lunedì 24 dicembre 2007

PEDOFILIA RIGNANO FLAMINIO

RIGNANO/ COMITATO PRO INDAGATI: MAESTRE ANCORA A META' STIPENDIO
"Passati 7 mesi dalla scarcerazione ma la situazione non cambia"
Postato alle 13 da APCOM
Roma, 24 dic. (Apcom) - "Le maestre indagate nell'ambito dell'inchiesta di Rignano Flaminio sono ancora a metà stipendio. La legislazione prevede che a un provvedimento di sospensione cautelare dal servizio si accompagni il dimezzamento delle retribuzioni. La sospensione cautelare è prevista in presenza di certe condizioni, tra le quali c'è l'arresto". Così afferma, in una nota, Michele Angileri, portavoce del comitato in favore di chi è coinvolto nell'inchiesta su una presunta organizzazione di pedofili, l'associazione "Ragione e Giustizia".

"Così quando le maestre furono arrestate lo scorso 24 aprile entrarono automaticamente in stato di sospensione cautelare, e lo stipendio fu dimezzato - si spiega - Quando due settimane dopo (10 maggio) furono scarcerate la sospensione cautelare terminò, in via automatica. Le maestre non tornarono in classe, ma la sospensione ebbe fine".

"Ebbene, a 7 mesi dalla fine della sospensione cautelare le maestre non hanno ancora visto lo stipendio tornare normale. A metà stipendio, proprio mentre debbono sostenere ingenti spese per avvocati e periti di parte. Nonostante le maestre si siano recate più volte negli uffici amministrativi, anche accompagnate dai sindacalisti, nonostante le rassicurazioni lì ricevute ogni volta".

PEDOFILIA- MAXI OPERAZIONE IN GERMANIA

MAXI OPERAZIONE IN GERMANIA: 12MILA INDAGATI
(AGI) 24.12.07 - Berlino - La piu' grande retata mai compiuta contro una rete di pedofili ramificata in tutto il mondo e' in atto in Germania. Peter Vogt, procuratore di Halle, nel land orientale della Sassonia-Anhalt, ha confermato all'emittente televisiva pubblica "Mdr" che nel mirino delle autorita' ci sono oltre 12 mila pedofili, accusati di aver "scaricato o posseduto materiale pornografico con bambini". Le autorita' tedesche hanno gia' effettuato numerosi sequestri di materiale pedopornografico, mentre altre perquisizioni sono ancora in corso o in attesa di essere eseguite. L'azione condotta dalle autorita' tedesche contro i pedofili attivi su internet porta il nome in codice di "Himmel", cielo. Le indagini sono in corso da mesi e riguardano 70 Paesi. Solo in Sassonia-Anhalt gli inquirenti hanno scoperto 300 pedofili, mentre 1700 sono le denunce scattate nel Baden-Wuerttemberg. Nei mesi scorsi a cadere nella rete degli inquirenti era stato Reinhard Rumprecht, borgomastro di Merseburg, nella Sassonia-Anhalt, che aveva rassegnato le dimissioni dopo essere stato condannato a 8mila euro di multa per possesso di materiale pedopornografico. A permettere di scoprire la vastissima rete di pedofili e' stato un provider di internet, che ha segnalato alle autorita' un enorme traffico di dati informatici.(AGI)

venerdì 21 dicembre 2007

Violenza su Dodicenne - Prete Insegnante Religione

VIOLENZA SU 12enne: ARRESTATO PRETE INSEGNANTE DI RELIGIONE
21/12/2007 Sorpreso in auto dai carabinieri con un alunno. Erano andati a comprare i colori per il presepe. Violenza su un bimbo, prete in cella Casal di Principe: oggi l’interrogatorio del viceparroco del SS. Salvatore Il viceparroco della chiesa del Santissimo Salvatore, a Casal di Principe, è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale su un bambino di 12 anni. Don Marco Cerullo, 32 anni, insegnante di religione a Villa Literno, è stato sorpreso dai carabinieri mentre si trovava in auto con il bimbo in una zona appartata del paese. A insospettire la pattuglia era stato il volto terreo e gli occhi chiusi del bambino, seduto accanto al posto di guida apparentemente vuoto. Sembrava che il piccolo stesse svenendo, che stesse malissimo. È per questo che la pattuglia dei carabinieri si sono avvicinati e hanno visto che sul sedile anteriore c’era un uomo, disteso. Sacerdote arrestato per violenza sessuale MARILÙ MUSTO Casal di Principe. A insospettirli è stato il volto terreo e gli occhi chiusi del bambino, seduto accanto al posto di guida apparentemente vuoto. Sembrava che il piccolo stesse svenendo, che stesse malissimo. E che nell’auto, un’Alfa 147 nera accostata al ciglio di una strada di campagna, alla periferia di Casal di Principe e Grazzanise, ci fosse solo lui.

Scandali ecclesiastici: Don Mauro Stefanoni

Fonte: "Vivere e morire a Como"
Sborra Boy
14/12/2007
Posted in Kiesa di: Sir Percy Blakeney

Non scandalizzatevi via, e’ il nickname usato da Don Mauro Stefanoni nelle chatroom e se lo usa un prete… gia’ di Laglio ora operativo Colico.. voglio dire non sara’ mica una brutta parola. Volevo, però, con questo post fare un’analisi serena del dibattimento occorso nei giorni scorsi. Per prima cosa e’ palese che la richiesta del processo a porte aperte, fatta dalla parte civile, ha dato i suoi frutti: tutti i giornali, perfino i due più vicini alla curia, e TV Espansione hanno finalmente dato notizie di prima mano e sostanzialmente esatte.
Non solo: hanno evidenziato per prima cosa il fatto che l’ imputazione di detenzione di immagini pedopornografiche è totalmente indipendente dalla accusa più grave di violenza sul minore. In tal modo hanno dato ben poco spazio all’imputato di gridare all’assoluzione. Proscioglimento che peraltro è dovuto al fatto che è stata rinvenuta una sola fotografia riproducente un’apparente bambina in atti pornografici con un uomo per cui non si è potuta raggiungere la prova dell’elemento soggettivo del reato contestato ossia della volontà di detenere tale immondo materiale. Vorrei sottolineare inoltre che: 1)il perito ha confermato la navigazione internet su siti pornografici quasi tutti omosessuali maschili su ben quattro computer in casa parrocchiale e di proprietà di Stefanoni, e che il Collegio ha acquisito le riproduzioni agli atti del processo. Inoltre è stato confermato l’utilizzo di chat su siti porno omosessuali maschili con nike name a tema e molto chiari come detto dal perito in aula : " sborra boy","cazzone", " caxone"ed altre amenità del genere. 2) E’ stato poi confermato dallo stesso imputato al Collegio che la Curia lo ha avvisato delle indagini in corso e che è stata fatta riserva da parte dei giudici di indagare per il reato di favoreggiamento. La testimonianza del prete polacco ha poi confermato le dichiarazioni avute dal ragazzo ed ha saputo con autorevolezza rendere la propria importantissima testimonianza nonostante i tentativi, tutti falliti, della difesa di farlo confondere.
Concludendo ora il processo continua e sta procedendo sembrerebbe nel verso giusto visto anche anche le testimonianze precise e calzanti dei testi di Pontetresa….e per averne conferma dobbiamo partecipare numerosial processo: prossime udienze 7 e 9 gennaio

Continuano le udienze a porte aperte (perche’ volute dalla parte civile cioe’ la vittima) del processo di Don Mauro Stefanoni il quale spero non vada avanti in base ai dettami locali…
Infatti in seguito alle dichiarazione del Perito informatico della Procura, Luca Ganzetti, che ha confermato cosa ha trovato sui 4 computer sequestrati a don Mauro: almeno un centinaio di collegamenti a siti internet con contenuti in prevalenza omosessuali, ma solo una "presunta" foto pedopornografica sui pc del religioso (da capirsi il termine presunta), dietro insistenza della difesa Avv. Bomparola (difensore di professione di preti pedofili) e dopo oltre un’ora di camera di consiglio, hanno assolto il prete per non avere detenuto e divulgato questo tipo di materiale. Quindi andava nei siti per omosessuali ma non per pedofili e la foto era una foto presunta… Per quanto riguarda l’accusa principale quella piu’ ripugnante e grave cioe’ abuso di minore (non in maniera virtuale ma reale)il processo va avanti. Oggi e’ stata importante la testimonianza di un Padre Polacco don Arcadiusz che ha dichiarato: "Mi ha rivelato di avere avuto dei rapporti sessuali con don Mauro Stefanoni nella casa parrocchiale di Laglio. Quanti ? Un paio almeno…”. Il Padre ha spiegato, passo per passo, come è entrato in confidenza con il ragazzino. Prima un contatto telefonico, poi un incontro faccia a faccia. Quindi l’invito di andare a parlare con l’assistente sociale e con la polizia. sempre il prete polacco ha infine dichiarato ”Lui aveva paura solo che i genitori sapessero queste cose. Ma poi ha deciso di denunciarlo lo stesso…”. In attesa di una decisione del Vescovo visto le oramai chiare tendenze omosessuali del prelato, appetiti per altro condannati dal Papa e dal suo "segretario" Boy George… vedremo come finirà sto processo in salsa lariana se come quelli a Salmoiraghi oppure per una volta si fara’ giustizia

Laglio altra udienza per il (DON) Stefanoni.
Continuano le udienze a porte aperte (perche’ volute dalla parte civile cioe’ la vittima) del processo di Don Mauro Stefanoni il quale spero non vada avanti in base ai dettami locali… Infatti in seguito alle dichiarazione del Perito informatico della Procura, Luca Ganzetti, che ha confermato cosa ha trovato sui 4 computer sequestrati a don Mauro: almeno un centinaio di collegamenti a siti internet con contenuti in prevalenza omosessuali, ma solo una "presunta" foto pedopornografica sui pc del religioso (da capirsi il termine presunta), dietro insistenza della difesa Avv. Bomparola (difensore di professione di preti pedofili) e dopo oltre un’ora di camera di consiglio, hanno assolto il prete per non avere detenuto e divulgato questo tipo di materiale. Quindi andava nei siti per omosessuali ma non per pedofili e la foto era una foto presunta…
Per quanto riguarda l’accusa principale quella più ripugnante e grave cioe’ abuso di minore (non in maniera virtuale ma reale)il processo va avanti. Oggi e’ stata importante la testimonianza di un Padre Polacco don Arcadiusz che ha dichiarato: "Mi ha rivelato di avere avuto dei rapporti sessuali con don Mauro Stefanoni nella casa parrocchiale di Laglio. Quanti ? Un paio almeno…”. Il Padre Ha spiegato, passo per passo, come è entrato in confidenza con il ragazzino. Prima un contatto telefonico, poi un incontro faccia a faccia. Quindi l’invito di andare a parlare con l’assistente sociale e con la polizia. sempre il prete polacco ha infine dichiarato ”Lui aveva paura solo che i genitori sapessero queste cose. Ma poi ha deciso di denunciarlo lo stesso…”. In attesa di una decisione del Vescovo visto le oramai chiare tendenze omosessuali del prelato, appettiti per altro condannati dal Papa e dal suo "segretario" Boy George… vedremo come finirà sto processo in salsa lariana se come quelli a Salmoiraghi oppure per una volta si farà giustizia.

Processo Stefanoni… facciamo il punto

8/02/2007
Posted in Kiesa, Kronake da Narnia
di: Sir Percy Blakeney

Aspettando la prossima udienza ricapitoliamo le puntate precedenti sugli accadimenti avvenuti, anche perchè ritengo giusto ricostruire con i pochi strumenti che ho i fatti ed onestamente sono stanco di leggere le continue e velate minacce dell’amico anonimo, che a tal fine utilizza questo Blog.
CHI E’ STATO INTERROGATO: per prima cosa sono stati sentiti in due udienze solo quattro testi sugli otto citati e l’ultima udienza è stata occupata dalla sola audizione della parte civile madre del ragazzo parte offesa.
LA DIFESA E LA TECNICA DELL’ARRAMPICARSI SUGLI SPECCHI:Mentre infatti il PM ed i difensori della parte civile hanno impiegato insieme al massimo tre quarti d’ora per gli interrogatori dei testi, e ciò perchè gli stessi sono stati assolutamente chiari ed hanno sostanzialmente confermato i fatti a loro conoscenza, i difensori dell’imputato hanno tenuto i testi ( soprattutto due e cioè i più rilevanti ) sotto pressione con domande ripetitive, contestazioni su dichiarazioni che gli stessi mai avevano fatto.
IL RISULTATO: alle domande insinuanti ed equivoche i difensori della Parte civile oltre che i due Pm più volte hanno fatto opposizione regolarmente accolta dal Collegio, poichè le stesse avevano solo il solo fine di cercare di far cadere i testi in contraddizione .
In effetti sono riusciti ad avere solo pesanti interventi contro le loro modalità di interrogatorio dal Presidente.
LA DIFESA & DIFENSORI DI PARTE CIVILE: Ritengo sia superfluo evidenziare che l’Avvocato della difesa di parte civile non si sia mai permessa,di "istruire i testi a rispondere non ricordo", anche perchè la stessa è un illustre e conosciuta professionista cui è noto che il modus professandi, inoltre ormai dovrebbe essere evidente che la difesa del prete ha pochi appigli rispetto ai riscontri oggettivi esistenti in questo delicato processo.
LE DIFFICOLTA’:Non ci sono dubbi circa le difficoltà ed il duro lavoro che hanno dovuto svolgere sia i PM che la parte civile non avendo potuto sorprendere in flagranza il prelato che era stato previamente avvisato dalla Curia.
LA VERITA’: Visto che credo nella Giustizia confido nel fatto che sia interesse di tutta la comunità i raggiungere la verità anche se questa sarà solo una verità processuale, quella vera è certamente nel cuore dei protagonisti di questa amara e scandalosa vicenda ( lo scandalo è il comportamento della Curia, vedasi i richiami al silenzio, lo spostamento a Colico giusto giusto per il Grest ).
CONCLUDO :Faccio infine una precisazione, doverosa, la ricostruzione dei fatti in questo post è avvenuta attraverso un’attenta analisi della cronaca dei giornali, il che mi è costato tempo e fatica ma l’ho ritenuto giusto in particolare per fare chiarezza, e per far capire come si sta svolgendo il processo.
Ed infine quindi una domanda a chi cerca continuamente di insultare il ragazzo e la sua famiglia,inventandosi teorie complottistiche verso Don Mauro Stefanoni, colui che tanto sa o spaccia di sapere… come è ha conoscenza dello svolgersi del processo se lo stesso è a porte chiuse e se la logica non mi inganna solo uno presente fisicamente alle udienze può scrivere (anche se scorrettamente) su quanto avviene dentro l’aula… e quindi,concludo, chi sarà mai il nostro amico?

25/11/2006

Fonte http://www.vivereacomo.com/2007/12/14/sborra-boy/

giovedì 20 dicembre 2007

Don Marco Baresi rimane ai domiciliari

Giovedì, 20 Dicembre 2007

Pedofilia. Il tribunale si è pronunciato: il vicerettore del seminario non può tornare libero


Don Marco resta ai domiciliari
il Riesame nega la scarcerazione


Permarrebbero i presupposti alla base della custodia cautelare.
Il disagio in Curia

adelaide.pierucci@epolis.sm



¦ Don Marco dovrà restare agli arresti domiciliari. Il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dal suo legale, l'avvocato Luigi Frattini. Secondo il collegio presieduto dal giudice Anna di Martino permangono i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze alla base dell'ordinanza di custodia cautelare che lo ha fatto finire in manette: il pericolo della reiterazione del reato e la pericolosità di fuga.

Un altro affronto per l'ambiente ecclesiastico bresciano che si è schierato compatto in difesa del sacerdote, 38 anni, vicerettore del seminario vescovile, arrestato il 28 novembre con l'accusa di violenza sessuale ai danni di un ex allievo all'epoca 14enne e di detenzione di materiale pedopornografico, circa 600 file trovati cancellati in un pc in suo uso.

Don Marco Baresi, però, a quanto pare è pronto a difendersi.

«Quel materiale non è stato maneggiato da me. E con il ragazzo nessun approccio intimo», si sarebbe giustificato con gli inquirenti .

A mettere nei guai con la giustizia questo sacerdote bresciano con una carriera promettente davanti è stata la denuncia dei genitori di un 14enne, che fino a tre anni fa frequentava il seminario vescovile di Brescia. Il ragazzino era finito sotto le cure di uno psicologo con il quale si sarebbe aperto raccontando lo strano approccio del docente nei suoi confronti. Approccio che sarebbe sconfinato più volte in contatti sessuali anche quando lui non aveva ancora compiuto i 14 anni.

Il pm Simone Marcon apre un'inchiesta e mette al loro gli uomini della Squadra Mobile. Parte l'avviso di garanzia. Don Marco resta al suo posto. La Curia giustamente non prende provvedimenti disciplinari, né ritiene opportuno assegnare il sacerdote ad un altro compito. Alcuni ragazzi del seminario a luglio vengono sentiti dagli investigatori. In quei giorni viene sequestrato a don Marco un pc portatile: potrebbe contenere materiale compromettente, utile all'indagine così il pm nomina un consulente per ispezionarlo. Si scoprirà che dal computer erano stati scaricati circa 600 file quasi tutti con temi pedopornografici, poi cancellati. Don Marco pare che sostenga che quel computer non fosse solo in suo uso. Di chi allora? Questo non è stato ancora chiarito.

L'indagine va avanti fino a novembre: il 28 a mattina gli uomini della Mobile prelevano don Marco dal suo alloggio all'interno del seminario e lo portano in carcere, a Canton Mombello. Hanno in mano l'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Silvia Milesi, su richiesta di Marcon. Il giorno dopo, appena completato l'interrogatorio di garanzia, don Marco ottiene i domiciliari. E lì per ora dovrà restare.

mercoledì 19 dicembre 2007

RIGNANO FLAMINIO: idoneità bambini

Fonte: www.fondazioneitaliani.it

Rignano, i bambini ancora sotto shock
mercoledì 19 dicembre 2007
Due bambine sono idonee a testimoniare, un terzo bimbo non lo è. Questa la conclusione cui sono giunte le tre esperte nominate dal gip nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi ai danni di bambini della scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio.

In particolare le due bambine dichiarate idonee a testimoniare sono due sorelline, una di quattro e una di otto anni. Ad affermare la capacità a rendere dichiarazioni sono state la neuropsichiatra infantile Angela Gigante e le psicologhe Marilena Mazzolini e Antonella Di Silverio. In merito al terzo minore, si tratta di una maschietto di cinque anni sul quale, a quanto si è appreso, le esperte, pur non ritenendolo idoneo a testimoniare, avrebbero riscontrato segni di trauma di natura sessuale. La reazione dei legali

"Dall'esame dei periti il bambino è risultato affetto da un disturbo post traumatico da stress con indicatori di abuso, come affermano gli stessi esperti del gip, relativi ad un'esperienza traumatica tanto con riferimento al vissuto nell'anno d'asilo, quanto con riferimento allo stato psicologico attuale piuttosto critico e che ne ha determinato l'inidoneità a testimoniare. A sostenerlo sono gli stessi periti nelle conclusioni del loro accertamento". Ad affermarlo è l'avvocato Mirko Mariani, legale della famiglia del bambino, presunta vittima di abusi nella scuola di Rignano Flaminio, che è stato giudicato dai periti del gip di Tivoli non idoneo a rendere dichiarazioni. In merito alla situazione familiare del minore il legale afferma come il piccolo "viene da un ambiente familiare coeso. Questa circostanza - ha detto - è anche confermata dai periti che hanno inoltre escluso qualunque ipotesi di suggestione o di induzione da parte dei genitori dei confronti dello stesso bambino. Quest'ultimo inoltre è sempre stato nominato come partecipante ai cosiddetti giochi da parte degli altri minori sino ad ora ascoltati in sede di audizione protetta". Tale lo stress da cui il bambino sarebbe sottoposto che, stando a quanto riferito dallo stesso legale, lo porta a "cambiare argomento ogni volta che si parla della scuola. Non vuole neanche parlare di circostanze o fatti che non riguardano i fatti oggetto del procedimento". Tale mutismo in merito alla scuola di Rignano Flaminio, stando a quanto riferito da Mariani, sarebbe stato portato avanti dal bambino anche nel corso degli incontri con i periti del gip.

"La perizia ha dimostrato in modo esplicito che le due bambine hanno subito abusi e che a tutt'oggi ne pagano ancora le conseguenze". Ad affermarlo è l'avvocato Giacomo Augenti, legale delle famiglie delle due bambine di Rignano Flaminio presunte vittime di abusi sessuali, giudicate idonee dai periti del gip a rendere dichiarazioni. Le due minori sono due sorelline e la maggiore, a quanto si è appreso, secondo i risultati della perizia "ripete le modalità di recupero del ricordo che potrebbero essere effetto di suggestione per l'interazione con la sorellina più piccola".
Ad ogni modo secondo i periti entrambe le bimbe hanno capacità di discernere il vero dal falso, le cose di fantasia da quelle reali ed anche loro, come gli altri minori esaminati dagli esperti, sarebbero affette da un disturbo di stress post traumatico riconducibile possibili a traumi di natura sessuale.

martedì 18 dicembre 2007

Rignano Flaminio: perizia RIS

Fonte ANSA 2007-12-18 16:51
RIGNANO: PERIZIA RIS AL VAGLIO DEL GIP
I peluche analizzati nell'ambito dell'incidente probatorio disposto dalla magistratura di Tivoli sui presunti abusi sessuali a Rignano Flaminio "potrebbero essere stati lavati". Lo hanno dichiarato i carabinieri del Ris, sottolineando che si tratta di un'ipotesi che non può essere esclusa, durante l'udienza tenutasi oggi davanti al gip Cecilia Angrisano per l'esame della perizia svolta su numerosi reperti al fine di verificare se fossero presenti tracce biologiche riconducibili ai 19 bambini ritenuti sessualmente abusati.

Rispondendo alle domande poste dalle parti (il gip Angrisano, il pm Marco Mansi, i difensori degli indagati ed i rappresentanti di parte civile), i militari del Ris non hanno escluso che nel caso in cui i peluche ed alcuni abiti, sequestrati nell'abitazione della coppia Patrizia Del Meglio-Gianfranco Scancarello, fossero stati lavati, le eventuali tracce biologiche possano essere sparite. Nel ribadire che non ci sono residui attribuibili ai bambini della scuola materna "Olga Rovere", gli esperti, secondo quanto si è appreso, hanno anche precisato che alcuni genotipi estrapolati dagli stessi reperti e non attribuiti ad alcuno dei protagonisti della vicenda, potrebbero essere ricondotti a Del Meglio-Scancarello e ad uno dei figli maschi. Tra i dati certi c'é che le tracce biologiche trovate su 61 dei 136 peluche esaminati appartengono alla figlia undicenne della coppia. Nel corso dell'udienza i periti nominati per l'esecuzione dell' incidente probatorio hanno spiegato che la inutilizzabilità di una decina di impronte digitali prelevate da alcuni giocattoli é conseguenza di un degrado delle stesse alla luce dei materiali e delle vernici che li compongono, spesso refrattario alle impronte. "Le perplessità che avevamo manifestato alla lettura delle conclusioni peritali - hanno dichiarato alcuni avvocati di parte civile - sono state confermate oggi. I carabinieri, di fatto, hanno confermato la possibilità che i reperti sotto sequestro siano stati lavati o puliti. Il che ha determinato l'assenza di tracce biologiche o dattiloscopiche". Per Giosué Naso, difensore della maestra Marisa Pucci, in "un paese normale, all'esito di un incidente probatorio del genere, a questa vicenda si porrebbe fine con una richiesta di archiviazione". "Invece - ha aggiunto - si continuerà con le audizioni dei bambini per tutto il 2008 per giungere allo stesso risultato di adesso: ossia che non si può sostenere l'accusa in un processo". Sul piano delle indagini è previsto domani il deposito dei risultati dell'indagine psicologica condotta dai periti neuropsichiatrici sull'idoneità di quattro bambini a rendere testimonianza. Per un quinto bambino i periti hanno chiesto una proroga di otto giorni prima di pronunciarsi. Infine é previsto per l'8 gennaio prossimo il deposito dei risultati sull'idoneità di altri tre bambini

lunedì 17 dicembre 2007

RIGNANO FLAMINIO

RIGNANO PERIZIA/RIS, PARTE CIVILE: I REPERTI SONO STATI RIPULITI

Domani udienza davanti al gip di Tivoli. "Daremo battaglia"

Roma, 17 dic. (Apcom) - "I reperti esaminati dal Ris di Messina sono stati ripuliti. Non si può dire quindi che la perizia depositata nei giorni scorsi abbia scagionato le maestre o gli altri indagati".

Così gli avvocati Franco Merlino e Antonio Cardamone "annunciano battaglia" per l'udienza di domani davanti al gip di Tivoli, Cecilia Angrisano. Ulteriore passaggio istruttorio dell'inchiesta su una presunta organizzazione di pedofili che avrebbero operato a Rignano Flaminio, nella scuola materna 'Olga Rovere'. "A Rignano ci sono i fantasmi - continuano i legali - Nessuna impronda digitale è stata rilevata sulla piscinetta, sulla pompa e sul cavallo a dondolo (presenti a casa dell'insegnante Patrizia Del meglio e del marito Gianfranco Scancarello). Su molti dei 136 pelouche, addirittura, non è stato trovato il dna dei padroni di casa o dei cuginetti o fratelli, che frequentavano l'abitazione. Solo su alcuni pupazzi è stato trovato quello della figlia dei coniugi Scancarello. Strano". Gli avvocati Merlino e Cardamone aggiungono poi: "La perizia conferma tutti i nostri dubbi. Compiere i prelievi dopo almeno cinque mesi dalla conoscenza dell'indagine è significato dar la possibilità di rendere inutile l'accertamento". I due penalisti tendono poi a rimarcare come, in ogni caso, tracce di dna della Del Meglio sono state trovate su un pantacollant con sonaglini alle caviglie. "Più volte abbiamo dovuto ascoltare come fosse inimmaginabile la impossibilità che una nonna, una donna su di peso, potesse indossarli. Come si spiega questa piccolissima indicazione?".

venerdì 14 dicembre 2007

RIGNANO FLAMINIO

NESSUNO E' STATO SCAGIONATO!
DAL SITO http://www.bambinicoraggiosi.com/

Rignano Flaminio: Perché la perizia dei Ris non può escludere che gli abusi ci siano stati

di Roberta Lerici -La fiducia nella giustizia e nella magistratura che continua a indagare sulla tragedia di Rignano Flaminio, mi portano a ritenere che, qualora fosse confermato anche nell’incidente probatorio del 18 dicembre che non vi siano corrispondenze fra i reperti raccolti dai Ris nelle abitazioni e nelle auto di alcuni indagati e i bambini che stanno sostenendo l’incidente probatorio, questo non significherebbe nulla. Oltre al fatto che i reperti siano stati raccolti sei mesi dopo l'inizio delle indagini, devo ricordare che in tutte le sedi giudiziarie in cui si è dovuto analizzare il caso di Rignano Flaminio, nessuno ha mai affermato che i bambini non fossero stati abusati. Se mai, l’incertezza è stata posta sui metodi di attuazione dell’abuso e sull’accertamento delle responsabilità degli indagati per tali abusi (da parte della Cassazione che sulla sentenza del Riesame si è espressa, però, solo sui primi sei casi denunciati e non su tutti i diciannove, senza poter considerare i successivi indizi raccolti). Il valore ed il peso giudiziario della perizia dei Ris si conosceranno solo dopo l’incidente probatorio del 18 dicembre, quando tutte le parti potranno porre domande ai Ris, che spiegheranno nei dettagli le loro conclusioni. Per evitare brutte figure come quella della diffusione di indiscrezioni sulla sentenza della Cassazione in cui molti si sono lanciati ad affermare che “gli abusi andavano cercati fuori dalla scuola”, (fatto che ha costretto a un'immediata smentita il primo Presidente Carbone :“Nella sentenza non è scritto che gli abusi vadano cercati fuori dalla scuola”), penso sia meglio attendere.


Meglio evitare titoli come quelli apparsi oggi che attribuiscono alla perizia dei Ris il potere di escludere gli abusi sui bambini. Si può delinquere anche senza lasciare la propria firma, come è avvenuto in due casi recenti. E questo lo dico a prescindere da chi sia il responsabile, visto che solo la magistratura potrà stabilirlo.

Il fatto che qui non ci sia stato un omicidio, non significa che non ci sia stato un reato. Il fatto che nessuna perizia dei Ris sul caso Perugia abbia inchiodato l'assassino, significa forse che la studentessa inglese non sia stata uccisa? Significa forse che non ci siano persone indagate?

Su questo sito, poi, ho pubblicato numerose sentenze della Cassazione che indicano in modo inequivocabile come la sola testimonianza dei bambini nei processi per abuso sessuale e non solo, abbia portato a condanne definitive, anche in mancanza di altri riscontri. La testimonianza dei bambini ha valore di prova, eppure in molti sembrano non saperlo. In questi giorni i magistrati stanno ascoltando anche bambini più grandi. Le indagini non sono ancora finite. Non è cambiato nulla. Il loro impegno prosegue, perché sapere chi abbia abusato dei bambini di Rignano Flaminio è imprescindibile, non solo per le famiglie e gli abitanti di Rignano, ma per tutto il nostro Paese. Non si può pensare che qualcuno riesca a sfuggire alle maglie della giustizia dopo aver distrutto l’infanzia a tanti bambini e la vita a tanti genitori. Siamo rimasti inorriditi dalle testimonianze rese dai tre bambini che, finora, hanno sostenuto l'incidente probatorio. Erano tra i più piccoli. Ne restano ancora 15 o 18 (se verrà accolta la richiesta del PM di aggiungerne altri tre). Passeremo un altro anno a sentire raccontare orrori. Passeremo un altro anno a sentire una parte di stampa e di opinione pubblica dare dei "bugiardi" a bambini e genitori, e dei “testardi” agli inquirenti.

Mentre i bambini continueranno a stare male e i genitori continueranno a farli curare. E’ davvero questo il paese in cui vogliamo vivere?


mercoledì 12 dicembre 2007

I pedofili non guariscono mai

Fonte: www.bambinicoraggiosi.com

MA I PEDOFILI NON GUARISCONO - ALESSANDRO CALDERONI
Lo afferma lo psicologo che cura, fra gli altri, anche i preti che abusano di minorenni. Per questo, spiega, non è prudente lasciarli al loro incarico. Amezzo chilometro dalla Basilica di San Pietro, in Vaticano, lavora un professionista che conosce i più cupi segreti di alcuni membri del clero. Non è un confessore ma un clinico. Poco meno di sessant’anni, origini pugliesi, uomo di scienza prima che uomo di fede, Aureliano Pacciolla insegna psicologia della personalità alla Lumsa ed è psicoterapeuta orientato verso l’ipnosi e il cognitivismo. Dirige la collana Psicologia e interdisciplinarità dell’editore Laurus Robuffo ed è consulente tecnico del tribunale di Roma e della Sacra rota. Il suo campo d’azione specifico riguarda l’abuso sessuale: in particolare l’abuso su minorenni e la pedofilia.
In qualità di terapeuta tenta il recupero di pazienti che si sono macchiati di questi reati anche all’interno del clero. In veste di studioso e ricercatore, è chiamato a tenere corsi di aggiornamento per superiori del clero, su questi temi. «Il primo caso di cui mi sono occupato riguardava un laico e mi ha insegnato che riconoscere un pedofilo non è cosa semplice, anche se sei un esperto» spiega Pacciolla. «Bruno aveva 35 anni e veniva da me per curare i suoi stati d’ansia dovuti alla separazione dalla moglie e alla disoccupazione. Dopo 2 anni di trattamento, di punto in bianco, mi rivelò che molto tempo prima aveva abusato di sua figlia, quando lei aveva 4 anni. La toccava mentre dormiva». Come andò a finire? La ragazza a 16 anni soffriva di stati dissociativi che non le permettevano di studiare con profitto. Il padre sparì poco dopo avermi rivelato il suo segreto. Quando vide il primo pedofilo in abito talare? Era il 1995 e mi trovavo fuori Roma. Un viceparroco di 29 anni trovò un pretesto per avvicinarmi e mi confidò che allenava la squadra di calcio dell’oratorio e al termine delle partite si improvvisava massaggiatore per toccare i bambini di 8-9 anni. Dopo il racconto, non si fece più vivo. Ricordo anche il caso di un frate straniero 55enne: da un lato aveva un’autentica ossessione per l’orario delle messe e per alcune sequenze di preghiere; dall’altro metteva in pratica fantasie masturbatorie con bambini, con la scusa che «anche loro sorridevano. Messo di fronte al fatto che un bambino non può scegliere liberamente di partecipare a un atto sessuale, dopo tre sedute si volatilizzò pure lui. In entrambi i casi segnalai i soggetti al vescovo di riferimento e all’autorità giudiziaria. Lei denuncia i suoi pazienti? L’obbligo di referto prevale sul segreto professionale quando è a rischio un bene comune. Poiché arrestare le tendenze pedofile di un soggetto è impossibile, occorre impedirgli di delinquere ulteriormente. Le sue segnalazioni hanno sempre effetto? Intervenni ripetutamente contro un prete che aveva abusato di sette adolescenti e pretendeva addirittura di farsi nominare superiore. Non finì in galera ma restò al suo posto. A poco a poco le famiglie coinvolte ritirarono le denunce e il caso si spense. Ma di certo quel frate non è guarito. Un pedofilo è incurabile? Curabile ma inguaribile, a mio parere. Primo, è veramente difficile che un pedofilo venga a chiedere aiuto da solo: arriva in terapia per altri disturbi o se viene implicato in vicende giudiziarie. Secondo, un pedofilo non riconosce la propria inclinazione, oppure non ritiene che abbia una connotazione negativa. Terzo, trattandosi di una preferenza sessuale, è pressoché impossibile variarla clinicamente. Quarto, messo davanti ai dati di fatto, in poche sedute il pedofilo abbandona il trattamento. Cosa pensa dell’ipotesi di castrazione chimica? Elimina solo l’erezione ma il pedofilo resta tale e sfoga le proprie pulsioni con altre parti del corpo, anche con maggiore veemenza a causa della frustrazione. Come si interviene allora su un paziente affetto da pedofilia? Somministrandogli antidepressivi Ssri a basso dosaggio lo si rende più permeabile al colloquio psicoterapeutico. In quella sede è possibile abituarlo a riconoscere in anticipo le immagini mentali che lo portano all’eccitazione, aumentando quindi le sue possibilità di autocontrollo. Ma anche quando il soggetto è collaborativo resta come un vulcano spento che può esplodere improvvisamente. Per questa ragione non credo sia prudente che i sacerdoti pedofili tornino ai loro incarichi. Il Vaticano cosa le dice? Personalmente non ho mai subito alcuna censura, anche se so che in non pochi casi è stata messa in atto una vera e propria «cover up policy» da parte di soggetti ecclesiastici. Non sempre le autorità ecclesiastiche hanno collaborato con le indagini delle autorità giudiziarie. Ora sembra che vi sia maggiore disponibilità, ma le resistenze sono ancora eccessive. In tribunale i casi di pedofilia in seno al clero sono sempre più frequenti. Il fenomeno è in crescita? È solo una questione di visibilità. Il clero dei paesi anglosassoni ha una maggiore percentuale di casi di pedofilia conclamata perché i loro sistemi giudiziari vantano certezza e immediatezza della pena. Al contrario, dove la pena è solo probabile e lontana nel tempo, la denuncia diventa una fonte di stress per la vittima e i suoi familiari. Alcuni poi ritengono che nelle culture latine, a prevalenza cattolica, sia più facile per la Chiesa tenere nascosta un’infamia. Ci sono differenze tra pedofili laici ed ecclesiastici? No. Le cause sono comuni: traumi subiti in infanzia o desiderio di provare nuove esperienze. Per tutti e due la pedofilia può essere una patologia, se la tendenza è stabile nel tempo, o soltanto un reato, per il quale basta un unico atto sessuale. Chi è la vittima tipo del prete pedofilo? I sacerdoti abusanti di orientamento eterosessuale molestano di solito le fedeli adulte e, meno frequentemente, suore e bambine. I sacerdoti pedofili con orientamento omosessuale, invece, statisticamente prediligono i bambini, specialmente prepuberi. Cosa succede a questi bambini quando diventano grandi? Difficile dirlo. Molti accusano un grave disturbo di personalità, detto borderline. Spesso i maschi esternalizzano la sofferenza diventando a loro volta abusanti, mentre le femmine soffrono in modo più intimo. Si è mai lasciato sopraffare dall’orrore di un racconto? Non posso dimenticare la storia di un quarantenne che dopo aver abusato della figlia primogenita, ormai diciassettenne, si era dedicato ai due gemelli secondogeniti, dodicenni: un maschio e una femmina. Violentava entrambi e, quando la bimba rimase incinta, la portò ad abortire firmando perché uscisse in anticipo dall’ospedale per poterla subito violentare di nuovo. Al termine dell’incidente probatorio andai nel bagno del tribunale a piangere.
Panorama n. 50 dicembre 2007

martedì 11 dicembre 2007

Bambini scomparsi

UNA BUONA NOTIZIA.

Fonte: Adnkronos

Era uscito di casa ieri mattina per andare a scuola dove non è mai arrivato

Cagliari, trovato 11enne scomparso

Era in una grotta nelle campagne nei pressi di Samatzai. Ad individuarlo un pastore. La fuga probabilmente dovuta alla paura dei colloqui scolastici che si dovevano svolgere proprio oggi


Cagliari, 11 dic. - (Adnkronos) - E' stato trovato in una grotta nelle campagne nei pressi di Samatzai (Cagliari) Enrico Farris, il bambino di 11 anni scomparso da ieri mattina. Il bimbo sarebbe stato individuato da un pastore che successivamente ha chiamato i carabinieri della compagnia di Sanluri. I militari fanno sapere che il bimbo è in buone condizioni di salute nonostante abbia trascorso l'intera notte all'addiaccio.

Per tutta la notte carabinieri, polizia, vigili del fuoco, protezione civile e di molti volontari hanno battuto la zona del Cagliaritano alla ricerca del bambino. L'allarme era scattato ieri pomeriggio. Enrico, come tutte le mattine era uscito di casa per andare a scuola dove non è mai arrivato. La famiglia aveva fatto anche un appello spiegando che il bimbo ieri portato con sé, ''stranamente'', alcuni generi alimentari come frutta e biscotti.

Probabilmente a spingere il bimbo alla fuga potrebbe essere stata la paura dei colloqui scolastici che si dovevano svolgere proprio oggi. Un suo compagno ha infatti raccontato che Enrico era ''molto preoccupato'' e si era detto pronto ''a scappare di casa in caso di altri brutti voti''.

Bambina Stuprata

Australia Il premier Rudd: «Sono orripilato da casi come questo»
Stuprano una bimba: assolti
«Sono aborigeni, vanno capiti»
Per la giudice, la vittima di 10 anni «era d’accordo»

Sarah Bradley è una giudice australiana che crede nel rispetto della diversità culturale. Di quelle che hanno lavorato per anni per tenere fuori dalle prigioni i criminali aborigeni. Deve essere per questo che, qualche settimana fa, ha lasciato liberi tre uomini e sei ragazzi, rei confessi dello stupro di una bambina di dieci anni: «Dovete capire—ha detto loro bonariamente— che non potete fare sesso con una minorenne. In questo caso ammetto che la ragazza coinvolta probabilmente era consenziente». Dopotutto, è l’assunto della giudice, la violenza sessuale è talmente diffusa nelle aree indigene, dove i neonati contraggono malattie veneree e i bambini mimano l’atto sessuale già all’asilo, che i giovani potrebbero non percepirla come un reato e quindi vanno educati, non puniti.

Peccato per la vittima, una ragazzina magra con la faccia triste, nata con un lieve ritardo mentale a causa del troppo alcool bevuto da sua madre durante la gravidanza. A lei la vita non ha fatto nessuno sconto. Aveva sette anni quando subì la prima violenza. Per questo era stata allontanata dalla comunità di Aurukun, nel Queensland settentrionale, e data in affidamento a una famiglia non indigena. Poi il ritorno a casa e lo stupro di gruppo: «È sbagliato — aveva decretato il Dipartimento per la sicurezza del bambino — farla allevare da gente bianca, così le rubiamo la sua identità». La triste storia della piccola Kylie (il nome è di fantasia), oggi dodicenne, ha sconvolto l’Australia. Il neo premier laburista Kevin Rudd, eletto qualche settimana fa, ha invocato la tolleranza zero: «Sono orripilato da casi come questo — ha detto —, di violenza sessuale contro donne e bambini».

Il procuratore generale del Queensland, Kerry Shine, ha promesso un appello immediato contro «una sentenza patetica che non riflette le aspettative di questa comunità ». E la prima ministra dello Stato, Anna Bligh, ha ordinato che siano rivisti tutti i casi di stupro degli ultimi due anni: «Voglio essere sicura—ha detto — che non ci sia un diverso standard di giustizia per le comunità indigene». Il sospetto, piuttosto forte, è che altre violenze sessuali non siano state segnalate dagli assistenti sociali. Nel caso di Kylie un funzionario del Dipartimento per la sicurezza del bambino è stato licenziato per aver nascosto alla polizia che la piccola aveva contratto la gonorrea. Lui si è difeso dicendo che non sapeva che fosse una malattia a trasmissione sessuale. Sei mesi fa un rapporto, commissionato dal Territorio del Nord, aveva evidenziato quanto l’alcolismo e la violenza fossero diffusi in tutte le comunità indigene dello Stato. Ad Alice Spring, per esempio, la prima causa di morte tra le donne è l’omicidio. «È una disgrazia nazionale — aveva sentenziato allora il ministro federale per gli Affari indigeni Mal Brough —. Qualcosa deve cambiare nel Paese». Ma finora è successo poco.

Certo non è stata più tollerata l’applicazione della tradizione tribale che consentiva all’anziano del villaggio di punire, a modo suo, i crimini commessi all’interno della comunità. Ma le autorità locali non sembrano in grado di gestire la disperazione degli aborigeni, che rappresentano il 2,4% della popolazione australiana. La politica dell’autonomia ha fallito. Quella dell’assimilazione pure. «Una cosa è sicura—dice Boni Robertson, professore di politiche indigene alla Griffith University —. La cultura non può essere usata per dire che nove uomini possono stuprare una bambina di 10 anni. Che tipo di messaggio stiamo dando ai pedofili?». In questi giorni a guidare l’Australia al posto di Rudd, in missione a Bali, c’è per la prima volta una vicepremier: «Nella nostra società —ha detto ieri Julia Gillard — le donne possono fare qualsiasi cosa». Di certo non le aborigene.

Monica Ricci Sargentini
11 dicembre 2007

Fonte: Corriere.it

Bambini scomparsi



ENRICO FARRIS

Altezza 1,55


Età 11 anni

Capelli Bruni

Occhi Castani



Scomparso il 10 dicembre 2007 da Samatzai, piccolo centro in provincia di Cagliari.

Indossava un giubbino verde militare, una tuta da ginnastica grigia, scarpe da ginnastica “Nike” bianche e argento, 2 zaini uno rosso marca “Seven” e uno bianco e blu.
Misteriosa scomparsa di un ragazzino di 11 anni a Samatzai, piccolo centro in provincia di Cagliari. Enrico Farris è uscito da casa la mattina del 10 dicembre 2007 per andare a scuola dove, però, come accertato dai genitori, non è mai arrivato.
E’ stata la madre a dare l’allarme dopo che, verso le 13.30, il ragazzino non era ancora tornato a casa. La donna ha avvertito i carabinieri che, assieme a numerosi volontari del paese, si sono messi immediatamente alla ricerca del ragazzo.

Teniamo TUTTI, gli occhi aperti, contattate il 112 o il 113 in caso di avvistamento.
Tenete LA FOTO a portata di mano.
Se lo vedi NON PERDERLO DI VISTA, finchè non arrivano le forze dell’ordine !!
GIRA QUEST’INFORMAZIONE A TUTTI I TUOI CONTATTI E’ IMPORTANTE.
http://www.troviamoibambini.it/index.php/bambino-scomparso-stato-di-allerta-enrico-farris/

Comitato TROVIAMO I BAMBINI !

lunedì 10 dicembre 2007

Bambini scomparsi


Fonte: Affari Italiani

Denise Pipitone/ La piccola è morta, getta nel mare. Indagata la zia della bimba scomparsa
Lunedí 10.12.2007 13:59

Non ci sarebbero più speranze per Denise Pipitone, la bambina di tre anni scomparsa a Mazara del Vallo (Trapani) il 1 settembre del 2004. Secondo la procura della Repubblica di Marsala, la piccola è morta e il suo corpo è stato buttato in mare al largo di Palermo. Il procuratore Silvio Sciuto è arrivato a questa ricostruzione in seguito alle dichiarazioni che ha reso Giuseppe Dassaro, l'uomo che lo scorso luglio ha confessato di avere ucciso Sabine Maccarrone, una donna di 39 anni, di origine elvetica, trovata morta il 16 aprile in un pozzo di Mazara del Vallo. Dassaro disse che il mandante del delitto era Giovanni Melluso.

INDAGATA LA ZIA - Rosalba Pulizzi, zia di Denise, è stata iscritta nel registro degli indagati nell'ambito del sequestro. La donna è indagata per sequestro di persona e concorso in omicidio, ed è attualmente interrogata in Procura a Marsala. La Pulizzi è la sorella del padre naturale della bambina ed ex compagna di Giuseppe Dassaro.

Dassaro avrebbe rivelato ai magistrati di avere notizie sulla scomparsa di Denise Pipitone. Perquisizioni sono in corso da parte della polizia nelle province di Palermo e Trapani su ordine della Procura di Marsala. Dassaro, infatti, avrebbe dichiarato di avere visto giocare la bimba con un cuginetto in casa Pulizzi e di averla trasportata in una sorta di congelatore nel territorio tra le due province. Oggi pomeriggio dovrebbe svolgersi un confronto tra l'uomo e la zia di Denise

Sono tre i fascicoli aperti dalla Procura nell'ambito di questa inchiesta: uno a nome di Jessica per sequestro di persona, un altro nei confronti di Gaspare Ghaleb (ex fidanzato della sorellastra di Denise) per false dichiarazioni al Pm, e il terzo era a carico di ignoti. Ma dopo quanto affermato nel settembre scorso dal procuratore di Marsala era chiaro che quest'ultimo fascicolo avrebbe riportato i nomi degli altri indagati. "Gli ignoti non sono più ignoti", aveva infatti affermato dal procuratore Antonino Silvio Sciuto, durante il suo intervento al convegno organizzato a settembre a Mazara del Vallo.

IL RACCONTO DELLA MORTE - Dassaro, che nel luglio scorso si era accusato davanti ai magistrati di avere gettato in mare il corpicino di Denise, aveva dichiarato al procuratore di Marsala di essere stato contattato dalla ex compagna Rosalba Pulizzi per far sparire il corpo della bimba che all'epoca del rapimento aveva quasi 4 anni.


In base al suo racconto, dopo il sequestro sarebbe stata portata nella casa di sua cognata, si sarebbe sentita male e alla fine sarebbe deceduta dopo che qualcuno le ha somministrato dei tranquillanti. A quel punto la decisione di sbarazzarsi del corpo di Denise sistemato in una borsa sportiva, trasportato fino a Palermo e, in base alle accuse dell'uomo tutte da riscontrare, sistemato da Rosalba Pulizzi in un congelatore.

LA MAMMA DI DENISE: "Sono fiduciosa, ho fiducia fino in fondo, all'infinito, sulla vita di mia figlia". Lo ha dichiarato Piera Maggio, la mamma della piccola Denise Pipitone, commentando ai microfoni di Sky Tg 24 gli sviluppi dell'inchiesta. Gli inquirenti "stanno lavorando, lasciamoli lavorare", dice Piera Maggio, che aggiunge: "Se ci fosse stato un caso di omicidio accertato con prove, questa persona non sarebbe stata solo indagata ma arrestata".


La mamma di Denise, inoltre, dice di non aver avuto mai alcun contatto con questi parenti del padre naturale della bambina: "Li conosco di vista - spiega Piera Maggio - ma non li ho mai frequentati". Certo, conclude la donna, "era ora che qualcosa accadesse".

giovedì 6 dicembre 2007

Sacerdote di Ferrara....

Un altro sacerdote a processo per accuse di pedofilia su minori.


(Fonte ANSA) - FERRARA, 5 DIC -
E' accusato di violenza sessuale su dieci bambine dai tre ai sei anni della scuola materna che gestiva con la sua parrocchia in provincia di Ferrara. Per questa accusa, contestata ad un sacerdote di 60 anni della curia di Bologna, e che ora vive in una struttura religiosa del Bolognese, il pm Filippo di Benedetto ha chiesto la condanna a sei anni. Il pm ha ripercorso per quasi sei ore, nell'udienza tenuta a porte chiuse, cosi' come tutto il processo, l'intera vicenda che ha spaccato il paese dove e' nato lo scandalo. Ha ribadito l'impianto accusatorio seguito fin dai primi momenti dell'inchiesta, che nel febbraio 2005 porto' all'arresto del sacerdote, voluto dai giudici di Ferrara, per la sua pericolosita' e la possibilita' di reiterazione del reato, elementi ribaditi dai giudici del tribunale del riesame, tanto che il prete e' rimasto oltre un anno agli arresti domiciliari. L'inchiesta e' nata dalle segnalazioni-denunce presentate da tre educatrici, una cuoca e una coordinatrice che poi hanno perso il lavoro, licenziate in tronco dopo il passaggio della gestione dalla parrocchia ad una associazione privata. Il processo, dopo la requisitoria del pm Di Benedetto, che prevedeva l'intervento di una delle parti civili, l'avvocato Claudia Colombo in rappresentanza di una decina di genitori costituiti, e' stato aggiornato al 23 gennaio, quando parleranno le altre parti civili. Poi sara' la volta dei difensori che il 27 febbraio prossimo ribadiranno al tribunale la totale estraneita' del sacerdote, che sarebbe stato vittima di una ritorsione da parte delle educatrici della scuola materna e che per dimostrare la infondatezza delle accuse ha scelto il dibattimento in aula, evitando qualsiasi scappatoia giudiziaria. Le accuse di violenza sessuale sono state mosse da educatrici e personale dell'asilo e da genitori che hanno assistito ad episodi ambigui, definiti ''atti di chiara matrice sessuale'' dai giudici precedenti, primo tra tutti il gip Silvia Giorni che lo arresto'. Come quello di nascondere caramelle nelle mutandine di una bambina, l'osservare le bimbe mentre andavano ed erano in bagno, effusioni discutibili con le piccole, baci sulla bocca ad una bambina ospitata in canonica con la famiglia. Al processo sono sfilati 28 testimoni dell'accusa e delle parti civili, e 10 della difesa anche se ne erano stati ammessi 52. La sentenza e' prevista per il 19 marzo, dopo quasi due anni di processo e rallentamenti dovuti al cambio di giudici. (ANSA).

Don Marco Baresi



L'inchiesta. Trovato nel computer del sacerdote il materiale cancellato.
Nel pc di don Marco 600 file recuperate le foto pedofile.
Il legale, intanto, punta alla carta del riesame contro la misura dei domiciliari
Adelaide Pierucci
adelaide.pierucci@epolis.sm
Non è servita l'accortezza di cancellare tempestivamente tutti i file a fondo pornografico e pedopornografico. In consulente incaricato dalla Procura di Brescia di scovare materiale sospetto nel computer di don Marco Baresi, il vicerettore del seminario vescovile Maria Immacolata arrestato due settimane fa per presunti abusi sessuali ai danni di un 14enne, ne ha individuati quasi seicento, e molti dei quali li ha pure recuperati. È questo il punto cruciale dell'inchiesta che ha fatto scattare la seconda contestazione per il sacerdote nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Milesi su richiesta del pm Marcon ed eseguita dalla Mobile il 27 novembre: la detenzione di materiale pedoporpedopornografico, che si è andata a sommare a quella di violenza sessuale aggravata e continuata. Don Marco Baresi, che in questa brutta avventura è sempre ricevuta massima solidarietà dalla Curia, dai suoi allievi e dagli ex parrocchiani di San Zeno, continua a respingere ogni contestazione. Il suo avvocato, Fabio Frattini, tra i più stimati in città, ora punta alla carta del Riesame per ottenere la revoca dagli arresti domiciliari, disposti all'indomani dell'arresto subito dopo l'interrogatorio di garanzia nel carcere Canton Mombello. Con il trasferimento del sacerdote, 36 anni e originario di Chiari, nell'abitazione di familiari a quanto pare sarebbe caduto il presupposto dell'inquinamento delle prove. Sul punto, però, il difensore del sacerdote non ha voluto fornire chiarimenti: «A tutela dei miei clienti evito qualsiasi contatto con la stampa». Qualche giorno dopo l'arresto di don Marco il vescovo Luciano Monari ha scritto una lettera a tutti i sacerdoti della Diocesi: «L'arresto di un vicerettore del Seminario è una ferita profonda e dolorosa per la Chiesa bresciana. Nutro profonda speranza che l'accusa si risolverà in una bolla di sapone; ho ascoltato tanti che hanno conosciuto don Marco, che sono vissuti insieme a lui per anni e il giudizio è concorde: non uno che abbia avanzato dubbi o riserve. Ma la ferita non si rimarginerà presto. Noi viviamo anche dell'immagine che gli altri hanno di noi e la notizia, sparata dai giornali come una bomba, ha segnato la nostra Chiesa».

mercoledì 5 dicembre 2007

VIOLENTATA DA SETTE PRETI.

USA - VIOLENTATA DA SETTE PRETI.

Rita milla ha avuto anche un figlio da uno dei sacerdoti

Una donna di 46 anni vince la causa contro l'arcidiocesi di Los Angeles: sarà "risarcita" con 500 mila dollari

WASHINGTON - Rita Milla, 46 anni, è diventata l'ennesimo tragico caso di uno scandalo che non accenna a placarsi negli Stati Uniti. La donna, che oggi ha 46 anni, ha vinto una clamorosa (e lunga) causa di risarcimento per aver subito violenze sessuali da sette preti a partire dall'età di 16 anni; l'arcidiocesi di Los Angeles, retta dal cardinale Roger Mahony, dovrà pagarle mezzo milione di dollari.

UNA FIGLIA - Non solo: la donna ha una figlia da uno di questi sacerdoti, mentre un altro aveva cercato di farla abortire dandole il denaro per recarsi nelle Filippine dove mettere in atto l'interruzione della gravidanza. La notizia della vittoria giudiziaria di Rita Milla è rimbalzata su tutti i media americani. Per la diocesi di Los Angeles si tratta tuttavia solo dell'ultimo capitolo di una lunga serie di eventi negativi relativi allo scandalo degli abusi sessuali: di recente la Chiesa della metropoli californiana aveva sborsato ingenti risarcimenti per numerosi casi di violenze e molestie sessuali.

Corriere della Sera Esteri 05 dicembre 2007

RIGNANO FLAMINIO

Rignano, nuovo incidente probatorio per 3 bambini. Vietata la vendita del libro "Ho visto l'uomo nero"


Prosegue l'inchiesta sulle presunte violenze sessuali alla 'Olga Rovere' Rignano, nuovo incidente probatorio per 3 bambini A richiederlo al gip Elvira Tamburelli è stato il pm Marco Mansi, sollecitando accertamenti tecnici e di natura psicologica. E' stata intanto inibita la vendita del libro 'Ho visto l'uomo nero'. Secondo i legali, ''ripercorre la vicenda in modo fazioso e offensivo, violando i diritti dei minori"
CRONACA Roma, 5 dic. (Adnkronos/Ign) -

Ancora un incidente probatorio sulla vicenda di Rignano Flaminio per dare forza di prova alle affermazioni secondo le quali un gruppo di bambini della scuola 'Olga Rovere' hanno subito violenze sessuali da parte di alcune delle loro stesse insegnanti e di altre persone. Lo ha richiesto al gip Elvira Tamburelli il pubblico ministero Marco Mansi che sollecita accertamenti di natura psicologica e anche accertamenti tecnici su impronte, reperti e altro. La prima indagine dovrebbe essere affidata alle tre psicologhe che già da tempo stanno esaminando la situazione di 19 bambini che secondo l'accusa avrebbero subito le molestie. La seconda invece dovrebbe essere affidata ai carabinieri del Ris di Messina che stanno già esaminando altri reperti relativi alla posizione dei sette indagati e che si accingono a consegnare al gip i risultati delle loro indagini tecniche. Sull'istanza del pubblico ministero dovrà decidere prossimamente il gip. Intanto sulla vicenda dei bambini di Rignano Flaminio è intervenuta una decisione del giudice civile. Su istanza degli avvocati Franco Merlino e Antonio Cardamone il giudice Marta Jenzi ha infatti inibito la ulteriore vendita e distribuzione di un libro intitolato 'Ho visto l'uomo nero'. L'autore del volume è Claudio Cerasa, editrice è la 'Castelvecchi' editore srl di Cassino. Oltre a vietare la diffusione del libro il giudice ha stabilito per Cerasa e per tutte le parti che erano opposte alla richiesta degli avvocati Merlino e Cardamone, che assistono i familiari dei quattro dei bambini che avrebbero subito le violenze, la somma di 5.500 euro per spese di lite. Commentando la decisione del giudice Marta Jenzi gli avvocati Merlino e Cardamone hanno dichiarato: "Finalmente qualcuno si preoccupa della tranquillità e serenità dei bambini di Rignano. Il libro in sostanza ripercorre la vicenda dall'inizio in modo fazioso e offensivo, riporta i nomi dei genitori dei bambini accanto alle sigle di questi ultimi. Si tratta di un comportamento inammissibile che viola i diritti dei minori".

adnkronos ore 18.00 5 dicembre 2007

Risarcimento diocesi Davenport

Usa: risarcimento da 37 milioni di dollari a vittime abusi sessuali da diocesi Iowa
04 Dicembre 2007, 20:05

NEW YORK - La diocesi cattolica di Davenport, nell'Iowa, risarcirà 37 milioni di dollari alle vittime di abusi sessuali commessi da membri dell'istituto. L'accordo eviterà alla diocesi di finire in bancarotta. I soldi verranno divisi tra 156 persone che hanno affermato di aver subito abusi da preti e altri operatori della diocesi a partire dalla fine degli anni Trenta. E' il quinto caso in cui una diocesi raggiunge un accordo di questo tipo. (Agr)


CHE GIORNATA NERA!!!

Condanna ad un prete-pedofilo

....DOPO IL FUMETTO!!!!

Pedofilia: Usa; ex prete condannato a oltre 10 anni prigione

LOS ANGELES - Un ex prete cattolico americano è stato condannato ieri a 10 anni e quattro mesi di prigione per atti di pedofilia nei confronti di due minori. Lo riferiscono fonti giudiziarie della California.

Michael Stephen Baker, 59 anni, ha riconosciuto i suoi torti e ha rinunciato al processo con il contraddittorio. Baker ha già scontato tre anni di reclusione che saranno presi in considerazione nel computo generale relativo alla detenzione, secondo quanto deciso dal giudice Curtis Rappe del tribunale di Los Angeles.

I fatti risalgano al 1994-1995 nel caso della prima vittima di abusi e al 1996-1997 per la seconda secondo quanto indicato dall'accusa. La chiesa cattolica americana dal 2002 è scossa da diversi scandali legati alla pedofilia e ha già dovuto pagare più di tre miliardi di dollari di risarcimento alle vittime di sacerdoti. Tuttavia è raro che si arrivi a denunce penali.


SDA-ATS

Fumetti da preti


L’ARTICOLO LO RIPORTIAMO COSI’ COME E’ -
Il New York Times riporta oggi la notizia di un fumetto e albo da colorare, fatto realizzare ad hoc dall'Arcidiocesi della Chiesa Cattolica Romana di New York per "aiutare i bambini a evitare di diventare vittime di abusi sessuali da parte degli adulti". Ma non esplicita che dovrebbero essere compresi anche i preti, sottolinea il New York Post, che è un altro dei quotidiani che affronta la questione, insieme al Newsweek. Michael Dowd, uno degli avvocati che rappresentano alcune centinaia di vittime degli abusi, afferma che "Non importa come si cerchi di spiegare ai bambini l'abuso sessuale sui minori, se non si esplicita chiaramente che a perpetrare la violenza può essere il prete, l'insegnante, il capo boy scout, uno che ha una posizione di vero potere sui bambini e gode della loro fiducia, non serve a nulla". Le inevitabili polemiche non finiscono certo qui: per esempio, un "esperto indipendente" evidenzia come il fumetto possa addirittura veicolare un messaggio sbagliato, se non viene letto insieme ad adulti adeguati. Ne vedete un esempio facendo click sull'immagine di questo articolo. Il fumetto completo può essere prelevato in pdf on line qui.
"A program by the Roman Catholic Archdiocese of New York to distribute educational materials — a coloring book and a comic book — to children to help them avoid becoming victims of sexual abuse has drawn attention in Newsweek and The New York Post. An independent expert said that the books could send the wrong message if not accompanied by proper context and guidance from adults. In one page of the coloring book — for students in the first through fifth grades — a smiling angel tells an altar boy who is putting on a vestment..." Full article: NewYorkTimes.
Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Martedì, 4/12/2007
© copyright afNews/Goria/Autore - afnews.info ISSN 1971-1824 - cod-Notizie

martedì 4 dicembre 2007

Pedofilia e Satanismo

Un aggiornamento dal sito http://www.bambinicoraggiosi.com/

Orrore a Salerno - Orge private con droghe e alcol per narcotizzarli
Minori abusati, aperte altre due inchieste

Di Barbara Cangiano

Inquietanti denunce anche in provincia. Sarebbero undici i bambini molestati. I teatri dell’orrore non si fermano a Salerno cittá.

Il rosario degli abusi di casa nostra tocca anche il Sele. Campagna, e poi una frazione dell’ebolitano, nella Piana. Storie di abusi e di perversioni pedofile, mascherate da orge sataniche e ritualitá collettive: drammi feroci, acuiti dalla lentezza pachidermica dei processi che dovrebbero rendere giustizia. Altre due le inchieste aperte dalla Procura per fare luce su altrettante denunce che vedrebbero coinvolti otto bambini, nel caso di Campagna, tre nell’ebolitano. A Campagna c’è stato un minore che ha denunciato ed è stato periziato. Ha riferito di altri sette amichetti, vittime di sevizie come lui e costretti a molestarsi a vicenda e a replicare, dinanzi a persone adulte - spesso di famiglia - i loro gesti. Giochi erotici più o meno spinti, vissuti con l’inconsapevolezza di chi, com’è naturale che accada, confonde i ruoli e non capisce dove finisce la carezza dell’affetto e dove inizia quella della perversione. Il lavoro della Procura è stato meticoloso: i sette bambini sono stati identificati. Ma al momento non ci sono prove che attestino la veridicitá del racconto del loro amichetto. E tutti continuano a vivere nelle rispettive famiglie. Ma il processo va avanti ed è in una fase discretamente avanzata e potrebbe arrivare a svolte choccanti, capaci di travalicare gli angusti confini del paesino del Sele. Più recente il caso dell’ ebolitano: i protagonisti-vittime sono tre bambini legati tra di loro da vincoli di parentela. Identico il contesto, simili le modalitá: anche qui siamo di fronte ad abusi collettivi, perpetrati da adulti - spesso diretti familiari - mascherati e pronti ad invocare Satana durante riunioni privatissime dove sarebbero girate anche droghe ed alcolici utilizzati per far cadere i freni inibitori e narcotizzare i più piccoli. Anche su queste denunce è stato aperto un fascicolo di inchiesta ed i pm sono al lavoro per recuperare indizi utili ad appurare la veridicitá dei racconti forniti dai minori. Che nel frattempo, però, restano abbandonati a sè stessi. Il Not - servizio operativo territoriale che si occupa di abusi per le Asl - raccoglie le denunce e le smista ai tribunali di competenza. Ma non ha terapeuti per assistere i bambini ed i familiari che con loro trovano il coraggio di rompere il silenzio, durante l’iter giudiziario, i cui tempi sono irragionevolmente lunghi. Un esempio per tutti: una minore di Benevento ha avuto giustizia dopo 7 anni. Ha denunciato gli abusi quando ne aveva 6 e si è ritrovata ormai adolescente ancora nelle aule dei tribunali, a ripetere il dolore e la vergogna subìti. Il problema è la mancanza di collegamento tra Procure e tra queste e gli esperti del settore, l’assenza di un pool di tecnici e di corsi per la preparazione in un settore delicato e irto di ostacoli, dove, in mancanza di un apparato statale di supporto, solo chi ha la possibilitá economica va avanti. Come i tre fratellini salernitani. Portati all’estero da una mamma che è intenzionata a ricorrere anche ai tribunali internazionali per avere giustizia.


(La Repubblica-il Centro 04 dicembre 2007)

lunedì 3 dicembre 2007

Pedofilia e Satanismo

FACCIAMO UN COPIA INCOLLA DELL'ARTICOLO RIPORTATO SU http://blog.libero.it/armoniadeisensi
IL MALE ESISTE
DAL SITO http://www.bambinicoraggiosi.com VI RENDO CONTO DI QUESTO ENNESIMO BRUTTO CASO DI PEDOFILIA. A LEGGERLO SI STA' MALE, MOLTO MALE, SOPRATTUTTO SE SI RISCONTRANO MOLTE ANALOGIE COL CASO DI RIGNANO FLAMINIO. NON C'E' VERAMENTE BISOGNO DI AGGIUNGERE ALTRO!!!

LE ORGE SATANICHE : Rifugiati all’estero i bimbi dell’orrore
Adesso il magistrato vuole ascoltarli

Di Barbara Cangiano

Il fratellino più piccolo aveva solo diciotto mesi al momento degli abusi La mamma solleva un caso internazionale sui ritardi della Procura Per appurare la veridicitá di quanto raccontato dai tre fratellini, vittime di presunti abusi sessuali consumati durante orge pseudo "sataniche", e per suffragare quanto documentato negli ampi dossier dei periti, la Procura ha richiesto l’esame probatorio: il pubblico ministero, che sul caso ha aperto un fascicolo di inchiesta, ha infatti chiesto di ascoltare direttamente i minori coinvolti nell’inquietante vicenda. Ma l’accertamento giudiziario rischia di saltare per decorrenza dei termini, che scadono a gennaio. Il pm potrebbe richiedere una proroga per evitare che l’accertamento irripetibile "scada". In caso contrario, la vicenda salernitana potrebbe letteralmente esplodere e diventare un caso internazionale. La mamma dei bambini (che all’epoca dei fatti avevano dai diciotto mesi ai sei anni) è infatti straniera ed è intenzionata ad andare fino in fondo per capire cosa sia successo ai suoi figli. E a ricorrere, se necessario, anche ad altri tribunali. La donna è pronta a investire della vicenda l’apparato giudiziario del suo Paese d’origine dove, da quando è venuta a galla la sequela dei presunti orrori che hanno visto tra le vittime i suoi bambini, si è trasferita con loro. Per portarli al riparo da sguardi e voci indiscrete. Per allontanarli da chi avrebbe abusato di loro. E per aiutarli, lontano da ricordi spiacevoli, a ricominciare daccapo e a costruirsi il proprio futuro partendo dalla ricostruzione della propria identitá minata. La donna vuole vederci chiaro. I suoi figli le hanno raccontato - e lo stesso hanno fatto a diversi periti - di incontri con adulti travestiti, verie e proprie orge, con sevizie a catena e strane pozioni da dover ingurgitare. Orrori a cui, sempre secondo il racconto dei ragazzini avrebbero partecipato il padre, altri familiari e degli amici. Tutti salernitani, appartenenti ad un ceto sociale medio-alto: liberi professionisti e commercianti, lontani dai disagi economici. Una storia difficile, combattuta a colpi di lettere di avvocati e appuntamenti in Procura, di indagini e perizie. (La Città 03 dicembre 2007)

Orrore in città: indagine della Procura su presunti abusi sessuali. In un appartamento ed in una villa del capoluogo.
Orge "sataniche" a Salerno. Coinvolti anche tre bambini. Denunciato il padre

di Barbara Cangiano

Minori abusati. E costretti, a loro volta, ad abusare di altri coetanei. Una catena di sevizie, consumata in appartamenti o ville private. Complici e protagonisti adulti - tra cui diretti familiari - incappucciati o travestiti che invocano e usano Satana per dare un nome alle proprie perversioni. Accade a Salerno, anche se non se ne parla. L’ultimo episodio - su cui da mesi sta indagando la Procura - ha coinvolto tre fratellini. Padre salernitano, madre straniera. A far scoppiare la bomba, una vicina di casa, insospettita dal comportamento e dalle frasi di uno dei tre bambini. «Ma anche tu fai a tua figlia queste cose?», le chiese il più grande mimando un atto sessuale. Poi l’iter drammaticamente lungo com’è prassi in questi casi: le denunce, le perizie, un pm che sta raccogliendo elementi per arrivare alla fase dibattimentale del processo ed appurare se, quanto raccontato dai tre fratellini, corrisponda al vero. Se le loro parole ed i loro disegni - analizzati anche da periti di Torino - raffigurano quello che realmente hanno subìto, di satanico c’è solo la perversione reiterata tradotta in un abuso collettivo e rituale. A cui avrebbe partecipato il padre, il nonno e un nutrito gruppo di amici di famiglia. Liberi professionisti e commercianti, dediti a riunioni in un appartamento salernitano ed in una villa appena fuori le porte cittadine. Vere e proprie orge, con bambini violentati ripetutamente e costretti a replicare i comportamenti degli adulti su altri coetanei. I tre fratellini, nel ricco dossier sottoposto all’attenzione della Procura, hanno riferito di altri tre bambini coinvolti, alla cui identitá i magistrati stanno cercando di risalire. Si parla di adulti incappucciati e travestiti, di pozioni da ingurgitare - «sennò non diventi figlio del diavolo» - a base di sangue, sperma e droghe, probabilmente anfetamine. Per chi le sette sataniche doc le conosce bene, questa di casa nostra è solo una brutta copia priva di organigrammi, rituali e finanche di una pur discutibilissima filosofia guida. Resta l’orrore delle sevizie, degli abusi e delle violenze, su cui la Procura salernitana è chiamata a fare luce. La madre è intenzionata ad andare fino in fondo: senza esitazione ha denunciato il marito, che in passato aveva picchiato anche lei. Si cercano conferme, indizi, prove su quanto raccontato dai tre fratellini ai vari psicoterapeuti che li hanno ascoltati e che li stanno affiancando. «Sono battaglie lunghe e dolorose, ma per noi la salvaguardia dei minori è una missione - tuona Sandra Pagliuca, psicoterapeuta presidente della cooperativa salernitana "Minor Amati" - Purtroppo c’è la tendenza a non dare troppo credito a quanto raccontano i bambini. Ma un esperto del settore riconosce subito un minore abusato. Lo legge perfino nel modo in cui parla o cammina. Negli ultimi tre anni mi è capitato di occuparmi di tre "sette sataniche" nel Salernitano. I processi sono ancora aperti e generalmente durano anni. Nel frattempo i minori soffrono e questi personaggi se la spassano».

( Repubblica-La Città di Salerno 02 dicembre 2007)

Commento: chissà se anche a Salerno parleranno di "caccia alle streghe", "bambini suggestionati", "genitori ansiosi" e " psicologi incapaci".