giovedì 31 gennaio 2008

Scritte & cartelli / 16

Mentre al sud le scritte degli innamorati si adagiano sui più banali afflati nazionalpopolari, Milano si distingue. I cuori infranti della Capitale Morale scrivono ciò che la città trasmette: sofferenza, incomunicabilità, degrado. La scritta compare in una via del centro, di quelle che mantengono ancora un filo di quell'atmosfera da "Vecchia Milano", che vuol dire che i negozianti non lavano il loro pezzettino di marciapiede col Lysoform Casa e lasciano che sia la merda di cane a dare un tocco di colore al selciato. C'è addirittura un blog dedicato al degrado della via, costellata oltre che di stronzi (veri e metaforici) anche di inutili ostacoli architettonici - mancano solo i cavalli di Frisia. Ma torniamo alla scritta. Siamo in zona Policlinico e secondo me la vicinanza del nosocomio c'entra qualcosa. "Vivo per te" seguito dalla firma "il tuo nemico" può voler dire una cosa sola. Vivo nell'attesa di farti fuori. State sintonizzati, perchè questa è una meta potenziale per i tour operator specializzati in gite criminali: Erba/Milano (via Orti)/Novi Ligure/Cogne, 2 giorni 299 Euro comprensivi di trasferimenti e prima colazione. L'insano gesto comporterebbe un cospicuo incremento delle entrate nelle tasche di Gino il barista e di Ercole il salumiere - secondo me aspettano l'omicidio con trepidazione. Da notare anche il graffito che sta sopra, fatto da uno che sta cominciando a fare i soldi (i suoi quadri vanno sui 1200 Euro). Quasi quasi vado a scalpellarlo.

mercoledì 30 gennaio 2008

I got a thing inside my pocket. It's rock'n'roll


Ieri nel descrivere il declino della carriera di Jon Spencer mi sono dimenticato di citare la mossa più recente e imbarazzante. Molti ne hanno parlato con disgusto. Acne di Zanzara va oltre l'indignazione e il piagnisteo ("indignazione" e "piagnisteo" sono gli autori del 99% dei blog italiani - tutto loro scrivono), e vi permette di toccare con mano l'oggetto misterioso. Capirete che il buon Spencer si limita a fare "woo-hoo" un paio di volte e - forse - a suonare la chitarra. Troppo poco per il linciaggio.

Il nostro sul palco conferma quanto ho anticipato: è sempre un gigione animato dal fuoco del rock'n'roll - non è più (ovviamente) una delle punte di diamante del rock mondiale, fa il verso a sè stesso. Continuerà finchè campa a raccogliere consensi entusiastici nelle più sperdute provincie dell'impero (tipo Italia) ma gli hotel cinque stelle ormai appartengono al passato. Gli Heavy Trash sono in tour con un catorcio di furgone e con una backing band che fa il doppio lavoro, The Sadies.

I Sadies, canadesi di Toronto, sono uno di quei gruppi che impazzano alle feste di capodanno nell'Alberta. Country-rock-surf-folk-psych suonato a memoria, tecnica prodigiosa infarcita di assoli velocissimi e anche una discreta personalità compositiva. Questi stakanovisti prima fanno il loro onesto concerto, professionale, divertente e impreziosito nel finale da un numero da circo mai visto prima: un chitarrista suona i tasti della chitarra dell'altro chitarrista, e viceversa, continuando contemporaneamente a pennare sulla propria - le due chitarre suonano melodie diverse. Bisogna vederlo per capire esattamente come funziona, ho cercato di filmarlo ma come al solito quando compare lo yeti si scaricano le pile - mannaggia. Poi suonano con i due Heavy Trash, e Jon Spencer dovrebbe dedicare ai Sadies le stesse attenzioni che ha dedicato al microfono, per ringraziarli di aver salvato la sua esibizione da un immediato oblio. Comunque il rock'n'roll tradizionale lo sa fare, eccome.

martedì 29 gennaio 2008

Le ultime cartucce


C'era una volta la Blues Explosion. Trio blues-punk privo di basso col quale Jon Spencer ha pubblicato tre album bellissimi, minimalisti e cattivi (questo, questo e questo) - ma il più nuovo è del 1996, e della stessa epoca è anche la collaborazione col bluesman R.L. Burnside che ha dato origine a un altro disco stupendo. Nel frattempo il trio si è progressivamente imbolsito pubblicando roba inutile (tranne forse questo), anche dal vivo non hanno più replicato concerti come quello (indimenticabile) al Rainbow di Milano nel '97, finito con una chitarra imbrattata di sangue. La nave ha poi cominciato a imbarcare acqua e i tre topi si sono dati - leggi hanno preferito dedicarsi a progetti collaterali.

Judah Bauer, chitarrista: non pervenuto. Il suo sito non viene aggiornato dal 2006. Ha tentato la fortuna insieme al fratello - batterista ignobile - con i 20 Miles (roba per completisti che comparirà prossimamente su queste pagine) ma ormai suona con i gruppi del suo quartiere. Che brutta fine.

Russell Simins, batterista: suona con due bambini. Ne riparleremo, visto che vengono dal vivo tra qualche settimana e il rock infantile sembra l'ultima tendenza. Non sto parlando di gruppi inglesi, ma di bambini veri.

Jon Spencer, frontman: quando le idee scarseggiano, meglio rivolgersi ai classici del passato. Infatti fonda gli Heavy Trash insieme a un altro chitarrista semifallito (Matt Verta-Ray, ex Madder Rose, ex Speedball Baby). Rockabilly tutto sommato tradizionale (Spencer si è pure impomatato per ottenere una rocambolesca banana) che potrebbe essere davvero l'ultima spiaggia. Se avete i coglioni è ora di farlo vedere, o è finita.

Stasera vado con lo spirito con cui si guarda la Formula 1: tutti lì in attesa dell'incidente mortale.

HEAVY TRASH + THE SADIES
MUSICDROME (MI)
29 gennaio 2008
h. 21:30
ing. 15 €

lunedì 28 gennaio 2008

17 minutes over Corsico


Sì, sì, il free jazz è tutto uguale e soprattutto è uguale a sè stesso da quarant'anni e passa. Proprio come la techno, la house, le partite di calcio, lo ska, il metal, il rap, il punk, i film porno, l'indie inglese, la politica, il reggae e potrei andare avanti. Bisogna soffermarsi sulle sfumature. La capacità della mente umana di dimenticare il già visto fa il resto. Sabir Mateen suona indifferentemente sax, clarinetto e flauto traverso (ma non è vero quanto ho scritto prima del concerto, non ha mai suonato con Sun Ra, bensì con un'altra Arkestra, colpa del solito comunicato stampa redatto da qualche incapace), la memoria degli esperti di jazz che conosco non sa citare alcuna contrabbassista donna (e questa ha suonato pure bene) e non capita spesso di poter vedere un concerto seduti a mezzo metro dai musicisti. Che non passeranno alla storia, ma senza dubbio sanno il fatto loro.

sabato 26 gennaio 2008

Corsico is the place

Se non fossi andato domenica scorsa a vedere il William Parker Ensemble avrei senza dubbio trascurato il concerto di stasera. Infatti non conoscevo Sabir Mateen, jazzista free puro e duro che fa parte della lussuriosa sezione fiati vista al Teatro Manzoni. Su Sabir ho scoperto alcune cose. Ha fatto parte della Sun Ra Arkestra (pure lui: magari potrò avere qualche conferma sulle basi aliene in Israele), ha suonato in metropolitana a New York con il Test Quartet (aguzzate la vista: New York e Milano si distinguono per sette piccoli particolari), addirittura un mio amico ha pubblicato un suo disco e io non ne sapevo niente. Stasera suona con Tiziano Tononi alla batteria (eclettico percussionista davvero degno di nota, visto qualche anno fa con l'ottimo progetto Bestia Pensante, di ispirazione krautrock) e Silvia Bolognesi al contrabbasso (strumento assai poco praticato dalle donne, al contrario del basso elettrico). Insomma, ci sono le premesse per salire sul treno per lo spazio profondo (la stazione è proprio di fianco).

SABIR MATEEN TRIO
GHEROARTE' (CORSICO)
26 gennaio 2008
h. 22:30
ing. 10 € + 6 € di tessera annuale

giovedì 24 gennaio 2008

Spaceship Lullaby

Una volta, grazie a lui, ho avuto il piacere di andare a cena con Sunny Murray. Batterista free jazz dei tempi d'oro, un vero bastardo che a settant'anni suonati si fuma dei torcioni di marijuana lunghi un palmo, uno che da giovane rapinava i negozi e quando ha rapinato il negozio sbagliato la mafia gli ha tagliato alcune dita di una mano, costringendolo a suonare la batteria con delle bacchette grosse come randelli. Almeno questo è ciò che racconta. Quest'uomo, come d'altronde qualche altro centinaio di musicisti, ha fatto parte della Sun Ra Arkestra. Sun Ra, oltre ad essere uno degli artisti più visionari della storia della musica, era convinto di essere un alieno e di provenire da Saturno. Un alieno che amava vestirsi da faraone dell'antico Egitto (Ra è il Dio Sole della mitologia egizia - dovete assolutamente vedere questo film delirante) e riteneva di far parte della stessa civiltà extraterrestre di cui faceva parte Gesù Cristo. Al punto che negli anni Settanta - racconta Murray - durante un tour della Arkestra che ha toccato Egitto e Israele Ra l'avrebbe accompagnato a visitare le basi di atterraggio delle astronavi aliene che si troverebbero in Israele e che sarebbero il vero motivo dietro tutte le guerre e guerriglie che insanguinano da decenni la cosiddetta "terra promessa". Naturalmente il batterista chiacchierone (nessuno sa raccontare balle meglio di un negro) non sa dire dove si trovino esattamente le fantomatiche basi. Come sempre la realtà è più semplice e prosaica. Sun Ra si chiama Herman Sonny Blount, nato a Birmingham, Alabama nel 1914 e prima di sbroccare e cominciare a creare della musica senza eguali (che sì, sembra provenire dal cosmo) era un normale pianista che si esercitava con vari gruppi vocali. Su questo disco ci sono le registrazioni di quel periodo. Roba che in confronto a quanto ha fatto dopo non vale assolutamente niente ed è pure registrata malissimo, ma è un simpatico documento storico che dimostra come a volte andare fuori di testa faccia bene (ho detto a volte). E' comunque un ascolto piacevole e il mondo è pieno di completisti.

SUN RA
SPACESHIP LULLABY
ATAVISTIC UMS/ALP243CD (2003)
320 kbps

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mercoledì 23 gennaio 2008

Ignoranza vs arte contemporanea / 6

All'ultima mostra di arte contemporanea hindustana che ho visitato si è presentata una famigliola di Calcutta, arrivata a Milano col vespone dopo un viaggio di alcuni mesi. Agli intrepidi globetrotters è stato permesso di parcheggiare all'interno della galleria. la foto ritrae il momento del loro arrivo, mentre una visitatrice curiosa li osserva (e sembra esprimere ribrezzo). Come dite? C'è qualcosa che non va nel loro colorito? Sapete, la polvere delle strade, le intemperie... ovviamente è un'opera. Questo artista (emulo maldestro dell'iperrealista Duane Hanson, deve aver fatto una scuola di vetrinista per corrispondenza) non ha dovuto fare altro che prendere il vespone (un Bajaj di fabbricazione indiana, si trova su Ebay a prezzi ridicoli) e metterci sopra quattro manichini brutti e rigidi: et voilà. L'eventuale acquirente potrebbe anche far accomodare i manichini sul divano (o direttamente in cantina) e usare lo scooter per andare a spasso. Peccato che il prezzo non sia concorrenziale, le opere d'arte purtroppo non si attengono ai listini Eurotax.

martedì 22 gennaio 2008

La serata si svolgerà stasera / 32

Nuove stelle a forma di cazzata punteggiano la galassia degli Uffici Stampa. E ne scopro di nuove tutti i giorni. Non ti è chiaro? Leggi qui! E leggi anche lo scambio di opinioni che ho avuto con un imbecille da competizione, tale "lonofri" (Luigi Onofri), a proposito del concerto di William Parker - merita. Scopro ora che questo personaggio è stato addirittura insignito dell'ambito titolo di Coglione del Mese. Ma torniamo a noi.

· Approfittando di un richissimo buffet ci ritroveremo ancora una volta insieme per brindare con le gelatine alcoliche ad una notte che non invecchia mai [le gelatine alcoliche stanno al Duemila come le spalle imbottite stanno agli anni 80 ndr].

· Dillo con un paio di mutande! *** ha pensato di aiutare tutti coloro che non riescono mai ad azzeccare un regalo! Con *** la “bella figura” è assicurata! [eh sì, un paio di mutande con la scritta è proprio quel che ci vuole per fare bella figura ndr] Pezzi unici, decorati a mano [ci crediamo tutti ndr] con frasi e citazioni d’autore.

· Nato a Maiori (Costiera Amalfitana) l’08 gennaio 1968 vive ad Arcore “come il Cavaliere Berlusconi” [sillogismo: Berlusconi è ricco. Berlusconi vive ad Arcore. Io vivo ad Arcore. Quindi sono ricco ndr] dopo aver girovagato per molti anni a Milano Marittima, Madonna di Campiglio, Cortina e Porto Cervo!!

· Da menzionare il bluson-gioiello con decorazioni a taglio vivo di croci e gigli, costellato di piccolissime borchie e castoni di jais [nemmeno Lovecraft riuscirebbe a descrivere una cosa così orribile ndr]

· E per chi non ha il tavolo, continuamente dal cielo pioveranno caramelle, merendine mentre angeli volanti vi porgeranno, come manna dal cielo, cibo per rifocillarvi... [caro lonofri, vai in questo posto e non soffrirai più di complesso d'inferiorità da buffet ndr]

lunedì 21 gennaio 2008

Non ve l'avevo detto


Non è un caso se nel corso dell'ultimo anno sono andato a vedere William Parker ben quattro volte. Questa volta oltre al fido Hamid Drake alla batteria (praticamente la sua ombra, mancava solo al Bääfest perchè non hanno cacciato abbastanza soldi) si è portato ben sei negri, per reinterpretare le canzoni di quell'altro gran negro di Curtis Mayfield (sì, quello delle colonne sonore dei film blaxploitation, sì, quello di Superfly). Uno dei sei è un monumento della controcultura americana, Amiri Baraka aka LeRoi Jones, poeta, amico dei beatniks, esponente delle Black Panthers, vecchio, storto e malfermo ma dalla voce ancora autorevole. Inutile che vi dica che sul palco questi sono tutti dei mostri, guardatevi il video e giudicate da soli. Ovvio però che un concerto previsto per le 11 di domenica mattina attiri soprattutto un pubblico di vecchie e visoni (credo di essere stato il più giovane in sala). A seguire buffet: le vecchie e i visoni hanno messo in pratica quanto appreso durante il camp estivo degli All Blacks, gettandosi a corpo morto sui salatini. Una scena orrenda.

venerdì 18 gennaio 2008

Scritte & cartelli / 15

Jet privato? No. Rubinetti d'oro massiccio? No. Collare del cane tempestato di brillanti? Noo. La categoria merceologica identificata dal negozio milanese "Libero" come "di lusso" consiste in capi di abbigliamento confezionati col culo dai bambini zoppi del Bangladesh e commercializzati a prezzi che sarebbero comprensibili se a cucirli fossero stati dei neurochirurghi svizzeri ("bisturi!" - "filo da sutura!"). L'unica cosa che li distingue da quelli in vendita sulle bancarelle del mercato è il fatto che siano "firmati". E l'unica caratteristica che distingue un capo di abbigliamento "firmato" da uno "non firmato" è il prezzo. Discorsi sulla "qualità", o peggio sulla "esclusività" (di un prodotto fabbricato in grande serie, figuratevi) non reggono ormai nemmeno per i fanatici della firma. L'unico "fascino" del marchio mi sembra palesemente questo: è brutto, è caro, ma io sono schifosamente ricco e voglio farlo vedere a tutti. La "liberalizzazione" che nello slogan riportato sul sacchetto dovrebbe significare "te lo puoi permettere anche se sei un morto di fame" va contro questa logica. E i posti dove si ritrovano i fanatici della firma, che non hanno alcun ritegno a dichiarare "con le scarpe da tennis (pardon, sneakers) non ti faccio entrare, ma se sono quelle che costano almeno duecento euro sì" sono in grave pericolo. Vado da "Liberalizziamo il lusso", le pago 199,90 e mi infiltro. State attenti e richiedete l'esibizione dello scontrino comprovante l'acquisto a prezzo pieno.

giovedì 17 gennaio 2008

Ricorrenze: Carbonara day

Finalmente si festeggia. Oggi, 17 gennaio, è la Giornata Mondiale della Carbonara. Un piatto a base di tutto quanto fa schifo a salutisti, vegetariani e teorici della mezza porzione. Non ho trovato una foto adatta a rappresentare la carbonara come la mangio io, ovvero mezzo chilo di spaghi nel marmittone (i fotografi specializzati in gastronomia sono tutti teorici della mezza porzione). Un'orgia succulenta che gli spaghi, grazie alla loro conformazione a frusta (se mangiati con la giusta foga animale) schizzano in tutte le direzioni. Consigliato il total look muratore, indispensabile la canottiera a costine. Ma lasciamo la parola a un'addetta ai lavori, che in esclusiva per Acne di Zanzara vi regala la ricetta degli Spaghetti alla Carbonara, come li fa lei (essendo ricetta popolare si presta a infinite varianti: questo sito può soddisfare le vostre curiosità più inconfessabili).

INGREDIENTI (per 4, se avete il Fuco a cena bastano solo per 2)

Importante: la ricetta originale prevede guanciale e pecorino, io però li sostituisco con pancetta affumicata e parmigiano. Mia mamma non è romana e l'ho imparata così. Le dosi sono indicative: se vi piace molto cremosa mettete 4 uova, altrimenti 3. Anche pepe e formaggio vanno a gusto

200 gr. di guanciale o pancetta affumicata
350/400 gr. di spaghetti
2 cucchiai di olio
3/4 uova
2 cucchiai di latte (facoltativi)
pepe
pecorino o parmigiano q.b.

ESECUZIONE

Mentre scaldate l'acqua per la pasta, tagliate a dadini la pancetta (dopo aver eliminato la cotenna) e adagiatela in un padellino antiaderente (1) in cui avrete fatto scaldare l'olio. Lasciate cuocere finchè il grasso diventa trasparente e la parte rossa leggermente croccante. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare. Ora, in una zuppiera capiente, sbattete bene le uova (2) (2 tuorli e 1 intero, oppure 3 tuorli e 1 intero) con il latte, una macinata di pepe e abbondante parmigiano. Aggiungete la pancetta. Quando la pasta sarà cotta (3), versatela immediatamente sulle uova, se necessario aggiungete altro parmigiano (per addensare) e pepe. Le dosi per questa ricetta vanno molto a occhio: un mio amico la mangiava "grondante uova", un altro la preferiva quasi secca, con pochissimo uovo.


Alcune spiegazioni per i più incapaci:

(1) Se il vostro squallido angolo cottura è sprovvisto di padellino antiaderente potete tranquillamente usarne uno aderente, avendo l'accortezza di mescolare la pancetta col cucchiaio di legno, se no si attacca.

(2) Rompere le uova e separare il tuorlo dall'albume può essere un dramma. Comprate un pacco da 12. Youtube vi spiega per filo e per segno come fare. Se poi avete delle velleità artistiche potete provare a copiare questi.

(3) Assaggiate. Se sembra cotta, è cotta. Metodo infallibile: tirate uno spaghetto sul soffitto. Se resta attaccato è cotto.

Alla faccia della nouvelle cuisine.

mercoledì 16 gennaio 2008

To Live

Un altro personaggio da citare nell'ideale Enciclopedia dell'Ignoranza. Martin Rev, metà dei Suicide insieme ad Alan Vega (credo sia la band per la quale è stato inventato l'orrendo termine "seminale"), non è ignorante per nascita, ma per perseveranza. Dopo trent'anni di carriera fa esattamente la stessa musica che faceva nel 1977. Non è nemmeno invecchiato, al contrario del suo socio Vega, diventato il sosia di Maradona (qui Rev nel 1977, qui nel 2005 - nel frattempo deve aver rotto il primo paio di occhiali, ma pesa sempre 27 chili). E visto che con i Suicide ha esplorato i meandri del minimalismo sintetico e della ripetitività, potete immaginare quali mirabolanti novità possa racchiudere un suo disco del 2003. Ecco, sì, c'è qualche base che potrebbe aver rubato a un karaoke coreano, ma gran parte del disco è roba da eroina e guerra fredda (curiosamente stanno rimontando di brutto). Meglio lui, che ha scritto la ricetta di questo strano synth-noise-pop-rock'n'roll desolante, che i ragazzini che lo copiano. E la chiamano "electro".

MARTIN REV
TO LIVE
FILE-13 FT46 (2003)
320kbps

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martedì 15 gennaio 2008

I concerti del weekend

Come succede quasi sempre quando un gruppo è sulla bocca di tutti, anche in un ambiente limitato come l'underground italiano, il gruppo dal vivo delude. Mosci, stanchi, scazzati, con tre/quattro canzoni buone (ad essere gentili), il Teatro Degli Orrori mi sembra proprio che abbia perso il treno. Non credo miglioreranno in futuro, visto che la band è formata da veterani che hanno già dato il meglio di sè. Forse è stanchezza da superlavoro, fatto sta che le canzoni non ci sono (e su di loro si addensano pericolosissime ombre emo). E nonostante questo riescono a distinguersi dalla massa, restando comunque nel novero dei migliori gruppi italiani (non è difficile). La gente non capisce e li acclama lo stesso, con smodato entusiasmo.

Quel che è successo sabato invece è stato come sfogliare alcune pagine dell'Enciclopedia Dell'Ignoranza. Per comparire nella prestigiosa pubblicazione un musicista deve avere almeno una di queste caratteristiche

• canottiera

• basette lunghe mezzo metro

• pelame dove normalmente non cresce (nel caso del batterista dei Peter Pan Speedrock: sulle spalle)

• ispirarsi ai Motörhead o agli Zeke (i Peter Pan Speedrock si ispirano a entrambi)

• suonare cose facili ma bene, non essere mai stanchi, eccedere nei bis

• suonare delle drinking songs

• al basso o alla chitarra deve mancare almeno una corda (perchè non la vogliono usare, non perchè si rompe durante il concerto)

I Peter Pan Speedrock hanno tutte queste caratteristiche. Qui un loro video con un pancione clamoroso sul palco, qui un loro cartone animato con un pulcino alcolizzato, qui il filmato di Mago Mao. Non si vede un cazzo, lo so, ma questo è quanto.

venerdì 11 gennaio 2008

Teresa non sparare


Sono pochissimi i gruppi che riescono a demolire il muro dell'ipocrisia. Quelli che sfondano suonando musica che secondo media e opinione pubblica è troppo dura, urlata, che non scende a facili compromessi. Come se ci fosse da vergognarsi ad avere dei gusti decisi. Mi vengono in mente i Nirvana, che comunque hanno sempre interpretato nell'inculcato sentire comune la parte dei drogati sporchi e cattivi, e se li ascoltavi eri per forza drogato, sporco e cattivo anche tu. Ricordo quelle situazioni da negozio di dischi (non entro in uno da almeno cinque anni, esisteranno ancora?) in cui quando chiedevi al commesso notizie su un disco non da classifica rispondeva invariabilmente, come un automa, "hai guardato nel metal?". Anche se volevi i Labradford. Gente che si ciba di fatti di cronaca pieni di cadaveri fatti a pezzi, che fa saltare in aria le bombe a mano a capodanno, che se lo fa picchiare in culo per non perdere la verginità prima del matrimonio in chiesa o che prende a sprangate il vicino di casa colpevole di tifare per la squadra sbagliata. No, che schifo l'aglio, poi psicofarmaci a caso, a manciate. E al primo accordo di chitarra distorta, alla prima voce che non piagnucola scappano come inseguiti da un battaglione di zombi. Car stereo da dodicimila watt per sentire la Pausini. Ai suoi concerti ci sono stand attrezzati per aborti lampo, sono sicuro.

Il Teatro degli Orrori il muro non lo sfonda. Ha praticato un piccolo foro, attraverso il quale può gettare uno sguardo terrorizzato sull'umanità orrenda che popola il paese. Non riesce nemmeno ad essere headliner in un festival di musica indipendente italiana, per dire l'impatto che il gruppo di Capovilla riesce ad avere, con fatica sovrumana per giunta (è gente da duecento concerti all'anno). Meno di una scoreggia. C'è da aver paura di questo pubblico. Stasera mi porto la lama, casomai incontrassi dei tagliagole seguaci di Anna Tatangelo.

IL TEATRO DEGLI ORRORI + JOHN FORD
JAIL (LEGNANO)
11 gennaio 2008
h. 22:00
ing. 10 €

giovedì 10 gennaio 2008

La serata si svolgerà stasera / 31

Devo imparare da questi. Cinque nuovi modi per rubare lo stipendio scrivendo cotante stronzate. Non ti è chiaro? Leggi qui!

· Dopo il successo di pubblico e l’alto gradimento della serata di inaugurazione, continueremo a stupirVi, portandoVi in una vecchia ruhmeria nei dintorni dell’Havana... Siamo negli Settanta... A fumare un sigaro e parlare di Rivoluzione in compagnia del Che e di Fidel ["negli Settanta", come dici tu, il Che era nella tomba - certo che la sua resurrezione potrebbe stupirMi ndr]

· Inoltre viene scelto per la produzione del gingle musicale dello spot pubblicitario del profumo di Jennifer Lopez [...dopo essere stato scartato per la posizione di nipple tweaker ndr]

· Le armature si fondono con la couture e i destrieri scintillano come Harley Davidson. Questa dark lady è pronta per la sua crociata… [lo sterminio di chi non entra nella taglia 42? ndr]

· A chiunque prenoterà un tavolo gli verrà consegnato un pacco dono, una grande scatola contenente tutto l'indispensabile per la festa, dai costumi alle mascherine, dai coriandoli, ai bicchieri, ovviamente le bottiglie per i brindisi e stuzzicherie da mangiare, frutta, tartine, e gadget da portare a casa... [e con un piccolo sovrapprezzo potreste trovarci dentro anche una certa polverina ndr]

· Un accogliente buffet darà il via alla serata proprio nel pieno di inizio Milano collezioni, dando quindi modo a tutti gli agenti di borsa che popolano l'aperitivo di rimanere per un "pre-cena" all'insegna della moda Milanese [e SOLO A LORO, gli idraulici sono pregati di andare affanculo ndr]

martedì 8 gennaio 2008

Ignoranza vs arte contemporanea / 5

L'India va forte. Al punto che, dopo la mostra di arte contemporanea hindustana della quale vi ho parlato a più riprese, qualcuno a Milano ha avuto il coraggio di organizzarne un'altra (è andata meglio della prima: il catering era più abbondante). Nella foto potete vedere uno spettacolare soprammobile (non saprei come definirlo altrimenti) alto circa tre metri, raffinato complemento d'arredo che si armonizzerà alla perfezione con lo stile del vostro ampio bilocale. Come dite? Ai vostri eunuchi non piace il colore? State tranquilli, lo trovate anche in versione dorata. Intanto, nel paese di Hrundi V. Bakshi, altri avvenimenti catturano l'interesse dell'opinione pubblica.

· Durante una partita di cricket contro l'Australia, un famoso giocatore indiano è stato squalificato per aver dato del negro a un australiano negro. Ne scaturiscono scontri di piazza, fantocci raffiguranti gli arbitri che vengono dati alle fiamme (ho un'idea su chi potrebbe averli realizzati), suggerimenti per ritorsioni deliranti sui forum dei tifosi (i punti 6, 9, 10 e 11 sono particolarmente indicativi). Notare che l'Australia ha vinto le ultime 16 sfide contro l'India. Fatevene una ragione.

· Altrove nel subcontinente, un uomo per scongiurare eventuali attacchi terroristici ha avuto la brillantissima idea di sposarsi con una collina.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

lunedì 7 gennaio 2008

Pensavo fosse amore. Invece

Grande sorpresa nel giorno della Befana. Il "Technorati Rank" è il bottone che rafforza l'autostima del Blogger Medio, ti dice quanto ce l'hai lungo in centimetri, o, soprattutto dopo le feste, ti dice l'abbondanza del girovita in centimetri. Questo indice dipende da quanti siti hanno linkato il tuo.

Abituato ad avere da sempre valori da cliente ideale di Enlarge Your Penis nel primo caso, o da neonato del Darfur nel secondo, noto ieri che il rank di Acne di Zanzara è passato da uno spadoliniano 10 a un 61 da demolitore mandingo. Come è possibile? Di recente ho mangiato parecchio, però... che qualcuno si sia accorto delle stronzate che scrivo? Purtroppo no, la Nazione non è ancora pronta. Che delusione. Come scoprire che una ragazza è uscita con te perchè vuole conoscere tuo fratello. La mia povera URL è rimasta impigliata per la pelle del culo negli ingranaggi di una terrificante catena di sant'Antonio (bisognerebbe impiccarlo, con quella catena). Un pazzo (l'inventore di "Enlarge your penis"?) ha diffuso questo disegnino fatto con le letterine. Ogni letterina un link. Tra i duemila e passa link ci sono anch'io. Ora m'immagino questo povero sfigato ingobbito sul computer con gli occhiali da civetta spessi quattro centimetri che inserisce duemila e passa link (non ne ha visitato nemmeno uno, ci scommetto) perdendoci le notti, o magari rischiando il licenziamento (se lo meriterebbe). Mi sa tanto che Youporn nei giorni scorsi non funzionava.

Ed ecco che l'italico gregge, il virus scimmiottante che attanaglia la penisola si mette in movimento e duplica, clona, linka Acne di Zanzara senza sapere perchè (in realtà ogni mio post è un messaggio cifrato per le cellule dormienti di Al Qaeda - non prendete la metropolitana l'11 gennaio). In mezzo a costoro si celano alcuni curiosi casi clinici.

· Autori di classifiche che s'incazzano e perdono vari giorni di vacanza per correggere l'algoritmo (che, non dimentichiamolo, è stato loro rivelato dall'Altissimo in persona).

· Una ventata di novità, che di vedere le tue chiappe non se ne poteva proprio più (perchè non le disegni in ASCII art? Mi prenoto per il link sul buco del culo).

· Proprio il post giusto per rilanciare un blog che non veniva toccato da luglio 2006.

D'ora in poi anch'io potrò pavoneggiarmi con due palle da tennis nelle mutande. Tanto al momento della verità, quando le mutande te le devi levare e puoi finalmente mostrare quelle patetiche arachidi che chiami "coglioni", è troppo tardi perchè la povera donna che hai accalappiato con l'inganno possa tirarsi indietro. Che popolo di imbroglioncelli. E si lamentano pure che le classifiche non funzionano, non sono veritiere. Se le gonfiano con trucchetti come questo, ci credo che non sono veritiere. La loro vita è appesa a una classifica inutile fatta da una macchina. Voglio un'altra cittadinanza, una qualunque.

sabato 5 gennaio 2008

Pithecanthropus Erectus

L'uomo che ha messo in musica le più trionfali notti di bagordi che possiate immaginare è (ovviamente) un negro. Anche se, come racconta nella sua divertentissima e parecchio romanzata autobiografia, lui non si sentiva negro abbastanza, non era molto scuro, al punto da venire considerato bianco dai negri e negro dai bianchi. Bel problema, visto che all'epoca in California c'erano due sindacati che tutelavano i diritti dei musicisti (uno per i negri e uno per i bianchi) e Mingus era stato respinto da entrambi. Quindi nei tempi duri arrotondava facendo il pappone, e anche nei tempi non tanto duri. Ecco il suo primo album da bandleader.

CHARLES MINGUS
PITHECANTHROPUS ERECTUS
ATLANTIC 1237 (1956)
VBR

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venerdì 4 gennaio 2008

Scritte & cartelli / 14

Allora: escludiamo subito le motivazioni calcistiche in quanto i colori della scritta non corrispondono a quelli della Maggica. Poi un romanista autentico si sarebbe espresso nel suo vernacolo, scrivendo magari Lazzie merda de Roma. Quindi l'insulto non è rivolto alla Lazio, ma al Lazio. Impossibile capire cosa o chi ci sia dietro questa campagna denigratoria nei confronti del paese della porchetta, tenuto conto che

· il nemico è all'interno, e ogniqualvolta mette piede in provincia deve per forza calpestare la cacca. Roma, città assediata dagli escrementi.

· l'adesivo è plastificato, realizzato professionalmente: non è fatto in casa con la stampante, sono stati spesi dei soldi. Perchè?

· rappresenta un modello rivoluzionario di odio: non è "nord contro sud", una città contro un'altra, una situazione da derby o la comprensibile "provincia contro grande città" ("se la tirano").

Insomma, intorno a questo adesivo aleggia il mistero. Visto in un autogrill sulla A1, in Toscana, se ben ricordo.

giovedì 3 gennaio 2008

La serata si svolgerà stasera / 30

Anno nuovo vita vecchia. Gli uffici stampa continuano a suscitare ilarità col loro indispensabile lavoro. Non ti è chiaro? Leggi qui!

· Pantaloni da paracadutista e canotte nelle gradazioni del grigio asfalto e del nero tinto, combats con fibbie e stringhe, giubbotti army-techno in nylon o pelle martellata definiscono lo stile di Eros e si armonizzano a pieno con lo scenario apocalittico dello stage [ma per quale cazzo di motivo Ramazzotti si esibisce in uno scenario apocalittico??? ndr]

· Se non riusite a raggiungermi in uno di questi appuntamenti vi rimane solo un’ultima possibilità… seguirmi in una delle interminabili samb-house in programma tutto l’inverno in Brasile? [mica mi chiamo Ronaldo ndr]

· Sensuale e selvaggio il giacchino di cavallino ebano con lunghe frange di crine di kiddassia e interno di tartan di taffettà tie-and-dye color ametista. [o è in pelle di palle di feto di panda o niente ndr]

· Ecco, l’immagine svela poco e niente, vuole aumentare la curiosità nei nightclubber, trasforma, ancor più di un tempo la proposta. E’ disco bar, è discoteca, è teatro con spettacolo, tv, è carnevale, è coinvolgimento globale. E’ tutto insieme, dai bagni alle postazioni per servire il pubblico, con barmen & barwoman mascherati, ballerini, streep teaser, cantanti, attori che vi stupiranno davvero! [difficile che possa agghiacciarmi più di quello che scrivi ndr]

· Saranno presenti infatti varie agenzie di moda e il tutto correlato e arricchito dalla musica nella main room a partire dalla mezzanotte dando un tocco ceel-out alle cene presenti fino a quel momento! [dopo aver letto questo comunicato stampa alcuni pescivendoli della Vucciria hanno chiesto l'iscrizione all'ordine dei giornalisti ndr]