lega a “Lele” di “Medico” e nulla più…
Dimenticano “Cuore”; dimenticano la “sfida” in un ruolo forte di “Ultima pallottola” e ancora “Una famiglia in giallo”…Almeno come ultime cose, post-Medico, come lui dice spesso!
Posto qui un articolo di un altro prodotto Mediaset, a mio avviso non troppo promosso(bollino rosso imposto perchè in prima serata…va be’, scene e temi violenti…-mica tanto, poi,...azione, sì....)…………….e i tg...? e le trasmissioni con 'cronache dettagliate' sui vari delitti viste da migliaia di bambini in primo pomeriggio, prima serata?E l'impostazione 'libertina e squallida di 'fratelli.'..'uomini e donne.'... 'stalle' .... quelle,poi, fanno bene al pubblico dei ragazzi?????

BELLA INTERVISTA CHE 'DICE' DELLA FICTION E DI LUI, SEMPRE PER SAPERNE UN PO' DI PIU'....(TRATTA DA "FAMIGLIA CRISTIANA")
TELEVISIONE
SCARPATI IN "ULTIMA PALLOTTOLA" SU CANALE 5

LE SFIDE DI GIULIO

Riposare sugli allori? «Non fa per me», dice l’attore che, dopo aver detto addio a Un medico in famiglia, canta e balla in un musical e adesso dà la caccia a un serial killer.
Provateci voi a inseguire uno che scappa a gambe levate, se l’individuo in questione è il campione provinciale dei cento metri: per allenati che siate, difficilmente ve la caverete meglio del "capitano dei carabinieri" Giulio Scarpati durante le riprese di Ultima pallottola, vibrante fiction in due puntate in programma domenica 23 e martedì 25 febbraio su Canale 5, in prima serata.
«Una fatica pazzesca», sintetizza l’attore dal sorriso ragazzino, «ma inevitabile: il mio personaggio sospetta che il fuggitivo sia il serial killer cui dà la caccia (per inciso, scoprirà che non è lui) e deve arrestarlo a ogni costo. Per fortuna alla fine quella lepre rallenta, bontà sua, e io l’acciuffo, ma... un altro passo e addio, Giulio! Neanche il dottor Lele sarebbe riuscito a rianimarmi».

Assai liberamente ispirato a una tragica vicenda di cronaca nera e al suo tenebroso protagonista – quel Donato Bilancia che tra il 1997 e il 1998 uccise, senza un "criterio" apparente, 17 persone, prima di essere individuato (e incastrato grazie a un esame del Dna) dal maggiore Filippo Ricciarelli –, il film, prodotto da Pietro Valsecchi e diretto da Michele Soavi, imbocca subito un sentiero originale, sganciandosi dalla cupa cronologia degli eventi. Per raccontare e ricostruire, piuttosto, il clima teso e l’ansia delle indagini, «la sfida tra detective e assassino, tra buono e cattivo, tra quelle due psicologie che finiscono per incastrarsi l’una nell’altra. Ma stando attento, io che vengo da un cinema horror, fantastico e gotico, e conosco bene la fascinazione morbosa del sangue, a non spettacolarizzare la violenza», puntualizza il regista, che infatti definisce il film «di tensione, più che d’azione».


Scommettiamo che è stata proprio questa chiave di lettura introspettiva ad attirarla, Scarpati?

«È così. Quella macchina da presa in perenne movimento, sempre alla ricerca di un’atmosfera, un’inquietudine, un’emozione sottintesa, mi ha dato modo di trattare, accanto al piano logico dell’indagine, quello sensitivo, che nel caso di un assassino seriale è pressoché obbligato, visto che si procede a colpi di sensazioni e intuizioni, più che su un terreno concreto. E mi piaceva il ruolo di Stefano Riccardi, quest’uomo teso, non riconciliato col proprio passato (che si scoprirà nell’arco della storia), chiuso e insieme aggressivo nei confronti del prossimo; ma soprattutto – da segugio di razza qual è – in grado di entrare nella mente dell’assassino e di ragionare anche lui con la mente "malata". Un rapporto complesso, per rappresentare il quale ho voluto io per primo saperne di più: imparando, tra un libro e una "lezione" dei carabinieri di Genova cui va il merito della cattura del vero Bilancia (gente fantastica, alle prese con un mestiere durissimo), tante cose che ignoravo sul mondo dei serial killer. Spunti di riflessione che in un’intervista non trovano facilmente ospitalità».

Gliela offriamo noi, se vuole.

«E allora vi confido quello che pensavo sul set osservando Carlo Cecchi – attore raffinatissimo che per la mia generazione è stato un punto di riferimento teatrale – mentre lavorava di cesello sul suo personaggio, quello dell’omicida Vittorio Nobile, facendo ricorso a meccanismi atipici perché non appartengono alla nostra umanità. Se dovessi farlo io il serial killer, mi chiedevo, a quali reconditi pensieri attingerei? In fondo, degli assassini si dice sempre che "era uno tranquillo, normale, alla mano"... Nessun marchio fisico o comportamentale, insomma, che faccia intuire la presenza di una personalità criminale. E allora? Strattonato da dubbi e domande impervie, ho concluso che nel vissuto di ciascuno di noi – noi perbene, noi "normali" – c’è un momento in cui siamo attratti dal male, risucchiati da quel lato oscuro che neghiamo di avere perché ci fa paura. Non capita a tutti di augurare il peggio all’automobilista che ci taglia la strada, "riprovaci e t’ammazzo"? Un moto di aggressività che controlliamo con la ragione e quell’innata umanità che per fortuna ci caratterizza; ma per un attimo breve anche noi ci siamo affacciati all’orlo dell’abisso».
E allora, qual è la conclusione?
«Che se impariamo a convivere con la presenza di questo lato oscuro senza attribuire il male al "pazzo", all’"altro da noi", abbiamo fatto un bel passo avanti nel cammino della conoscenza. E possiamo affrontare in modo consapevole le pulsioni negative che, inutile negarlo, albergano nel nostro cuore».

Un po’ di leggerezza, ora: e il pensiero vola al festoso Aggiungi un posto a tavola, in cui lei canta e balla...

«Quando Garinei mi ha chiamato per propormi il ruolo del prete che parla al telefono con Dio, sono scoppiato a ridere: "Perché proprio io, che non ho mai fatto una commedia musicale?". Mi sentivo come don Silvestro alle prese con la costruzione dell’Arca! Poi ho riletto il testo, che mi ha letteralmente rapito, mi sono esercitato per un mese nel canto, ho trovato nel maestro Trovajoli – della cui severità mi avevano detto peste e corna – una guida deliziosa... E mi sono buttato, mettendomi di nuovo in gioco: perché essere attore per me è proprio questo, non fossilizzarmi mai in un ruolo, sia pure riuscito, per paura di perdere il consenso degli spettatori, ma ogni volta sfidare me stesso, spiazzare il pubblico e riconquistarlo da capo. L’ho fatto dicendo addio a Lele, dopo 39 serate da Un medico in famiglia (e sì che, continuando, avrei avuto solo vantaggi), con il parroco canterino, con il carabiniere tormentato di Ultima pallottola... Ma in questo momento la gioia più bella me la dà la scuola di recitazione dove insegno da tempo: si chiama "Percorsi", ha sede presso il Teatro Le Maschere di Roma e da quest’anno è finalmente mia! Un’altra sfida per dare una mano ai tanti giovani attirati da questo mondo di frutta candita, in cui purtroppo si nascondono molte mele avvelenate».
Luisa Sandrone

qui una breve clip della fiction ....
qui un link con opinioni del pubblico quando è stata data in replica, nel 2005,....ad agosto....(!::!)

venerdì 8 giugno 2007

VIDEO ESCLUSIVO DEL "VERO" DON DI LIEGRO!!!!!!

ECCOLO...HA UNA VOCE, OLTRE CHE UN VOLTO...
GRANDE PERSONA, OLTRE CHE PRETE!
ASCOLTATE CON ATTENZIONE TUTTO IL VIDEO...E NON SONO SOLO PAROLE...

http://www.mediavisionmarche.net/video9.html


in più vi posto una riflessione tratta dal blog

http://maurobiani.splinder.com/post/12332191

giovedì, 24 maggio 2007
Testimoni, non testimonials: Falcone e Don Luigi Di Liegrofalcone, capaci, luigi di liegro, mediaset, vignettaFalcone.
La scuola di mio figlio Tommaso si chiama “Giovanni Falcone”. Ieri, 15 anni dopo, è stato un buon giorno per parlarne con mio figlio, per spiegare che le persone possono scegliere di stare dalla parte del bene, della giustizia. Fortunatamente eravamo in buona compagnia.
Don Luigi Di Liegro. Lo sceneggiato in 2 puntate su Don Luigi Di Liegro fin dalla prima puntata (lunedi 21), andata in onda su Canale 5, aveva mostrato di essere un prodotto televisivo differente. Una buona testimonianza della vita di Don Luigi, una fiction con risvolti storici e documentaristici, di denuncia e di passione sull’accoglienza ai disagi, alle differenze, agli esclusi, tra le resistenze della politica pigra o collusa, della gente benpensante, della Chiesa di apparato. Don Luigi richiamava severamente i poteri alle loro responsabilità, lontano da una concezione pietistica e individuale della caritas cristiana. Uno sceneggiato bello e intenso, insomma, che avrebbe avuto il suo clou nella seconda ed ultima parte. Evidentemente, sempre attenta alla qualità delle sue trasmissioni, Mediaset ha deciso di spostare la suddetta seconda puntata (programmata per lunedì 22 sempre su Canale 5) sulla sua rete ammiraglia: Rete quattro. Complimenti

COME VEDETE POTEVA ESSERE UN GRANDE SUCCESSO...OVUNQUE LE RIFLESSIONI SONO FORTI, SENTITE...MA MEDIASET HA IL DOLLARINO "PAPERONIANO"NEGLI OCCHI....

giovedì 7 giugno 2007

DI LIEGRO PER IMMAGINI...PER NON LASCIARLO IN ARCHIVIO.


LUI E' DON LUIGI DI LIEGRO.....

MA ANCHE LUI..


PICCOLE FOTO CHE "PARLANO" DI QUELLO CHE "DOVEVA" ESSERE UN BEL MOMENTO DI "RIFLESSIONE TELEVISIVA"...

INTANTO UNO STRALCIO..PAROLE DI SCARPATI DEL GENNAIO 2006(!!)......................

da La tribuna di Treviso; Il mattino di Padova; La nuova di Venezia

Giulio Scarpati sarà impegnato, in tournée, con Lorenza Indovina fino al prossimo marzo; poi, sta meditando un ritorno nel piccolo schermo, che già lo vedrà presto protagonista, in prima serata, con la storia di Don Luigi di Liegro, fondatore della Caritas. “Sono in attesa – ha aggiunto – di proposte legate all’universo del sociale. La televisione italiana sta scivolando verso il più totale disimpegno. Credo però possa ancora essere strumento capace di avere carattere educativo: deve saper raccontare le realtà di cui la gente ha bisogno di sentir parlare”.

CHI LO HA ASCOLTATO???....MAH!
Intanto le proteste, dopo tanti giorni dall'assurda messa in onda, continuano, ovunque..!CI SARA' UN MOTIVO??

domenica 3 giugno 2007

COM'E' PICCOLO IL MONDO!!

l'HO SCOPERTO PER CASO, IN UN BLOG....

La persona di cui posto qui il "racconto" mi ha, ovviamente "autorizzato a farlo..
Chissà se Giulio se ne ricorda.. da allora non l'ha più rivisto se non in veste di attore,in tv, al cinema...LEGGETE:

"Quando ha fatto battere il mio cuore aveva più o meno questo aspetto"














"Ditemi se non era già carino, per forza non me lo sono più scordata.
Quando io l'ho conosciuto, non era nessuno,era solo un gran bel bambino e per molti anni, quando nessuno lo conosceva, io pensavo a lui.
Lui è nato a Roma, io in provincia di Salerno, le nostre strade si sono incrociate per via di una casa al mare.La sua casa che era nel paese dei miei nonni;

credo abbia ancora una casa lì, anche se mi hanno detto che non è più quella di allora; per motivi di privacy non dico il nome del paese, ma è carino, un piccolissimo paese della costiera cilentana.
Non so bene come le nostre famiglie siano venute in contatto, le cose che so me le ha raccontate mia nonna Irene.
Credo che mio nonno si occupasse del giardino della sua casa e che mia nonna li aiutasse in qualche modo, forse nelle pulizie, ma non sono sicura.


Fatto sta che quando mia zia si sposò, fece una piccola festicciola sulla terrazza di casa Scarpati.
Io mi ricordo di quel giorno, ricordo me, piccina sull'altalena e Giulio che mi spingeva e mi portava i dolcetti.

Ricordo che ,come si fa coi bambini piccoli, qualcuno dei grandi ci invitò a baciarci e lui mi baciò.Naturalmente un bacino sulle guance, ma è qualcosa che non ho mai dimenticato.

Rivedo ancora il mare,si vedeva benissimo dalla terrazza e ogni volta che l'altalena andava su, vedevo il mare di sotto e le alghe."
nausicaj

......mio commento:Giulio Scarpati era garbato, gentile e rispettoso verso le donne fin dalla tenera età!

sabato 2 giugno 2007

INTERVISTA DELLO SCORSO MAGGIO...MA CHE LA DICE TUTTA DELLE ASPETTATIVE E DELLA "FIDUCIA"...


QUESTA INTERVISTA RISALE AL MESE SCORSO E MOSTRA, CON POCHE BATTUTE, LO SCARPATI CHE TUTTI CONOSCIAMO ED APPREZZIAMO, NONCHE' LA LEGITTIMA E GIUSTA FIDUCIA CHE RIPONEVA NEL SUO PRODOTTO E...AHIME'...IN CHI AVREBBE DOVUTO DARGLI MAGGIORE "VISIBILITA'".

e poi...c'è quel Giulio 'privato e discreto' che lo fa sentire vicino a tutti noi.



Edizione: 19/05/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:SPETTACOLI


L’attore Giulio Scarpati è il protagonista lunedì e martedì su Canale 5 della fiction sulla vita del fondatore della Caritas
«Vesto la tonaca per parlare di carità»
«Il mio don Di Liegro, un caterpillar dalla parte degli ultimi contro tutte le convenzioni»


Giulio Scarpati è don Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas
Emanuela CastelliniROMA«Non si può amare a distanza restando fuori dalla mischia, senza sporcarsi le mani. Ma soprattutto non si può amare senza condividere».
In questo pensiero di Don Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas diocesana di Roma, morto per arresto cardiaco nel ’97, c’è il senso di una vita dedicata agli ultimi, vissuta in difesa della dignità dei bisognosi. Adesso la sua vita viene raccontata nella mini serie «L’uomo della carità - Don Luigi Di Liegro», in onda su Canale 5 lunedì e martedì in prima serata. A interpretarlo un convincente Giulio Scarpati che, nella fiction, ringiovanisce e invecchia con lui.
«Ho sentito molto il peso di questo ruolo. Mi ha coinvolto profondamente, molto di più di quanto mi è accaduto in passato con Rosario Livatino, "Il giudice ragazzino" ucciso dalla mafia. Monsignor Di Liegro era davvero una persona speciale, un grande trascinatore che ha capito e cercato di affrontare in anticipo problemi come l’immigrazione e l’integrazione razziale nel nostro Paese. Si è occupato di barboni e dei tossicodipendenti. Ha sfidato i benpensanti costruendo un centro per malati terminali di Aids nel borghesissimo quartiere romano dei Parioli. Il suo principio guida è sempre stato quello di dare dignità, attraverso la giustizia sociale e la carità, non certo con l’elemosina. Ecco perché don Di Liegro si preoccupava che la mensa dell’ostello fosse di buona qualità».

Come si è preparato?

«Ho letto molto su di lui. Ho fatto anche una mia ricerca personale. Sono stato alla Caritas e ho parlato con chi lo ha conosciuto e che non lo ha più dimenticato. Sento, anche nei loro confronti, una grande responsabilità, e sarei felice se soltanto un decimo di quello che è stato Di Liegro potesse trasparire dal film-tv».

Cosa ha scoperto di monsignor Di Liegro?

«Che non era solo un uomo di fede ma un uomo di azione, capace di muoversi nei complessi meccanismi della comunicazione, della burocrazia e della politica. Non un prete-contro, ma un sacerdote che sapeva da che parte stare: dalla parte degli ultimi. Dialogava con tutti, senza preclusioni».

C’è il rischio di farne un "santino"?

«No. Ci siamo attenuti alla realtà dei fatti, senza pietismi. Se individuava un obiettivo, don Di Liegro andava avanti come un caterpillar, a volte anche a discapito di chi lavorava con lui».

Dopo aver girato il film "Appuntamento a ora insolita" di Ricky Tognazzi, e portato in tournée "Una storia d’amore", sulle lettere tra Cecov e Olga Knipper, cosa sta facendo?

«Ho ripreso le lezioni di "Percorsi d’attore", nella scuola di recitazione che ho aperto con mia moglie (la regista Nora Venturini, ndr). A settembre sarò sul set di un giallo psicologico con il regista Claudio Camarca, e sto valutando una miniserie tv».

Ma lei lavora sempre?

Sorride: «Il mio hobby è il lavoro, che in sé ha già un aspetto ludico. Faccio scorpacciate di teatro e cinema, poi qualche partita a tennis, un abbonamento poco usato in palestra, la spesa, i colloqui con i professori. Cerco di tenere i miei figli lontani dalla curiosità generale. Io ho scelto di stare sotto i riflettori, non loro»

Si ricorda i suoi primi applausi?

«Avevo 13 anni e una vicina di casa argentina che faceva l’attrice mi fece partecipare a uno spettacolo. Vennero tutti i miei compagni di scuola. Alla fine si sono messi ad applaudire ed io, dal palco, facevo segno che no, non si dovevano disturbare così tanto... Poi mi hanno spiegato che gli applausi sono fondamentali nella vita di un attore, ma allora non lo sapevo...».

LEGGETE,PER FAVORE, LEGGETE!!!!!!!!!

VALSECCHI: ASCOLTI? PUBBLICO CI SEGUE SEMPRE…(Ansa) - Le recenti performance poco brillanti della fiction di Canale 5 - dalla serie Io e mamma retrocessa al pomeriggio della domenica, alla miniserie l'uomo della carita' con Giulio Scarpati, spostata alla seconda puntata su Retequattro - non preoccupano Pietro Valsecchi, che conta sul pubblico di affezionati che da sempre segue i prodotti della sua Taodue anche per Maria Montessori - una vita per i bambini, il film in due puntate con Paola Cortellesi dedicata alla pedagogista che agli inizi del Novecento rivoluziono' i tradizionali metodi educativi che va in onda su Canale 5 lunedi' 28 e mercoledi' 30 maggio in prima serata. "Ogni film ha le sue gambe e quindi non vorrei generalizzare", ha detto Valsecchi rispondendo alle domande dei cronisti sulla possibile penalizzazione della miniserie in un periodo quasi estivo.
"La Taodue - ha sottolineato il produttore - ha un pubblico che la segue da sempre, da Distretto di polizia al Ris a Borsellino: in dieci anni abbiamo ottenuto una media del 24% di share. La gente - ha detto ancora Valsecchi - ha bisogno di contenuti. E poi a maggio il bacino televisivo e'ancora di 25 milioni di telespettatori. Se andremo male e' perche' noi non siamo stati capaci. C'e' grande attesa per questa mini serie. E' vero, poteva andare in onda in autunno, ma questo poco importa".
Valsecchi non ha rinunciato a cogliere l'occasione per ribadire la sua polemica contro la Rai, a suo giudizio poco capace di realizzare prodotti da servizio pubblico: "Credo che la Rai - ha detto - debba chiedersi perche' Canale 5 continui a fare tv di contenuti e ora faccia anche la fiction sulla Montessori. Loro fanno film privi di qualsiasi tipo di contenuto. La tv non puo' essere fatta in modo intermittente ma deve essere sempre 'accesa"'. Il responsabile della fiction di Canale 5, Giorgio Grignaffini, ha spiegato che Maria Montessori andra' in onda di lunedi' e mercoledi' per evitare, martedi' 29, lo scontro con l'ultima puntata di Un medico in famiglia su Raiuno: "abbiamo preferito evitare il testa a testa contro un prodotto molto popolare. Anche in passato, come e' accaduto per esempio per i primi episodi di Ultimo, il salto di giorno non ha condizionato il successo dei nostri prodotti".

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E POI, IL PRODUTTORE FA IN MODO CHE LA "SUA" FICTION SIA "PROMOSSA SULLA RAI?????
NON HO PAROLE!!

e per "L'uomo della carita'" non si poteva fare un'operazione simile????
Cioè non farlo scontrare con trasmissioni che avrebbero potuto inficiare gli ascolti??????




venerdì 1 giugno 2007

avrei voluto non parlarne piu', ma..

.....mi ha fatto davvero tanto male quel che è capitato a Giulio...e dopo il "trionfo "di "Montessori-con tutta l'ammirazione che pure ho per l'attrice-, ho provveduto a mandar lettere a Mediaset, Rai ,interventi "forti" sui forum, ecc...
Insomma:
-Perche' la Rai non ha accettato la fiction "di Liegro" quando e' stata proposta, ben due anni fa..?

-Come mai,ora, la Rai si è tanto prodigata per "promuovere" la fiction su Montessori in programma su MEDIASET????(vedi ospitata e discussione con la Cortellesi su rai 3 Tvtalk,ore 9.00,sabato scorso, nonchè nel programma di Fiorello e...mi pare che sia andata anche dalla Dandini, domenica sera....!!)

Il comportamento di Mediaset, in merito a "L'uomo della carità", cioè lo spostamento, anzi la 'retrocessione' su Rete4, fa parte del costume della suddetta rete...per una 'manciata in meno di ascolti',e per sole due serate, poi..che dire?.......!!

-Scarpati è stato messo in sfacciata concorrenza con un Proietti che piace perchè è bravo e....'fa ridere'..e, di martedi, contro "Medico"!!!!!Una carognata!

-dalla Rai, però, non mi aspettavo queste discriminazioni..Che accade? Forse che Scarpati e' punibile a vita per non fare piu' Lele??

......... ormai qui ci si riempie la bocca...flop....Proietti batte Scarpati...Medico batte Scarpati...
MA SCHERZIAMO???GLI METTIAMO L'ETICHETTA, AL NOSTRO GIULIO???

e POI...DICIAMOCELO, TANTI ERANO "CURIOSI' DI VEDERE COME SE LA CAVAVA IN UNA FICTION "PAOLA CORTELLESI CHE MAGARI CONOSCEVANO SOLO IN ALTRE VESTI....(DIMENTICAVO..SULLA RAI C'ERA LA PARTITA DEL CUORE E POI, IL MERCOLEDI, QUASI IL NULLA...!!)

So per certo che le proteste per il "caso Di Liegro" SONO STATE TANTISSIME, E NON SOLO NEI BLOG, ANCHE SUI GIORNALI...
Io ho fatto e faccio quel che posso per sostenere Giulio e la sua professionalità. Vi posto qualche articolo..
Ciao, Giulio!!E vai avanti, come ti ho detto, con la tua tenacia, onestà e coerenza, pronto per un'altra sfida ma...attento agli "scaltroni"!!!!!

http://194.177.97.177/dream/desk.asp (cliccare ed andare in sezione tv e spettacolo)


http://www.laportella.net/cinema/autori/giulioscarpati/postfiction.htm