Breve storia dell'aerostatica italiana



Parte prima - I precursori e i pionieri

L'Italia, dopo la Francia, è il paese che in tutto il periodo pionieristico ha dato il maggiore impulso all'aerostatica soprattutto nel campo dei palloni a gas e dei dirigibili. Nel 1670, il gesuita Francesco Lana capì che sarebbe stato possibile volare nell'atmosfera così come si galleggia sull'acqua sfruttando il principio di Archimede. Anche se la tecnologia di quel tempo non avrebbe permesso alla sua "nave aerea" di volare, a causa del peso superiore alla spinta ascensionale prodotta, egli è universalmente considerato il vero precursore teorico dei principi dell'aerostatica. Ancora prima di Padre Lana fu forse Leonardo da Vinci il primo a intuire il potere ascensionale dell'aria calda mentre, sempre nel XV secolo, Giovanni Da Fontana riportò la prima esauriente descrizione di un pallone ad aria calda frutto dell'idea di un ignoto inventore rimasta però senza seguito . E' interessante notare che Da Fontana descrive correttamente il principio di funzionamento della mongolfiera, un principio che sarebbe però stato ignorato o dimenticato all'epoca dei primi voli in pallone verso la fine del '700.

Come è noto l'invenzione della mongolfiera è attribuita ufficialmente ai fratelli Joseph e Etienne Montgolfier, imprenditori cartai francesi con la passione per la ricerca scientifica. Il pallone ad aria calda potrebbe però essere nato in Cina molti secoli prima, così come si ha notizia di palloni incendiari usati a scopo bellico nel medioevo. Forse addirittura l'aerostatica sarebbe nata duemila anni fa nella valle del Rio Nazca, nel Perù meridionale. Più recentemente, nel 1709, le cronache riportano notizie degli esperimenti compiuti alla corte portoghese da padre Bartholomeu Lourenço de Gusmão, professore di matematica all'università di Coimbra. Le descrizioni sono però frammentarie e non è molto chiaro nemmeno in che modo funzionasse la macchina volante di Gusmão. In mancanza di documenti attendibili, dunque, per ora il merito della conquista del volo resta ai Montgolfier che verso la fine del '700 scoprirono la forza ascensionale dell'aria calda. I due fratelli francesi, come altri loro contemporanei, pensavano tuttavia che tale forza fosse dovuta non già semplicemente all'aria riscaldata, ma ad un particolare gas che venne denominato appunto "gas Montgolfier". Fu il grande scienziato italiano Alessandro Volta, con i suoi studi sulla natura dei gas, il primo a comprendere esattamente il fenomeno fisico che presiede al volo aerostatico. Grazie ai loro studi ed esperimenti i Montgolfier poterono realizzare l'aerostato con cui, il 21 novembre 1783, il giovane fisico francese Jean-François Pilâtre de Rozier e il marchese François Laurent D'Arlandes compirono il primo volo umano non vincolato della storia sorvolando Parigi sotto gli occhi del re Luigi XVI, della corte e di una folla immensa. Pochi giorni dopo, il 1° dicembre, altri due francesi, Jacques Charles e Marie-Noël Robert sempre a Parigi, compirono il primo volo umano libero con un aerostato gonfiato con idrogeno, il gas più leggero dell'aria che era stato scoperto nel 1766.

In Italia il primo volo umano in mongolfiera fu compiuto il 25 febbraio del 1784 a Brugherio, nei pressi di Milano, ad opera del conte Paolo Andreani insieme ai fratelli Carlo e Agostino Gerli. Quello di Andreani fu il primo volo umano compiuto al di fuori della Francia ed il quarto in assoluto della storia. Il pallone era diverso da quelli usati in Francia e assomigliava molto alle moderne mongolfiere. Andreani compì successivamente altri voli con pieno successo, divenne molto famoso ma poi, non si sa bene perché, abbandonò per sempre l'aerostatica e si dedicò ai viaggi di esplorazione. Prima del volo di Andreani, i primi esperimenti di aerostatica nel nostro paese erano stati compiuti dal conte Marsilio Landriani, professore di fisica sperimentale a Milano. Tra il 1783 e il 1784 anche in Italia si susseguirono diversi lanci di aerostati come, per esempio, a Roma quello del duca Francesco Caetani, a Verona quello dell'astronomo e matematico Pietro Cossali, a Pavia quello del famoso architetto Luigi Cagnola, a Venezia quello del pallone che Francesco Pesaro, procuratore di San Marco, aveva fatto costruire ai fratelli Zanchi. L'ascensione, risalente all'aprile 1784 e compiuta forse con la supervisione di Francesco Zambeccari, fu immortalata dal pittore Francesco Guardi (la tela si trova oggi a Berlino).

In quello stesso periodo, nel gennaio 1784, a Milano venne pubblicato il Giornale Aerostatico, il primo periodico aeronautico del mondo, che nel primo numero scriveva: "Siamo già quasi giunti al sogno di varcar l'aria come le acque del mare". Purtroppo la pubblicazione ebbe vita breve e fu costretta a chiudere dopo soli tre mesi perché né il governatore austriaco, né l'imperatore gradivano la pratica dell'aerostatica. Come riportò l'illustre letterato Pietro Verri, l'imperatore Giuseppe II, pur trovandosi a Milano, non volle presenziare al volo di Andreani dichiarando che non era degno "di un virtuoso e benefico padre del suo popolo" assistere ad uno spettacolo "la cui temerarietà può avere un fine tragico". L'imperatore promulgò in seguito una legge che vietava di far volare palloni con fiamma libera in tutto il territorio del Lombardo-Veneto. Il provvedimento, per quanto emanato con l'intento di impedire la pratica del volo, resta pur sempre il primo atto di legislazione aeronautica della storia. Un altro italiano, Vincenzo Lunardi, giovane e brillante segretario dell'ambasciatore del Regno di Napoli a Londra, fu l'autore del primo volo umano in terra inglese avvenuto il 15 settembre 1784. Lunardi compì molte ascensioni e divenne molto famoso fino a quando, a causa di un incidente che provocò la morte di un componente del suo equipaggio, fu costretto a lasciare l'Inghilterra. La sua attività proseguì con alterne fortune per vari anni sia in Italia che nel resto dell'Europa. Lunardi si esibì davanti a re, principi e papi, un'attività intensa che ne fa uno dei più importanti aeronauti della storia. Nonostante questo non riuscì in vita ad ottenere i riconoscimenti che pure avrebbe ben meritato e morì di malattia, povero e dimenticato, a Lisbona nel 1806 ad appena cinquantaquattro anni.

Un altro pioniere italiano dell'aerostatica, quasi ignorato, è Francesco Saverio Adorna detto Minetto, originario della Valle Vigezzo, discendente da una nobile famiglia genovese. Di lui si sa che di certo compì un'ascensione a Strasburgo nel marzo 1784 su uno splendido pallone. Il volo durò solo pochi minuti e si concluse con la totale distruzione dell'aerostato, fortunatamente senza gravi danni per il pilota ed il suo passeggero del quale si ignora il nome: si trattò, comunque, della decima ascensione della storia. Dopo questa esperienza sembra che Adorna abbia compiuto altri voli in Europa e forse la prima ascensione in Polonia, anche se gli storici la attribuiscono al francese Jean Pierre Blanchard. Qualcuno ha anche avanzato l'ipotesi che, in realtà, possa essere stato addirittura l'autore della prima ascensione della storia, ma di lui non si hanno altre notizie. Anche il primato del primo volo femminile è appannaggio della Francia: madame Thible volò poco tempo dopo i suoi colleghi maschi, il 4 giugno 1784, e aprì la strada ad altre intrepide pioniere come Marie Madeleine Sophie Blanchard, prima donna pilota professionista, e Elisabeth Garnerin, nipote di Jacques Garnerin, grande pioniere dell'aerostatica, la cui moglie, Jeanne Labrosse, fu la prima donna a pilotare da sola un aerostato e la prima a lanciarsi con un paracadute. Per la prima aeronauta italiana bisognerà invece attendere il secondo decennio del XIX secolo e non ci sono notizie certe su chi sia stata veramente: alcuni indicano Eufrasia Bernardi, allieva di Elisabeth Garnerin, altri invece attribuiscono il merito ad una certa Claudia Lapi, raffigurata in una stampa del 1830, della quale però non si sa altro.


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