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Atti della Tavola Rotonda CNR 2.0 PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
Venerdì 15 Giugno 2012 05:12

Il giorno 1 Giugno 2012 si è tenuta a Napoli una tavola rotonda intitolata “CNR 2.0: un Ente di Ricerca per il paese (e per i ricercatori).” Questa tavola rotonda è nata per proporre una nuova visione del CNR, condivisa, funzionale e compatibile con gli standard internazionali di esercizio della scienza e della cultura.

Abbiamo ritenuto opportuno riunire il contributo dei vari partecipanti in questo documento allegato.

Le varie relazioni raccolte affrontano infatti, talora in modo autonomo, talora sovrapponendosi, alcuni temi che i partecipanti alla tavola rotonda e gli organizzatori ritengono fondanti per la definizione di un CNR che abbia il duplice ruolo di essere utile al paese e funzionale all'esercizio della professione dei ricercatori. Tali temi spaziano da un livello "generale" (trasparenza, etica, efficiente gestione della res pubblica, pari opportunità e ricambio generazionale), ad uno "particolare", in cui questi aspetti si rispecchiano nelle procedure di funzionamento del CNR (quello attuale e quello che verrà).

Il contributo di Diego Breviario dimostra come i gruppi di ricerca all’interno degli Istituti CNR siano gli elementi portanti del sistema produttivo di scienza, innovazione, cultura e formazione. Partendo dalla sua esperienza disciplinare, Breviario sviluppa un modello della rete scientifica ispirato all’evoluzione biologica. Ne discende un modello di strutturazione della rete scientifica basato sul driver essenziale dell’evoluzione: la self-organization delle strutture funzionali più semplici, selezionate dall’ambiente, nel nostro caso quello della competizione scientifica internazionale. L’organizzazione verticistica della ricerca all’interno del CNR, almeno nella attuale versione (il CNR 1.0), è molto lontana da questo modello. E' rigida, incapace di adattarsi, funzionalmente improduttiva e sostanzialmente estranea al main stream scientifico. Breviario delinea le possibili soluzioni per (ri)portare i gruppi di ricerca al centro dell’organizzazione del nuovo CNR, in cui siano quindi gli istituti l'elemento di maggior peso, in cui i dipartimenti siano un organo di coordinamento e non di gestione, in cui i direttori di istituto siano scelti con l’assenso del personale, ecc..

Una volta ristabilito un maggiore equilibrio tra attuazione della ricerca e sua gestione, ottenuto attraverso la valorizzazione dei gruppi di ricerca, è necessario delineare un contesto in cui la competizione possa avvenire alla pari. In quest’ottica, il contributo di Elvira De Leonibus mira ad individuare modalità efficaci (si direbbe provocatorie nell’attuale contesto) per inserire elementi di meritocrazia e pari opportunità all’interno del CNR 2.0.

La distanza tra questo scenario futuribile e l’attuale realtà è ben rappresentata dall’intervento di Gianpaolo Pulcini (responsabile nazionale ANPRI per il CNR), che richiama l’impellente necessità di riconoscere la professionalità dei ricercatori ed è particolarmente impietoso nell’elencare tutti gli impegni che, assunti dall’Ente nel solco della Carta Europea dei Ricercatori, sono stati sistematicamente disattesi. Dall’assenza di rappresentanza negli organi consultivi, di governo e di informazione delle proprie istituzioni, alla mancanza di una reale strategia di sviluppo professionale, passando per procedure di assunzione e di selezione non adeguatamente trasparenti, eque, efficaci e basate sul merito, è davvero lungo l’elenco degli impegni, contenuti nella Carta Europea dei Ricercatori e del tutto disattesi nel CNR 1.0.

Allo stesso modo, occorre che il CNR 2.0 abbia quei requisiti di Etica, Trasparenza e Buona educazione che l’intervento di Umberto Amato descrive efficacemente e che purtroppo mancano quasi del tutto nel CNR 1.0. Basti pensare alle delibere del CdA, rese talora disponibili a distanza di un anno oppure ai verbali dei concorsi che non sono regolarmente pubblicati sul sito dell’Ente (contrariamente a quanto accade per l’Università). Una simile assenza di trasparenza mette a repentaglio la credibilità dell’Ente e del suo operato non solo verso i ricercatori, ma soprattutto verso il paese.

Purtroppo, osservando il CNR di oggi attraverso le lenti fornite da queste relazioni non può che emergere il quadro, di un Ente che è ben lontano dal raggiungimento di standard minimi di adeguatezza, e che pare composto da due anime distinte. I ricercatori da un lato, la dirigenza dall'altro. Eppure, come ha ricordato Giorgio Sirilli nel suo intervento, il senso di appartenenza dei ricercatori del CNR, lo spirito di corpo, esiste ed è una delle leve su cui poggiare per immaginare un futuro migliore.

La necessità di sanare questa dicotomia è dunque il principale richiamo.

Come procedere?

Avendo all’orizzonte l’ineludibile modifica dello Statuto, soprattutto nelle parti che maggiormente mortificano la rappresentatività dei ricercatori e la loro autonomia. Il contributo di Vito Mocella delinea in modo puntuale le azioni da intraprendere, nel breve periodo, per far sì che molte delle richieste prospettate per andare verso un CNR 2.0 diventino realizzabili. Il contributo fornisce infatti un’analisi dettagliata delle modifiche dei regolamentari, compatibili con lo statuto, che è possibile introdurre per formalizzare le proposte comuni agli interventi precedenti.

La prevista fase di riscrittura dei regolamenti che avrà luogo nei mesi che seguono l’incontro di cui in questo documento raccogliamo gli esiti, rappresenta dunque l’occasione effettiva per rendere il CNR 2.0, attraverso un’opportuna riscrittura delle regole, qualcosa di più di una chimera.

Serve però che questa visione sia condivisa dalla Presidenza dell’Ente, che partecipando alla tavola rotonda ha mostrato un reale interesse verso le istanze discusse, e, soprattutto, che la comunità dei Ricercatori sia messa in grado di vigilare, ma anche di contribuire, a questo processo. Per questo, come suggerito da Fabrizio Ricci, il primo atto del CNR 2.0 non può che essere l’istituzione di una Consulta Permanente dei Ricercatori, magari inizialmente articolata come forum informatico autogestito poggiato sull’infrastruttura web dell’Ente.

Scarica qui il documento contenente gli atti della tavola rotonda.

 

Ultimo aggiornamento Mercoledì 26 Ottobre 2016 12:19
 
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