lunedì 29 giugno 2009

Lo vuoi un caffè? #078 - Diamonds on the soles of her shoes

Foto tratta dal sito
http://ugandascarlettlion.blogspot.com/

La passione delle donne per le scarpe è uno dei grandi misteri dell’universo.
Questo è un dato di fatto accettato dal DNA di qualsiasi uomo.
Cosa spinga una donna ad entrare in ogni negozio di scarpe, a fermarsi innanzi ad ogni vetrina che esponga calzature, a provare necessariamente ogni più improbabile tipo di calzari, a commentare e discutere ferocemente con le amiche ogni modello appena commercializzato rimane davvero uno dei più grandi ed insondabili misteri che mente umana possa affrontare.
Lo sfoggio delle stesse da parte delle colleghe e delle clienti nei corridoi del tribunale è un rito quasi sacro.
E per chi sa osservare spesso vengono fuori anche alcune chicche.
Senza un preciso ordine cronologico e a caso si citano:
Scarpe in tela, “da ginnastica” come si diceva una volta, nera, modello Superga… ma con tacco da dieci. Estrose.
Espadrillas con tacco decorato a motivi optical anni settanta in bianco e nero. Lisergiche
Ciabattine, essenziali e semplicissime. Una suola e una striscia di pelle a trattenere il piede montata su tacco a stiletto con una base larga due micron. Come si possa mantenere l’equilibrio non so. Precarie.
Stivaloni mezza gamba viola in una specie di velluto raso. Trasgressivi.
Scarpe nere con tacco dodici a spillo. Il che fa venir su a chi le indossa un gran bel culo e la fa assomigliare un pò Jessica Rabbit ma senza? Come sarà senza? Ingannatrici.
Calzari “alla romana” allacciati al polpaccio. Bisogna però avere la gamba e il polpaccio giusti altrimenti si rischia l’effetto mortadella. Avete presente la retina contenitiva? Gustosi.
Scarpa da basket rossa indossate sotto minigonna ascellare. Azzardate.
Scarpe da passeggio o “da ginnastica” come si diceva una volta decorate con l’emblema di “Hello Kitty” sotto sobrio tailleur. Cartoon?
Scarpe in coccodrillo, o qualche bestia simile, scaglie comprese, di colore blu, indossate sotto i jeans. Contronatura.
Scarpe con decolletè ampio dalla linea sobria ed essenziale, eleganti. Belle come e pure le gambe di chi le indossa. Voyeur …

Lo vuoi un caffè?” – chiede quello
Calza a pennello questa tua proposta”– risponde pronta l’altra.

Music for this post: Paul Simon – Diamonds on the soles of Her Shoes – Graceland http://www.musicaememoria.com/paul_simon_graceland.htm; http://www.musicaememoria.com/paul_simon_graceland.htm

domenica 28 giugno 2009

Ritratto di città - Pubblicità - Madrid, Roma, Londra


Foto 1 _madrid 2009
Foto 2_londra 2008
Foto 3_londra 2008
Foto 4_roma 2008
Foto 5_roma 2009
Foto 6_roma 2009
Foto 7_roma 2009
Foto 8_madrid 2009
Foto 9_madrid 2009

sabato 27 giugno 2009

Lo vuoi un caffè? #077 - Egr. Avocado, Kiwi todo bien...


Cina - Arte moderna

La professione dell’ avvocato è diventata una delle più bistrattate in assoluto, e questo si era ormai capito da tempo.
La misura della svalutazione del titolo di avvocato però la si può comprendere appieno solo quando si parcheggia la mattina dall’abusivo dietro il Tribunale.
Chiunque arrivi, uomo o donna, vecchio o giovane, italiano o straniero si vede attribuire automaticamente il titolo di “avvocato”, nella versione contratta ed urlata di “Avvocà” che ha sostituito definitivamente il più generico “Dottò” che dominava fino a qualche tempo fa.
Adesso scopriamo che, complice una leggina dello Stato è possibile diventare avvocati in Italia bypassando il famigerato esame di abilitazione del quale in questi giorni vengono resi noti i risultati dell’ultima sessione.
Come fare?
Basta andare alla CEPU che, oltre a pubblicizzare la possibilità, ti vende il pacchetto completo et voilà… il gioco è fatto alla faccia di chi si è sbattuto tra una pratica semischiavista e le difficoltà di un esame di Stato obsoleto e da riformare integralmente come tutto il percorso di accesso alla professione.
Che dire più?
Pretendevi anche questo” come titolò qualche anno fa il settimane satirico "Cuore" mettendo in copertina un culo?

Lo vuoi un caffè?” – chiede quello
Olè”– risponde spagnoleggiante l’altro.

Lo vuoi un caffè? #076 - Peronisti* (nel senso di bevitori seriali di birra Peroni)

Foto di Nicola Colella
da facebook
Il tipo barbuto che ride, sguaiatamente, è il mio amico e ancora per poco dott. C.
Il tipo che lo abbraccia ma in realtà cerca di prenderlo per il collo e, giustamente, strozzarlo è il collega L..
Il tipo che ride – un pò mbriaco - ha saputo ieri di aver superato lo scritto dell’esame di stato di ammissione alla professione di avvocato.
Secondo me truccando l’esame cosi come trucca le foto su facebook. Si veda il post a lui dedicato nella serie "Ritratti"
Nessuno, infatti, ha mai preso un voto alto come il suo.
Il tipo che lo abbraccia è il suo capo, il suo dominus.
A lui va tutta la mia solidarietà umana e professionale.
Coraggio L.! Non mi sembra il caso di darsi all’alcool.

“Lo vuoi un caffè?” – chiede quello
“ …non ho sete…” – risponde mogio l’altro.

martedì 23 giugno 2009

Lo vuoi un caffè? #075 - Emiliano Zapat(ero)

immagine "rubata" dalla rete
Il pubblico ministero è enorme, con la sua mole quasi impedisce alla luce di entrare in aula.
Non grasso sia beninteso, ma grande, alto, altissimo …
Un omone, insomma …
Io sono terrorizzato dalla possibilità peraltro nemmeno tanto remota che il mio capo mi pianti da solo in aula ad affrontarlo.
E’ da poco che sono nel suo studio e mi ha già fatto una paio di volte questo “simpatico” scherzetto lasciandomi balbuziente e sudaticcio difronte ad arcigni togati senza uno straccio di informazione sulla causa da discutere.
Lui dice che lo fa per mettere alla prova i suoi praticanti.
Io penso, ma non dico, è pur sempre il mio dominus, che lo fa perche non si studia la cause.
La mia paura aumenta quanto noto nel tono della sua voce una insolita nota di rispetto verso il gigante che intanto sta finendo di massacrare un altro collega.
Ma come si chiama questo?" – gli chiedo
Emiliano” – mi risponde lui
Ieri lo hanno rieletto Sindaco di Bari a stragrande maggioranza.
Ah! Dimenticavo …
Quel giorno per fortuna la nostra causa venne rinviata e io me la cavai per il rotto della cuffia

Lo vuoi un caffè?” – chiede quello
C’ cafè e’ cafè damm na birr ...” – risponde sovraeccitato per la vittoria l’altro.
music for this post: The Pogues - Fiesta http://www.youtube.com/watch?v=Vu_B5BCDJxs

lunedì 22 giugno 2009

Lo vuoi un caffè? #074 - Last fashion, next carnival


Neassea
Photo by Linda Carlson


Ha i capelli sparati come dopo un elettrosockh.
Gilè viola e nero
Pantaloni scuri attillati e camicia candida.
È il praticante del collega.
A me sembra uno dei Tokio Hotel.

Scarpe in tinta, pantaloni beige e giacca a quadri.
Il collega sembra uscito da una illustrazione di Rockwell degli anni 50.

Giacca gialla canarino su pantalone nero corvino (che fa pure la rima!)
Cravatta colorata su camicia blu chiaro
Che sia un omaggio a Marinetti e ai futuristi?

Il collega P. è un po’ ingrassato ultimamente
Un po’ troppo ingrassato.
La camicia, un lembo gli sbuca perfida dalla cintura dei calzoni.
Lui un po’ sudato la ricaccia dentro in continuazione.

Capigliatura candida, bella!
Il capello è leggermente più lungo di quel che si conviene, ma non tanto da far gridare allo scandalo.
Lo porta pettinato tirato indietro e con sopra un velo appena di gel.
Camicia bianca, gemelli ai polsi, piccoli, discreti, d’oro …
La giacca e cravatta dal taglio perfetto, grigio ton sur ton
L’avv. O. è la dimostrazione che la classe non è acqua e soprattutto non ha età.

Capello scuro, ondulato.
Il capello è abbondantemente più lungo di quel che si conviene, tanto da dare di unto.
Camicia bianca, giacca blu scuro e cravatta viola marcio
L’avv. C. è la dimostrazione che si può tentare di essere eleganti e sembrare invece dei meri riciclatori dell’abito del proprio matrimonio.

Ragazzi ve lo dico sempre io"– fa il collega T. mentre siamo al banco a sgomitare nella calca del bar – “Per me sarà sempre meglio quella là” – e indica discretamente una collega molto bella appena entrata – “che uno qualsiasi di noi nudo
Leviamo tutti e quattro la tazza in alto in segno di approvazione.

“Lo vuoi un caffè?” – chiede quello.
“ …..nnnnnoooooooo…..” – risponde lirico l’altro

Lo vuoi un caffè? #073 - Aspettando...Sudo

Foto tratta dalla rete


Avvocato la vedo distrutto... dovrebbe farsi una flebo … magari di Red Bull” – mi sfotte la sig.ra I. la cancelliera spingendo per il corridoio deserto il carrello con i faldoni delle cause.
Anche due lattine di red bull signora … Qui pare che la cosa sia ancora lunga ...” – le rispondo con voce flebile, sudato e piuttosto depresso. “Sono le due del pomeriggio, son qui dalle nove e ancora non è arrivato mio turno”
E’ ancora in udienza? Con quale giudice?” – mi chiede stupita e guardando il suo orologio.
Aaah capisco ... La mia solidarietà” - mi fa allontanandosi dopo aver sentito il nome.
Il dott. T. è noto in tutto il Tribunale per la lentezza delle sue udienze

"Lo vuoi un caffè? " - chiede quello
"Sotto forma di fredda, gelida granita.." - risponde l'altro

Ritratto di città - Madrid - Parque del Buen Retiro



Parque del Buen Retiro - Avenida de Meijco

foto 1/4 - Istallazioni artistiche

Bonus Track : Crisis? What crisis?

foto 5/6 - Uomo ragno strozzapalloni

La crisi colpisce duro di questi tempi ed anche i supereroi sono in difficoltà. L'uomo ragno si ricicla in strozzapalloni nel Parque del Buoen Retiro in Madrid

giovedì 18 giugno 2009

Lo vuoi un caffè? #072 - Zombie


Barbie Fan
Photo by Paul Dzic
Non avevo mai parlato con uno zombie prima di oggi.
Non mi ero mai ritrovato in studio un corpo umano, più o meno vivo, secco come uno stecco e vestito come uno spaventapasseri, con la camicia a quadri appoggiata larga su due spalle scheletriche e i pantaloni che si tengono a stento su stretti in vita da una cintura in pelle.
Il viso è un teschio scavato coronato da una aureola di capelli candidi e ribelli.
Lo guardo meravigliato e senza fiato.
Meravigliato che sia vivo ancora …
Temo che mi caschi lungo in terra nello studio e la cosa mi spaventa assai.
Uno perché non saprei che fare, due anche perchè se sapessi cosa fare mi rifiuterei ugualmente di fargli la respirazione bocca a bocca...
Per sicurezza mentre parliamo imposto il cellulare sul 118, non si sa mai.
Questo corpo è salito ansante e sbuffante fino al secondo piano di questo maledetto palazzo nel quale ho il mio studio e nel quale non vi è la possibilità di installare un ascensore, dopo aver soffiato il suo nome nel citofono.
Quando ho risposto ho pensato che il mio citofono stesse dando i numeri, come a volte accade, che avesse deciso di fare sciopero, invece era lui che proprio non che la faceva a tirare fuori il fiato e a farsi sentire.
Anche adesso che siamo qui seduti respira profondo, duro, a bocca aperta, ma poco però che altrimenti l’anima gli sfugge via.
Per la cronaca ci ho messo cinque minuti per spiegargli che poteva sedersi, e poiché non sente nulla, essendo più sordo di una campana, alla fine ho dovuto mimare la scena.
Mi ha guardato come fossi un pazzo, sempre che mi abbia visto; lo spessore delle lenti che indossa non depone a favore di una vista particolarmente acuta.
Da seduto mi guarda come se io fossi un idiota, proteso come sono verso di lui, quasi fossi io il sordo, per cercare di sentire e capire cosa diavolo sta cercando di dirmi.
Il tono della sua voce sale e scende, il suono gorgoglia, a tratti scoppia in piccole urla quando vuole sottolineare un concetto particolare …
Si tratta mi pare di capire di una vecchia storia di qualche anno della quale non ho la benché minima conoscenza.
Lui implacabile come la morte, invece, ricorda e mi ricorda particolari minuziosi, minuti e che soprattutto io non ho mai conosciuto
Gli chiedo quanti anni ha.
Sobbalzo quando me lo dice.
Dovrebbe essere già morto secondo gli standard di vita dell’uomo sapiens.
Gli chiedo come è arrivato al mio studio.
Con la macchina mi risponde come se fosse la cosa più normale del mondo.
Chi l’ha accompagnata gli chiedo ancora sempre più stupito di non vedere un figlio, un congiunto qualsiasi, una badante ucarina accanto a lui ad assisterlo.
Io mi risponde piccato e chi altri sennò
Sta da solo? Il mio stupore si taglia a fette
No c’è mia moglie che mi aspetta in macchina
La moglie da quel che capisco deve avere un paio di anni in meno di lui.
È un dialogo surreale questo, anzi no è, quasi, una seduta spiritica ….
Lui continua parlare ed io a sperare che non mi muoia in studio
Quando rispondo alle sue domande e lui si agita spero solo che gli venga un infarto.
Alla fine, dopo un ora e mezza, ci accordiamo sul da farsi.
Mi saluta e ci stringiamo la mano.
Sarà l’impressione ma mi sembra che la sua mano sia fredda … ma fredda, fredda!
Lo accompagno alla porta e aspetto dietro la porta l'orecchio teso a captare il minimo rumore di sentire il portone giù che si richiude, lieto di non sentire invece il tonfo del suo corpo che rotola dalle scale colto da un qualche malore.
Mi affaccio alla finestra e sbircio giù.
Lo vedo entrare in un auto, ovviamente d’epoca, che parte senza mettere freccia e senza remissione di peccati e taglia, in seconda, la strada ad un cristo di passaggio che smadonna in tre lingue contemporaneamente.
Ho deciso.
Domani metto una treccia di aglio dietro la porta dello studio, compro una Bibbia e nel cassetto terrò una pistola con proiettili d'argento.

"Lo vuoi un caffè?" - chiede quello
"...dammi un attimo per riprendermi prima..." - risponde tremante l'altro
Music for this post : Fela Anikulapo Kuti – Zombie (1976) http://www.youtube.com/watch?v=iBgewcFh-cg

martedì 16 giugno 2009

Lo vuoi un caffè? #071 - No parcking in this area

Corte di Appello di Lecce -Parcheggio
Ma una volta non erano i veicoli ad aver bisogno dell'autorizzazione al parcheggio?

lunedì 15 giugno 2009

Lo vuoi un caffè? #070 - In God (and Devil) country


Elixir of Life
photo by Vincente Concha
In questo periodo preferirei non dover andare in udienza, non dover andare in Tribunale, ogni giorno o quasi della settimana...
Per recarmi in Tribunale infatti, percorro la statale che costeggia il mare, la cosiddetta litoranea.
Normalmente è la strada più comoda e veloce, ma in questo periodo è un supplizio perchè Dio e il Diavolo in questa manciata di chilometri si divertono a contendersi la mia anima.
Da un lato c’è il Padreterno che mi punisce per i miei peccati infliggendomi il tormento delle fiamme del sole estivo e l’uso formale della giacca in udienza…
Dall’altro c’è il Diavolo che mi tenta, bastardo, promettendomi il sollievo della freschezza delle acque marine e la visione dei bikini delle bagnanti …
Ma se proprio devono perché non se la giocano ai dadi?

Lo vuoi un caffè?" – chiede quello
No un caffè no...magari prendo una coca light” - risponde l’altro

Music for this post : U2 - In God Country - http://www.youtube.com/watch?v=JkbaRJuZ3A8; Donaeo - Devil in a Blue Dress - http://www.youtube.com/watch?v=UnHcvtYgPVk, Rolling Stones - Sympaty for the Devil - http://www.youtube.com/watch?v=JpNoniDH6IY; Boys Of Alabama - Oh Lord Stand be me!

sabato 13 giugno 2009

Lo vuoi un caffè? #069 - Soverchi pesi



Sono dimagrita” – annuncia sorridente e trionfante la collega K entrando in aula e ricevendo le congratulazioni della componente femminile e solidale dei presenti.
Di quanto?” – le chiede, serissimo, l’avv. C. alzando appena lo sguardo dal verbale che sta scrivendo.
Quasi un chilo... Mi son pesata stamattina. Wow!” – risponde lei sorridente e saltellante.
Siamo in prossimità delle ferie e la prova costume si avvicina e K. è ansiosa di rimettersi in forma, anche se ad unanime parere della componente maschile dei presenti non ne avrebbe alcun bisogno.
Ma ti sei pesata prima o dopo …” – insiste C.
Prima o dopo cosa?” - chiede K ansiosa di tutelare il risultato raggiunto da contestazioni di qualunque tipo e pronta a difenderlo a qualunque costo.
…. prima o dopo essere andata in bagno?” – conclude perfido l’avv. C. gelando il sorriso sulla bocca di K.


"Lo vuoi un caffè?" - chiede quello
"No ...magari un espressiono freddo" - risponde l'altro

Lo vuoi un caffè? # 068 - Hair


L’avv. R. gira per il Tribunale con un ciuffo di capelli colorato di un rosso acceso che le scende sulla fronte e su una montatura di identico colore.
Non si può non notarla.

L’avv. P. è sempre abbronzato, anche a gennaio, da più parti si sospetta lampada perenne, ha gli occhi che sembra marcati con il rimmel e un ciuffo di capelli alla Tin Tin sulla sommità del cranio.
Non si può non notarlo.

L’avv. N. ha capelli ribelli e refrattari ad ogni tipo di taglio e pettine. Anche se li taglia cortissimi non riesce a tenerli pettinati a farli star fermi per più di cinque minuti. L’avv. N. somiglia a Woodstock, l’uccellino perennemente spettinato, amico di Snoopy.
Non si può non notarlo.

L’avv. M. ha una cofana di capelli rossi alta cosi e fittissima. Quando piove non usa l’ombrello, l’acqua forma un specie di aureola di minuscole goccioline sul suo capo.
Non si può non notarla

L’avv. G. ha tagliato i capelli e sfoggia vanitosa la sua nuova acconciatura con orgoglio raccogliendo i complimenti delle colleghe e delle cancelliere. Nessuno dei suoi colleghi maschi ha notato questo particolare attratto dalla vestina estiva che indossa e che lascia poco all’immaginazione.
Non si può non notarla.

"Lo vuoi un caffè?" - chiede quello.
"Al ghiaccio se permetti" - risponde l'altro

giovedì 11 giugno 2009

Ritratti

Foto 1/4 - Sotto l'olmo - Mercato Settimanale di Castellana Grotte

mercoledì 10 giugno 2009

Ritratto di città - Madrid - In giro

Foto 1 - Al fresco / Foto 2 - Al caldo / Foto 3 #1 strada / Foto 4 #2 strada

martedì 9 giugno 2009

Lo vuoi un caffè? #067 - Le parole che non ti ho detto (e ne approfitto adesso)

Little Prince
Photo by Marc G

Avvocato” – la sua voce taglia all’improvviso la fitta rete di argomentazioni intrecciatasi tra me e la signora T..
Si mi dica signorina” – le faccio guardandola
Devi parlare ancora molto? Io mi sono stancata” – mi argomenta seria contestando una certa mia logorrea.
Non riesco a trattenermi e scoppio a ridere.
Anche lei mi guarda e ride ricambiando con un sorriso un pò intimidito e stringendo a se il suo zainetto a forma di orsacchiotto.
Si chiama V. ed ha sei anni.
I bambini ..che strane creature...
A volte hanno un certo qualcosa che mi spinge a considerarli , come dire, quasi umani.


Lo vuoi un caffè ?” – chiede quello
Macchiato con del latte scremato” – lo accetta l’altro

Ritratto di città - Madrid - Pop Sport


Pop Sport
opere di Antonio De Felipe
Madrid - Casa de Vacas del Retiro
Antonio De Felipe è un grande e ironico artista. Basta vedere il quadro de "Las meninas" di Velasquez rivistato dove la Infanta, in vezzoso quanto improbabile abito di gala rosa e borsetta sportiva alla mano staziona davanti al palazzo reale per dire questo. Cercatelo su internet vi ho messo alcuni link:
http://it.wikipedia.org/wiki/Las_Meninas_(Vel%C3%A1zquez)

Ritratto di città - Madrid - Corrida



Foto 1 - Sfida #1 / Foto 2 - Sfida #2 / Foto 3 - Sfida #3/ Foto 4 - Fine /Foto 5 - Trionfo

lunedì 8 giugno 2009

Lo vuoi un caffè? # 066 - Pesca pesca pescatore...

Cheerful Paesant di Mehmet Akim


"Avvocato lo vede questo terreno che bello. Qua devo fare tutto peschereccio" - dice con orgoglio contadino il cliente soddisfatto dopo il sopralluogo effettuato nella sua proprietà.
"Prego?!" - chiede un po interdetto il suo legale
"Le pesche, avvocato, qua devo piantare tutti alberi di pesche " - chiarisce lui sempre sorridente ed orgoglioso
"Aaaah" - annuisce il suo legale
(grazie a G.C.)

"Lo vuoi un caffè?" - chiede quello
"Magari un succo... gusto pesca " - risponde l 'altro