Pubblicato sull’International Journal of Neuroscience un interessante articolo (link) sui nuovi farmaci per la terapia della malattia di Parkinson. Gli Autori evidenziano come la nostra lista dei desideri attuale comprende terapie in grado di dare un beneficio consistente e sostenuto nel corso della giornata, alleviare o prevenire le discinesie e rallentare o prevenire la progressione della malattia. Le nuove terapie includono gli antagonisti dell’adenosina 2a (A2a) (istradefillina, preladenant e SYN115), la levodopa/carbidopa gel intestinale (LCIG), l’IPX066 formulazione a rilascio prolungato di carbidopa/levodopa, l’XP21279 formulazione a lento rilascio del profarmaco, l’ND0611 cerotto di carbidopa sottocutanea, la safinamide con meccanismo di azione misto di inibizione sulle MAO-B e sul glutammato, il PMY50028 fattore neurotrofico induttore orale, farmaci antidiscinetici (AFQ056 e fipamezole) e terapie geniche (AAV2-neurturina e il trasferimenti genico dell’acido glutammico decarbossilasi). Alcune di queste terapie non saranno mai dimostrate efficaci e non arriveranno sul mercato, mentre altre potranno giocare un ruolo chiave nel futuro trattamento della malattia di Parkinson. L’esigenza condivisa è di terapie che forniscano un solido beneficio antiparkinson durante il giorno, in grado di eliminare o evitare le discinesie e di rallentare o arrestare la progressione della malattia. L’articolo suggerisce che stiamo facendo grandi progressi.
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