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La chiesa di Santa Maria della Rosa

Storia del culto mariano in Lucca

 

L’antica chiesa di Santa Maria della Rosa in Lucca sorge nel centro storico della città, dietro la cattedrale, un poco più esterna, verso le mura storiche.

Di un primo edificio -molto probabilmente in origine un semplice oratorio – si ha menzione da un documento dell’ Archivio Arcivescovile, la carta riporta l’anno 1122. Il primigenio Tempio venne costruito contiguo al palazzo del Vescovado –sul versante di levante-, al piede d’ una torre che ne faceva da fronte.

La chiesetta realizzata fu poi modificata sulle macerie dell’antica chiesetta di San Paolo dall’Università dei Mercanti nel 1309. La chiesa di Santa Maria della Rosa fu abbellita di marmi, con la fronte volta ad oriente.

A destra rimane la parte inferiore con due bifore ed una porta -oggi di accesso alla sacrestia- ornata negli stipiti da rose sporgenti dalla bocca di un drago, traccia dell’antica facciata che ora è incorporata nel fianco della attuale chiesa.

La statua della Vergine –scultura a tutto tondo, posta sull’angolo di settentrione della facciata- è ritratta nel gesto di tenere in mano la simbolica rosa. L’espressione materna della Vergine che mostra –benigna e sorridente- al Figlio una bella rosetta è certamente opera di un grande artista: la comunità degli storici dell’arte propende nell’attribuire la presente scultura a Giovanni Pisano.

Sotto l’effige mariana si può leggere:

«Ad. höre. De i: et beate. Marie.

Virgïs : de roxa.

hoc. op • fac

tü. est. tpr.: Bianchi. Bifo

Ichi : Luporo. Viviani : et Nucho

ri. Spesiarius.: . operarii hüi

operis • A. nd M. CCC VIIII.: »[1]

Da un’analisi attenta scopriamo che la chiesina venne dapprima intitolata ai Santi apostoli Pietro e Paolo, in epoca successiva –dato un fatto prodigioso avvenuto proprio alla base della torre prospiciente l’edificio vescovile- fu infine dedicato alla Santissima Vergine.

Nell’anno 1333 la compagnia l’ingrandì sino al penultimo arco sul lato di mezzogiorno. Quest’ulteriore ampliamento può esser descritto in quanto è stato posto al di sopra della nuova porta una data ancor oggi molto ben visibile: «A.N.D. M. CC. GX.X.X.I.I.I..».

Orbene la vicenda evolutiva dell’edificio non è ancora conclusa… La chiesa di Santa Maria della Rosa si ampliò ancora un’altra volta nell’anno 1499, quando fu abbellita la porta di mezzogiorno, che -serrata nel 1609 anche la seconda del 1333- divenne la principale, e posta di prospetto all’oratorio internamente rifatto.

I Baciocchi stabilirono un magazzino di sale nel sacro edificio. A seguito di ciò l’Immagine della Vergine venne tolta dalla chiesa nell’anno 1809 per depositarla nel Palazzo Arcivescovile in un vano a piano terra -tramutato in pubblico oratorio- presso gli uffici della Curia.

La chiesa di Santa Maria della Rosa fu riaperta al culto solo nel 1818. Gli esteriori marmorei sono ornamenti forgiati della seconda metà del XIX secolo, mentre la facciata -non terminata in periodo gotico- presenta un bel portale –originale- di Matteo Civitali, per taluni storici dell’arte di un suo collaboratore.

L’interno della chiesa è suddiviso in tre navate nel secolo XV con eleganti colonne e capitelli che sorreggono le volte a crociera, le lunette sopra gli archi vennero dipinte nel secolo XVII con scene della storia della Vergine, di cui fu eseguito un restauro dal Marcucci nell’anno 1890.

Il dipinto della Madonna del sec. XIV, ritoccato più volte, e finalmente da M. Ridolfi nel 1847 a tinte troppo vive si presenta sul bell’altare dalle colonne a tortiglione. Di recente sono state riportate all’originario luminosità con un sapiente intervento di restauro. Al di sopra dell’icona mariana un cartiglio esprime il simbolo «Quasi plantatio rosae in Jericho».

Sulla sinistra si può apprezzare l’esclusivo frammento di mura romane sporgente risalente al II secolo a.C. dalla particolare muratura del tempo detta ad opus quadratum. Sul fondo della chiesa troviamo una Natività della Vergine, opera attribuita ad un pittore lucchese –tale Zacchia-. Sull’altare maggiore la Madonna della Rosa su trono cuspidato, affresco del XIV secolo.

Il culto mariano nel presente tempio è intessuto di vicende miracolose, difatti l’immagine della Madonna avrebbe avuto nella storia delle vicende taumaturgiche. Secondo la tradizione un pastorello affetto da mutismo pascolando il gregge in questo luogo, recuperò in maniera inspiegabile e improvvisa la parola dopo aver reperito -fra alcuni cespugli- l’immagine della Madonna che era raffigurata sul fianco della torre.

A questa vicenda straordinaria -sicuramente si poté gridare al miracolo- succedettero altri fatti insoliti e bellissimi allo stesso tempo –di origine preternaturale-, che servirono a propagarne un culto già radicato alla Vergine.

Si sviluppò un profondo e radicato amore verso la Madonna della Rosa, sino a che si affermò anche l’intervento dell’autorità ecclesiastica che ne proclamò la liceità ed il culto.

Dall’ anno 1333 troviamo attestazioni di una pia confraternita fondata in onore della Madonna –e riferita con il titolo di “Confraternita della Rosa”. Il nome di questa pia unione di fedeli derivò dal fiore che la Madonna impugnava in mano in atto di porgerla al Bambino. L’oratorio disponeva persino di un ospedale[2].

L’immagine -originariamente rivolta ad levante- nell’anno 1609 fu spostata dove attualmente è ancora ubicata, nel momento in cui l’oratorio fu ampliato e ne fu cambiata l’orientamento.

Il culto della Madonna della Rosa si accrebbe anche fuori dai territori diocesani, si pensi che raggiunse il nord Italia. Nel 1480 i Domenicani –difatti- a Milano posarono le fondamenta di una chiesa di questo titolo, terminata solo tredici anni dopo. Non si può dire che ebbe una diffusione a macchia d’olio, ma anche a Brescia i Minori Osservanti -nella seconda metà dello stesso secolo- fecero erigere un nuovo convento che intitolarono a Santa Maria della Rosa.

L’incoronazione solenne dell’immagine di Santa Maria della Rosa in Lucca avvenne il 18 settembre 1862 per mano dell’arcivescovo Giulio Arrigoni, su delega del pontefice Pio IX. Ciascun anno era oramai divenuta tradizione regolare e solida la celebrazione della festa, con l’intervento ai primi e secondi Vespri, nonché alla Messa solenne del capitolo della Cattedrale e del venerabile Seminario, degli associati dalla confraternita. La cerimonia solenne professionale prevedeva la partecipazione dei confratelli della Confraternita della Rosa che precedevano con il loro stemma quattrocentesco artistico[3] che reca un tralcio di rose da cui sbocciano profeti come in ghirlanda intorno alla statuetta della Beatissima Vergine Immacolata.

L’8 dicembre si celebrava una seconda festa alla Madonna della Rosa[4], in quanto la compagnia della Rosa si valse sin dalle origini di onorare l’Immacolata Concezione di Maria.

Il tempio della Vergine della Rosa in Lucca è altresì importante per la particolare indulgenza riservata a chi visitava la chiesetta. A tal proposito è opportuno annotare che Papa Urbano VI concesse un’ indulgenza d’un anno ed una quarantena per tutte le persone che facessero visita presso la chiesa di Santa Maria della Rosa in tal giorno, come da Bolla -il cui originale conservasi nella Biblioteca Arcivescovile- data in Lucca l’8 settembre 1387. occorre sottolineare che questa particolare preziosissima indulgenza voluta dal Romano Pontefice assume la valenza di prima celebrazione della Concezione di Maria pertanto la si può assurgere al rango di antesignana delle successive, nonché dell’istiuzione della festa della Immacolata Concezione.

La preziosità della chiesa della Rosa è data anche –e spiritualmente soprattutto- dalla presenza e della visita di grandi santi tra cui San Giovanni Leopardi -la cui festa è celebrata il 9 ottobre- che nella Chiesina il primo settembre 1574 poneva le fondamenta della sua Congregazione Religiosa, accogliendo in essa il giovinetto Giovan Battista Cioni, a sua volta divenuto venerabile. San Giovanni Leonardi abitava una casa di proprietà della compagnia, dirimpetto all’ospedale e all’oratorio dello Spirito Santo. Un’altra Santa, Gemma Galgani  -un’anima celestiale la cui reputazione è giunta sino agli estremi confini della terra-, si fermava a lungo in preghiera nella Chiesa della Rosa. Santa Gemma Galgani -quando abitava la vicina casa Giannini, dove ella trascorse gli ultimi anni della sua vita, e dove si spense l’il aprile 1903- sostava a lungo all’interno della chiesa, sul fondo dove pregava ed il luogo ove si confessava.

"La bellezza ch'io vidi si trasmoda
non pur di là da noi, ma certo io credo
che solo il suo fattor tutta la goda"

[Dante Alighieri, Paradiso XXX, 19-21]

È possibile -quest’oggi- ammirare la chiesa in tutto il suo splendore originale. Difatti[5] possiamo apprezzare le antiche tonalità cromatiche che gli illustratori avevano assegnato nelle lunette agli affreschi degli archi soprastanti le colonne.

 

ORAZIONE A SANTA MARIA DELLA ROSA

O Regina del Cielo, o elettissima di tutte le donne, o immacolata di tutte le vergini, o amorosissima di tutte le madri, deh non sdegnate rivolgere a nostra mercede i vostri sguardi pietosi. Venite in aiuto dei poveri figli di Eva che a Voi sospiriamo con gemiti e con pianti in pellegrinaggio angoscioso e mesto: Voi piena di Grazia, Voi pietosa, Voi clemente, soccorrete i miseri, confortate i pusillanimi, rinfrancate i deboli, consolate i piangenti, intercedete per il sesso devoto e pio, a tutti ottenete, ché vi è dato casti pensieri, santi affetti, sensi di espiazione, propositi di virtù, e tutti quanti celebrano la vostra gloria sentano il beneficio del vostro patrocinio. Amen

 

La Chiesa di Santa Maria della Rosa in Lucca -di giurisdizione episcopale- é sede dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme ed affidata alle cure della Congregazione delle Sorelle di Santa Gemma - Casa Giannini. Intento dell’Ordine delle Sorelle di Santa Gemma è quello anche di aprire al pubblico il tempio mariano in cui la grande mistica Santa Gemma sviluppò intensi e significativi momenti della sua vita spirituale.

Un vero scrigno di rara trascendenza che solo con cuore puro possiamo apprezzare ed amare, preservare e custodire per portare infine nel mondo!

 

Prof. ALESSIO VARISCO

Storico dell’arte e saggista

Direttore "Antropologia Arte Sacra"

 


[1] “Ad onore di Dio e della Beata Vergine Maria della Rosa questa opera fu fatta al tempo di Bianco di Bifolco, Luporo Viviani, Nuccoro speziale, operari, nel 1309”.

[2] Secondo gli atti presso l’Archivio Diocesano addirittura questo hospitale è riferito risalente all’anno 1309.

[3] Il lavoro era realizzato in ferro battuto e legno policromo.

[4] Un tempo era l’unica e principale festa mariana cittadina.

[5] La Fondazione della Cassa di Risparmio di Lucca ha consentito un restauro specifico e puntiglioso, grazie ad un sostanzioso contributo teso a valorizzare gli antichi splendori degli affreschi.

 

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