sabato 26 gennaio 2008

LA LIBERTA' LIMITATA

Si apre la prima falla nel Titanic normativo che impedisce ai cittadini italiani di navigare siti web di scommesse non riconducibili a concessioni di gioco rilasciate da AAMS. Fonti Agicos comunicano, infatti, che «la II sezione del Tribunale civile di Roma ha accolto il ricorso d`urgenza, ex art. 700, presentato dai legali di un sito di scommesse, con sede a Malta, che era stato oscurato, insieme a centinaia di altri siti di scommesse, il 23 febbraio scorso dalla polizia postale con decreto dell`Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato.Il ricorso è stato presentato per conto della società Astrabet dagli avvocati Marco Ripamonti, Sandro Guerra e Cino Benelli che hanno dato notizia dell`accoglimento da parte del Tribunale di Roma. Il provvedimento, hanno spiegato i legali, è immediatamente esecutivo e potrebbe coinvolgere le centinaia di siti oscurati il 23 febbraio scorso <…> Non abbiamo ancora letto il merito del provvedimento - spiegano gli avvocati Marco Ripamonti e Sandro Guerra - ma l`accoglimento del ricorso ci autorizza a immaginare che le considerazioni del Tribunale di Roma siano estremamente interessanti e credo possano riguardare altre società di gestione di siti di scommesse». Permettetemi di esultare, dinanzi a questo inaspettato forcing dei principi comunitari, con un “Finalmente!”. Passano 24 ore ed il Tribunale entra nel merito (riportiamo il comunicato degli avvocati come pubblicato dagli amici di Jamma.it): «Nell’interesse di Astrabet Ltd., società autorizzata dallo Stato di Malta all’esercizio dell’attività di raccolta di scommesse on-line e titolare del nome a dominio http://www.astrabet.com/, si comunica quanto segue: il Tribunale Civile di Roma, a seguito di ricorso proposto dalla società Astrabet Ltd., ha ordinato, con provvedimento depositato il 10 aprile 2006, al Ministero dell’Economia e delle Finanze – Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato – l’immediato ripristino dell’allacciamento alla rete internet del sito http://www.astrabet.com/, nonché dell’associazione tra il nome a dominio astrabet.com e l’indirizzo IP corrispondente al server di proprietà di Astrabet Ltd.Il Tribunale Civile di Roma ha ordinato altresì all’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato di provvedere alla rimozione di tutte le misure disposte ed adottate al fine di inibire l’accesso al sito della società Astrabet. Il Tribunale di Roma ha escluso altresì che la società Astrabet Ltd. abbia posto in essere, tramite il sito internet oscurato, comportamenti illeciti o condotte valutabili sotto il profilo della concorrenza a danno dei soggetti autorizzati dallo Stato italiano». La bagarre prosegue: sfogliando Panorama Economy mi imbatto, ed esulto ancora con il secondo “Finalmente!”, in un articolo molto scettico sul provvedimento relativo all’oscuramento. A pag. 40 il titolo è, infatti, La Ue scommette che così non si fa, alludendo all’azione di protezionismo perpetrata ai danni, per esempio, di Betfair, colosso inglese del betting exchange. Betfair, il 4 aprile scorso, aveva investito qualche soldino pubblicando intere pagine, un inno alla libertà individuale nel settore delle scommesse sportive, sui principali quotidiani italiani. L’azione non poteva rimanere nell’ombra, ed ecco cadere su Roma la procedura di infrazione per mano di Charlie McCreewy, commissario UE al mercato interno inglese. Pragmatico, come si conviene ad ogni anglosassone, il commento: «uno Stato membro non può limitare l’accesso dei suoi cittadini a servizi di scommesse se allo stesso tempo li incoraggia a partecipare a lotterie di Stato e altri giochi d’azzardo a vantaggio delle finanze pubbliche». Ovvero la stessa considerazione che, qualche giorno prima, era stata partorita dalla Corte Tedesca interpellata sul monopolio.
Massimiliano Bancora, il misurato e brillante country manager di Betfair per l’Italia, perde per un attimo le staffe: «La posizione italiana limita la libertà del cittadino. I nostri controlli sono i più rigidi al mondo e le tasse che paghiamo sono in linea con la media europea. Sono quelle italiane ad essere troppo alte: tipico dei monopoli camuffati». Ecco il momento per il mio terzo “Finalmente!”. Pare che io debba esultare, in questa settimana di Pasqua; e pare anche che qualche avvisaglia di una rinascita ci sia davvero, a fronte di questi attacchi multipli al sistema concessorio. La mazzata finale potrebbe essere la richiesta di risarcimento avanzata da Betfair al Tar del Lazio relativa al danno procurato in occasione dei prossimi Mondiali: a giudicare dalle cifre che ruotano intorno a questo eccezionale sito, le istituzioni italiane dovrebbero pensare, ed in fretta, a risolvere questa vicenda senza rischiare un crack finanziario.
Fonte: Totosì Sport Magazine

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