L'acqua solforosa
è nota da secoli innanzitutto per le proprietà disinfettanti:
applicazioni locali trovano riscontro positivo per alcune malattie della
pelle, perchè lo zolfo tende a seccare e a purificare.
L'uso delle acque sulfuree è anche consigliato per la cicatrizzazione
di ferite e tradizionalmente vengono praticati degli sciaqui orali anche
per pulire la bocca da afte, o per curare mal di gola ricorrenti.
Lo zolfo è prezioso per le malattie della pelle caratterizzate
da uno stato produttivo, vale a dire dalla presenza di secrezioni sebacee
o purulente.
E' il caso, ad esempio, dell'acne, nelle sue due forme principali. Quella
giovanile, che di norma affligge gli adolescenti, per via degli squilibri
ormonali (e magari anche dietetici) tipici dell'età. E quella
che invece colpisce donne adulte, in concomitanza spesso con l'arrivo
del ciclo mestruale.
Dato che lo zolfo blocca la crescita di batteri, ne trae beneficio anche
chi soffre di patologie respiratorie: l'anidride solforosa che si sviluppa
nell'apparato respiratorio dopo le inalazioni è addirittura in
grado di blocccare, temporaneamente , il movimento delle piccole ciglia
che rivestono le mucose delle vie aeree, e quindi lo zolfo immobilizza
e poi distrugge gli agenti esterni che causano problemi respiratori.
I fanghi termali a base di acqua solforosa sono inoltre indicati per
patologie osteo-articolari di origine infiammatoria (artrosi, artrite)
o post traumatica. Un'altra indicazione, non ancora confermata dalla
medicina ufficiale, ma comunque interessante, è la terapia idropinica
usata per curare l'ulcera gastrica: dopotutto, queste acque solforose
sono antisettiche e cicatriziali, e quindi potrebbero essere l'ideale.